Gioca un italiano su cinque. Il gioco più popolare è il gratta e vinci. Aumenta il numero di chi ha conoscenza di circuiti illegali di gioco. Il 26,8% dei giocatori si è trovato a chiedere un prestito per giocare.
Cala il numero dei giocatori, si registra un graduale spostamento verso l’online, anche per ragioni generazionali, un pericolo non trascurabile di comportamenti a rischio, non ultima la partecipazione ai circuiti illeciti, che molti italiani conoscono, anche solo indirettamente.
Meno giocatori, ma che giocano di più, se in molti ammettono di esagerare, qualche volta o regolarmente, nella frequenza con cui giocano, nella spesa per il gioco, arrivando addirittura a chiedere denaro in prestito per giocare. L’allarme sociale, dunque, permane, le insidie sono numerose e non possono essere trascurate, a partire dalla necessità di vigilare sul gioco online che occupa ed occuperà inevitabilmente una fetta sempre più consistente del mercato e che con maggiore facilità sfugge a regole e controlli.
Questa la fotografia scattata dall’Eurispes e contenuta all’interno del Rapporto Italia 2023 che dedica come ogni anno una parte anche al gioco visto come fenomeno sociale da non trascurare.
Il Rapporto Italia, che giunge alla sua 35ima edizione, è stato presentato oggi presso la Sala Conferenze della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma in Viale Castro Pretorio 105.
Sul tema del gioco, l’insieme dei dati racconta una perdita di fascino di numerosi dei giochi con vincita in denaro tradizionali, alcuni dei quali con un “glorioso passato” alle spalle, come l’ippica, ma ormai irrimediabilmente fuori moda, o reduci da un breve boom poi esauritosi, come il Bingo. Per contro, i Gratta e vinci appaiono intramontabili, anche per le loro prerogative e per essere appetibili un po’ per tutti, abituè ma anche giocatori occasionali che tentano la fortuna una o due volte l’anno, e Lotto e SuperEnalotto resistono molto bene nel tempo.
Il 21,3% degli italiani afferma di partecipare a giochi con vincita in denaro, mentre il 78,7% dichiara di non farlo mai. In dettaglio: il 12% gioca solo dal vivo, il 4,2% solo online, il 5,1% in entrambi i modi. Il gioco con vincita in denaro complessivamente più popolare in Italia è il Gratta e vinci: solo il 15,3% non ci gioca mai.
Tra i comportamenti a rischio, la maggioranza dei giocatori afferma di non aver mai avuto la sensazione di trascorrere troppo tempo giocando (52,3%), ad oltre un terzo (34,7%) è invece capitato qualche volta, al 9% spesso, al 3,9% addirittura sempre. Il 56,3% non ha mai la sensazione di spendere troppo denaro giocando, mentre ad un terzo (32,9%) capita qualche volta, al 6,5% spesso ed al 4,4% sempre. Preoccupante il 26,8% di chi ha chiesto un prestito per giocare. Il 38% dei cittadini (erano il 26,9% nel 2019) ha conoscenza diretta o indiretta dell’esistenza di circuiti di gioco illegale: quasi un terzo (31,6%) ne è a conoscenza ma non ne ha mai preso parte, il 6,4% ha anche partecipato.
Se gli italiani sono, per chiara fama, un popolo di giocatori, tradizionalmente i periodi di crisi spingono a tentare la fortuna, anche per coloro che possono investire piccole cifre e sognano la svolta della vita. L’immagine di quello che un tempo veniva chiamato, in modo un po’ sordido, “gioco d’azzardo”, è da tempo profondamente mutata, ed anche il gioco con vincita in denaro ha guadagnato una dimensione ludica e legata all’intrattenimento ed una platea di partecipanti, abituali od occasionali, ampia ed eterogenea. L’online ha poi reso più accessibili quei giochi, in qualunque luogo e momento, e più appetibili per quelle generazioni a cui parole come “ippica” o “schedina” evocano ben poco e per le quali Febbre da cavallo è un film comico, non lo specchio di un universo realmente esistente.
Il gioco per gli italiani, dunque, è cambiato e continua a cambiare, ma non accenna a tramontare.
I dati pubblicati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze indicano per il 2022 entrate totali relative ai giochi (che includono imposte classificate come entrate erariali sia dirette che indirette) pari a 14.617 milioni di euro (+2.102 milioni di euro, pari a +16,8% rispetto all’anno precedente); considerando solo le imposte indirette, il gettito delle attività da gioco (lotto, lotterie e delle altre attività di gioco) è di 13.802 milioni di euro (+2.131 milioni di euro, pari a +18,3%).
Il gioco sembra godere buona salute, ma muta inesorabilmente, in primo luogo spostandosi sul Web: la raccolta del gioco online tocca i 70,5 miliardi, il doppio rispetto ai 36,4 miliardi del 2019.
Per esplorare questi temi partendo dall’esperienza diretta degli italiani, un campione di cittadini è stato chiamato ad esprimere le proprie opinioni ed abitudini in relazione al gioco con vincita in denaro.
Il 21,3% degli intervistati afferma di partecipare a giochi con vincita in denaro, mentre il 78,7% dichiara di non farlo mai. Nello specifico, il 12% gioca solo dal vivo, il 4,2% solo online, il 5,1% in entrambi i modi.
I dati indicano che oltre un quinto degli italiani gioca in denaro e circa un italiano su dieci gioca online, la netta maggioranza, al contrario, non ha questa abitudine.
Mettendo questi risultati a confronto con quelli ottenuti nell’indagine realizzata nel 2019 si registra un calo dei giocatori italiani (dal 28,2% del 2019 al 21,3% del 2023). Sono diminuiti coloro che giocano solo dal vivo (erano il 18,3%) e, al contrario, lievemente aumentati coloro che giocano esclusivamente online (dal 2% al 4,2%). Il gioco dal vivo ha dunque perso appeal.
Esaminando i dati per fasce d’età emerge che tra i 18-44enni si registrano le percentuali più elevate di non giocatori (oltre l’80%). Prevedibilmente, dai 45 anni in su sono più numerosi della media coloro che giocano solo dal vivo (il 14,3% dei 45-64enni) e, al contrario, dai 18 ai 24 anni coloro che giocano solo online (10,1%). Dai 25 ai 34 anni si trova la quota più alta di giocatori sia dal vivo sia online (6,7%). Adulti ed anziani rimangono, dunque, più legati alle modalità di gioco tradizionali, mentre i più giovani, per la loro maggiore familiarità con la Rete, si spostano sempre più online.
Le percentuali più elevate di giocatori si trovano nelle Isole (26,1%, il 73,9% non gioca), mentre non si rilevano differenze tra le altre macroaree geografiche. Sempre nelle Isole resiste la quota più elevata di giocatori dal vivo (17,7%), mentre al Centro si gioca leggermente più spesso della media nella modalità online (il 6,7% soltanto online). Sono proprio i giocatori tradizionali a mantenere più elevata la quota di chi gioca in denaro nelle Isole.
Il gioco con vincita in denaro complessivamente più popolare in Italia è il Gratta e vinci: solo il 15,3% non ci gioca mai, il 56,5% lo fa qualche volta, il 21,8% spesso, il 6,3% sempre. Il Gratta e vinci è economico, rapido e semplice, facilmente accessibile a tutti, trasversale alle diverse fasce d’età e ai diversi interessi e permette di conoscere subito l’esito. Non viene inoltre comunemente
associato al vizio o alla dipendenza da gioco. Risultano molto diffusi tra la popolazione anche Lotto e SuperEnalotto (solo un italiano su quattro non ci gioca mai) e le lotterie (il 36,3% non ci gioca mai).
Quasi la metà del campione partecipa alle scommesse sportive – il 25,9% qualche volta, il 16,4% spesso, il 5,3% sempre. Coinvolgono la minoranza degli intervistati le scommesse non sportive (il
68,3% non ci gioca mai, il 22,7% qualche volta), le Slot Machines/VLT (mai il 66,9%, il 22,2% qualche volta), i giochi di carte (Poker online, Texas Holdem, black jack, ecc.) (il 64,6% mai, il 22,5% qualche volta).
Il gioco meno diffuso è l’ippica (il 76,2% del campione, non ci gioca mai), seguito dal casinò (75%) e dal Bingo (70,1%). L’ippica è ormai da anni divenuta di nicchia, presidio di chi ha vissuto i suoi anni d’oro; il casinò, anche per le sue caratteristiche di luogo deputato al gioco d’azzardo, rimane estraneo alla maggioranza dei cittadini, mentre il Bingo, almeno nel nostro Paese, sembra aver esaurito il suo momento di massimo fulgore, come ha dimostrato, negli anni, la chiusura di tante sale.
Il confronto con il 2019 (tabella successiva) evidenzia la tenuta e lo stabile primato del Gratta e vinci, rispetto al quale le abitudini degli italiani non sono mutate. Sostanzialmente stabile anche l’interesse nei confronti di Lotto e SuperEnalotto (nel 2019 solo il 22,6% non ci giocava mai) e lotterie (il 37,6% mai). Perdono un po’ di appassionati le scommesse sportive (nel 2019 il 47,3% non giocava mai, la quota è salita all’attuale 52,3%), Slot Machines/VLT (dal 63% al 66,9%).
Guadagnano, invece, qualche appassionato, in questi quattro anni, i giochi di carte: nel 2019 il 69,9% non ci giocava mai, nel 2023 il 64,6%. I giochi meno diffusi rimangono, come nel 2019, quelli del casinò e ippica e scommesse ippiche, poi Bingo ed altre scommesse non sportive, tutti sostanzialmente stabili.
Con riferimento soltanto a coloro che giocano, sono stati poi presi in esame alcuni comportamenti potenzialmente a rischio, che potrebbero anche rivelare una forma di dipendenza dal gioco.
La maggioranza dei giocatori afferma di non aver mai avuto la sensazione di trascorrere troppo tempo giocando (52,3%), ad oltre un terzo (34,7%) è invece capitato qualche volta, al 9% spesso, al 3,9% addirittura sempre.
Il 56,3% non ha mai la sensazione di spendere troppo denaro giocando, mentre ad un terzo (32,9%) capita qualche volta, al 6,5% spesso ed al 4,4% sempre. Tre quarti dei soggetti (73,1) non hanno mai chiesto un prestito per giocare, il 16,7% ammette invece di averlo fatto qualche volta, il 7,6% spesso, il 2,5% sempre. La quota dei giocatori che confessano comportamenti a rischio è dunque tutt’altro che trascurabile, se poco meno della metà ammette di avere la sensazione di trascorrere troppo tempo giocando e di spendere troppo denaro giocando. Non meno preoccupante il 26,8% complessivo che ha chiesto un prestito per giocare (un giocatore su 10 lo chiede spesso o addirittura sempre). Occorre, inoltre, tener conto del fatto che i valori potrebbero essere sottostimati rispetto a quelli reali a causa della reticenza degli intervistati a confessare comportamenti socialmente poco desiderabili.
Rispetto alla precedente rivelazione risultano aumentati i giocatori che riferiscono comportamenti potenzialmente rischiosi. Nel 2019 erano, rispettivamente, il 60,8% ed il 62,4% a dichiarare di non aver mai avuto la sensazione di giocare troppo e di spendere troppo denaro per il gioco, mentre nel 2023 sono il 52,3% ed il 56,3%. Sono rimasti sostanzialmente stabili coloro che hanno chiesto denaro in prestito per giocare, anche se sono leggermente aumentati coloro che lo hanno fatto spesso o sempre (dal 5,9% del 2019 al 10,1% del 2023).
Le giocatrici, rispetto ai giocatori, risultano meno inclini ai diversi tipi di condotte di gioco potenzialmente a rischio. Il 56,5% delle donne non sente di eccedere nel tempo trascorso giocando, a fronte del 49,4% degli uomini; il 62,4% non ha la sensazione di spendere troppo giocando (52,1% tra gli uomini).
Anche la percentuale di chi non ha mai chiesto prestiti per giocare risulta più alta tra le giocatrici: 78,6% contro 69,5% dei giocatori. Le donne appaiono più responsabili nelle loro abitudini e nei comportamenti legati al gioco con vincita in denaro, meno potenzialmente dipendenti, probabilmente perché in percentuale più elevata vivono il gioco come esperienza occasionale e ludica.
Lo scorporo dei dati per area geografica mette in evidenza una quota superiore alla media di soggetti che dichiarano di avere la sensazione di trascorrere troppo tempo giocando al Sud (solo al 41,2% non capita mai) e al Nord-Ovest (solo il 48,1% mai). In tutte le altre macroaree prevalgono coloro a cui non capita mai, con i valori più elevati nelle Isole (il 61% non sente mai di eccedere) ed al Nord-Est (60,3%). Similmente, la sensazione di spendere troppo denaro per il gioco viene manifestata più spesso della media al Sud (la minoranza, il 47,1% dice mai), mentre più raramente al Nord-Est (il 73,1% mai). Sempre al Nord-Est risulta inferiore alla media la percentuale di chi ha chiesto denaro in prestito per giocare – l’82,1% non lo ha mai fatto, contro il 63,5% del Nord-Ovest (dove il 18,2% ha chiesto denaro in prestito per giocare spesso o sempre) ed il 72,5% del Sud.
In generale, i dati descrivono un Nord-Est più virtuoso della media nazionale.
Il 38% dei cittadini ha conoscenza diretta o indiretta dell’esistenza di circuiti di gioco illegale. Quasi un terzo (31,6%) ne è a conoscenza ma non ne ha mai preso parte, il 6,4% ha anche partecipato; il 62% risponde, invece, negativamente. Benché si tratti della minoranza del campione, la quota di italiani – non necessariamente giocatori – che affermano di conoscere circuiti di gioco illegale è decisamente rilevante: un dato indicativo della diffusione del gioco illegale nel nostro Paese. Nella rilevazione del 2019 si fermava al 26,9% complessivo la percentuale di chi
conosceva in modo diretto o indiretto circuiti illegali del gioco (per un aumento nel 2023 di 11 punti percentuali), mentre rispondeva negativamente un più consistente 73,1%. L’incremento più deciso riguarda i soggetti a conoscenza di circuiti illegali che però non vi hanno preso parte (dal 22,3% al 31,6%). Si tratta di un segnale negativo per quanto concerne la diffusione dell’illecito nel mercato dei giochi, alimentato probabilmente anche dall’universo online, che spesso sfugge ai controlli.
L’incrocio dei dati per area geografica di residenza rivela che le percentuali più alte di cittadini che hanno avuto conoscenza, diretta o indiretta, dell’esistenza di circuiti di gioco illegale, si trovano al Nord-Ovest (44,5%, per un 55,5% che risponde negativamente) ed al Centro (44,4%, con il 55,6% di risposte negative). Il Nord-Ovest si segnala anche per la quota più alta di coloro che ammettono di aver partecipato al gioco illegale (9,4%).
Per contro, il valore più basso di chi se ne dice a conoscenza si registra nelle Isole (23,9%, dove dichiara di non esserne a conoscenza il 76,1%). Qui risulta anche la percentuale più bassa di chi ha partecipato attivamente a circuiti di gioco illegale (2,7%).
PressGiochi
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