Questa mattina presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, il presidente Giorgio Alleva ha illustrato il Rapporto annuale 2017 – La situazione del Paese. Il Rapporto annuale dell’Istat, giunto
Questa mattina presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, il presidente Giorgio Alleva ha illustrato il Rapporto annuale 2017 – La situazione del Paese.
Il Rapporto annuale dell’Istat, giunto alla venticinquesima edizione, sviluppa una riflessione documentata sul presente e al tempo stesso cerca di individuare le prospettive per il futuro dell’Italia.
L’edizione di quest’anno affronta in modo non convenzionale il tema della struttura socioeconomica, letta attraverso le caratteristiche dei gruppi sociali: i fenomeni vengono descritti e interpretati da una pluralità di punti di vista, prospettando diverse e originali chiavi di lettura che consentono di mettere in luce una pluralità di aspetti, allargando lo sguardo dagli individui ai soggetti sociali e agli attori economici.
Il settore gioco viene ricompreso – in senso lato come intrattenimento e divertimento – tra le attività ricreative facenti parte del tempo libero degli italiani.
La quantità di tempo libero a disposizione degli individui e il modo in cui riescono a sfruttarlo – si legge nel rapporto – sono alcuni dei fattori che più incidono sulla qualità della vita. Il tempo libero è minimo nella fase adulta, per le donne e per i gruppi sociali a basso reddito. Lavoro e responsabilità familiari comprimono il tempo libero degli adulti (4h20’), in particolare per quelli appartenenti alle famiglie di impiegati (3h47’) e alle famiglie a basso reddito di stranieri (3h52’). L’appartenenza a un gruppo sociale a reddito elevato orienta i comportamenti verso attività di tempo libero attivo: gli adulti della classe dirigente dedicano il 10,9% del tempo libero a giochi e hobby, il 9,7% alla lettura e il 3,5% alla partecipazione culturale a scapito di attività passive come il consumo televisivo, cui dedicano più tempo gli appartenenti a famiglie a basso reddito con stranieri (44,8%).
Giovani – I giovani di età compresa tra 3 e 24 anni hanno a disposizione in media 5h33’ al giorno da dedicare ad attività di tempo libero, con una differenza di genere di 36’ a vantaggio dei maschi (5h49’ contro 5h13’) da imputare prevalentemente al minor tempo occupato nelle attività di lavoro familiare. Considerando i gruppi sociali d’appartenenza, da un lato si differenziano i giovani che vivono in famiglie a basso reddito con stranieri e di soli italiani, che ne hanno meno (5h22’), e dall’altro quelli che vivono nelle famiglie della classe dirigente, che con 5h54’ al giorno sono i giovani con più tempo libero in assoluto.
Per i giovani delle classi dirigenti, che ne sono i principali fruitori, questo non incide sul tempo libero non strutturato, cioè quello dedicato alle attività di gioco – per definizione attività libere, spontanee e autogratificanti – cui i giovani delle classi dirigenti dedicano il 25,4 per cento del loro tempo libero, contro una media del 22,8. Il maggior utilizzo di tempo strutturato incide invece sul tempo dedicato alla fruizione televisiva, cui dedicano solo il 22,6 per cento, a fronte di una media generale del 26,4. giovani nelle famiglie a basso reddito con stranieri sono quelli che trascorrono più tempo libero giocando (il 28,6 per cento), insieme a quelli delle famiglie di impiegati (25,8 per cento), anche in relazione alla maggiore presenza di bambini in tali gruppi, mentre sono i giovani delle famiglie dei blue-collar quelli che dedicano meno tempo al gioco (17,4 per cento), avendo, infatti, un’età media più elevata.
Adulti – Un aspetto che contraddistingue il tempo libero degli individui adulti della classe dirigente è la sua qualità, che mette in luce elementi non presenti altrove. Da un lato è più rilevante la quantità di tempo dedicato alle attività ludiche, che comprendono giochi e hobby (rappresentano la quota più ampia, pari al 10,9 per cento del tempo libero), alla lettura (cui è dedicato il 9,7 per cento) e alla partecipazione culturale (3,5 per cento). Dall’altro lato, la visione degli spettacoli televisivi copre uno spazio più limitato: il 32,7 per cento contro percentuali superiori al 40 per cento nelle famiglie a basso reddito. Ne emerge che l’appartenenza a un gruppo sociale a reddito elevato (che corrisponde a un elevato livello di istruzione) orienta i comportamenti verso attività di tempo libero attivo – come la realizzazione della creatività individuale, il gioco e tutte le forme di hobby – e di informazione e aggiornamento culturale, a scapito di attività passive come il consumo televisivo.
Anziani – Le persone di 65 anni e più sono la parte di popolazione che si è liberata dal ‘tempo obbligato’, ossia quello relativo a lavoro retribuito e istruzione. Per questo la loro giornata è caratterizzata per circa un quarto da tempo libero (6h33’). Anche in questa fase della vita persiste lo svantaggio di genere: le anziane hanno in media 1h22’ di tempo libero in meno. Le principali attività di tempo libero degli anziani sono: la tv, il riposo, la vita sociale, le passeggiate all’aria aperta, la lettura, il gioco e la partecipazione religiosa, senza forti differenze di genere per quel che riguarda il tipo di attività svolta. Con l’aumentare dell’età diminuiscono le attività che richiedono uno sforzo fisico: il tempo libero assume una caratterizzazione più passiva rispetto alla popolazione adulta. L’appartenenza a un gruppo sociale ad alto reddito contribuisce a contenere questa tendenza: gli anziani della classe dirigente e quelli delle pensioni d’argento spendono rispettivamente il 49,0 e il 53,6 per cento del loro tempo libero in attività passive, contro il 70,6 per cento degli ultrasessantaquattrenni delle famiglie a basso reddito di soli italiani. In parte dedicano meno tempo alla televisione (36,1 per cento e 39,8) e al riposo (11,8 per cento e 13,1) e in parte ne spendono di più in attività ricreative come hobby e giochi, che li impegnano rispettivamente per il 9,6 e l’8,3 per cento del loro tempo libero.
Videogiochi – Negli ultimi anni, con la progressiva disintermediazione dell’economia turistica, gli acquisti online sono dominati dai viaggi, soprattutto aerei e ferroviari, e dai servizi alberghieri, cosicché l’11,1 per cento di coloro che hanno comprato beni o servizi su internet hanno scelto trasporti e soggiorni. I consumi culturali online sono motivati per il 6,5 per cento delle persone da spettacoli, mentre poco meno di una persona su dieci, tra quanti navigano in rete, acquista online libri, giornali e riviste; residuale la quota di quanti comprano film, musica e videogiochi. La diffusione di piattaforme per l’accesso temporaneo o parziale gratuito a contenuti musicali, fotografici, cinematografici o video, a opere letterarie o pubblicazioni non più coperte dal diritto d’autore o deliberatamente rese disponibili come beni comuni rappresenta un’alternativa legale all’acquisto. Ovviamente, l’acquisizione illegale dei contenuti costituisce una pratica diffusa, che contribuisce a ridurre l’acquisto, ma non il consumo.
PressGiochi
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