28 Dicembre 2024 - 12:52

Rapporto Dia 2015: nel secondo semestre crescono le infiltrazioni della criminalità nel settore delle scommesse via web

Le organizzazioni mafiose sono sempre più globalizzate, esperte di informatica e in grado di agire fuori dal contesto regionale di origine traendo grandi profitti su scala internazionale. Le mire espansionistiche delle mafie

03 Agosto 2016

Le organizzazioni mafiose sono sempre più globalizzate, esperte di informatica e in grado di agire fuori dal contesto regionale di origine traendo grandi profitti su scala internazionale. Le mire espansionistiche delle mafie ricadono non tanto sui territori, quanto sui mercati o su nuovi settori economici, quali in primis quello delle scommesse via web e il traffico di droga, la cui estensione è trasversale e la cui complessità richiede l’integrazione di competenze diversificate in grado anche di operare sul web, il quale a livello globale offre infinite opportunità criminali.

 

Lo riporta la relazione della Direzione Investigativa Antimafia che oggi ha pubblicato il rapporto sul secondo semestre 2015.

 

Nella relazione della Dia sono analizzate le attività mafiose in particolare in Puglia, Campania, Calabria e Sicilia e sono numerose le connessioni della malavita organizzata con il mondo soprattutto delle scommesse online e del traffico di droga che rappresentano due settore che nel corso del semestre sembrano essersi definitivamente affrancati da quella logica di una frammentazione verticale degli interessi, in cui ciascuna mafia domina in maniera esclusiva un proprio business criminale. Le forme di aggregazione e collaborazione sarebbero sempre più strutturate tra le diverse organizzazioni mafiose, specie nei casi di attività avviate fuori dalle storiche aree di insediamento.

 

 

Puglia – In Puglia ad esempio, secondo quanto riporta il rapporto, nel leccese in particolare, un fattore di rischio continua ad essere rappresentato dalle infiltrazioni dei clan nel settore dei giochi e scommesse, anche on line, con possibili nuovi collegamenti verso l’estero, dove già in passato sono state costituite delle basi logistico-informatiche per la gestione delle procedure di gioco.

Quello dei giochi e delle scommesse, infatti, rappresenta in Puglia uno dei principali settori di interesse delle organizzazioni criminali che impongono  agli esercenti software alterati per garantire maggiori margini di guadagno alle organizzazioni. Anche la criminalità barese nel secondo semestre ha mostrato interesse verso la gestione dei centri scommesse e videogiochi collegati alla rete telematica.

 

Campania – Nella regione campana, tra le attività illecite più rappresentative permane l’usura e l’estorsione, il contrabbando di tabacchi lavorati esteri ed il traffico di rifiuti, la contraffazione, la gestione illegale delle slot machine, dei videopoker e del gioco online, oltre alla spiccata propensione ad infiltrarsi, specie fuori Regione e all’estero, in attività imprenditoriali collegate alla filiera dell’agroalimentare e della ristorazione”.

 

Sicilia orientale – In Sicilia orientale invece Cosa Nostra si sarebbe spogliata del monopolio delle attività criminali di basso profilo, riservando a sé la manipolazione degli appalti pubblici, la gestione delle sale scommesse ed il controllo della catena logistica nel settore dei trasporti, delle reti di vendita, delle energie alternative e dell’edilizia.

 

 

Calabria – Focus su operazione Gambling– La Direzione Investigativa antimafia si sofferma nel suo rapporto in particolare sull’operazione Gambling della Procura di Reggio Calabria e sul modus operandi delle attività criminali coinvolte nello sfruttare le sedi estere disponibili per aggirare il fisco italiano.

Come ricorda la Dia l’operazione conclusa nel mese di luglio ha condotto all’arresto di oltre 40 persone, al sequestro di 11 società estere e di 45 società operanti sul territorio nazionale nel settore dei giochi e delle scommesse, di oltre 1500 punti commerciali per la raccolta giocate, di 82 siti nazionali e internazionali di gambling on-line, per un valore stimato in circa 2 miliardi di euro.

Le evidenze investigative raccolte nel semestre nell’ambito della citata operazione “Gambling”, conclusa nel mese di luglio, hanno fatto luce, infatti, sugli interessi della ‘ndrangheta verso il mondo delle scommesse e dei giochi on-line. Si tratta di un settore dove, negli ultimi anni, è già stato registrato l’interesse di altre organizzazioni criminali – certamente in grado di proiettarsi oltre confine e di strutturare una rete efficiente per la raccolta e la gestione delle scommesse – ma il modus operandi adottato dalla ‘ndrangheta merita una riflessione a se stante, per una pluralità di motivazioni.

Una “strategia d’impresa” che non ha trascurato, poi, la possibilità di far aderire alla rete commerciale anche imprese colluse con cosa nostra e con la camorra. Si tratta, a ben vedere, di una società di capitali in cui l’affidabilità viene da quel “capitale mafioso interamente versato” che rappresenta, anche all’estero, garanzia di sicuri e consistenti profitti. Si può parlare, non a caso, di una “diffusione del brand” con cui ha operato l’organizzazione, garantito tra l’altro da una rete commerciale strutturata gerarchicamente, che dal territorio reggino era in grado di controllare società in Austria, in Spagna e in Romania, attraverso una società di riferimento stabilita a Malta, che in passato aveva operato utilizzando anche licenze delle Antille olandesi e di Panama. È risultato evidente come l’organizzazione avesse mutato la propria sede di interessi a seconda del Paese che garantiva una minore imposizione fiscale, mantenendo però sempre saldo il centro decisionale e operativo a Reggio Calabria. Quelle appena descritte costituiscono le premesse che hanno consentito a questa ultra organizzazione ‘ndranghetista di tessere la rete di un colossale business collegato, appunto, all’esercizio abusivo dell’attività di gioco e scommesse on line.

L’associazione criminale operava con società schermo, dislocando in Stati esteri i server per la raccolta informatica delle giocate: in questo modo non solo aggirava la normativa nazionale, realizzando importanti profitti, ma reinvestiva i guadagni acquistando ulteriori imprese e licenze. Con tale modus operandi l’associazione criminale, oltre a sottrarsi al pagamento delle imposte e a non dichiarare gli utili d’impresa prodotti all’estero, riusciva a riciclare enormi flussi di capitali illeciti. Se da un lato la federazione di cosche ‘ndranghetiste ha rappresentato il fulcro economico-relazionale attorno al quale strutturare gli affari dell’organizzazione, dall’altro solo la perfetta sinergia operativa tra la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza e la D.I.A., coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ha consentito di elaborare un’adeguata strategia investigativa. La somma delle esperienze di ciascuna Istituzione ha, infatti, rappresentato il vero valore aggiunto dell’azione di contrasto, che ha portato, tra l’altro, all’arresto di oltre 40 responsabili, al sequestro di 11 società estere e di 45 società operanti sul territorio nazionale nel settore dei giochi e delle scommesse, di oltre 1500 punti commerciali per la raccolta giocate, di 82 siti nazionali e internazionali di “gambling on-line” e di innumerevoli immobili, il tutto per un valore stimato in circa 2 miliardi di euro.

 

Una proiezione verso l’Austria che ha trovato conferma anche nel semestre, nell’ambito della già richiamata Operazione “Gambling”, conclusa nel mese di luglio dal Centro Operativo D.I.A. di Reggio Calabria, unitamente a personale dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato, che ha fatto luce, questa volta, sugli interessi di un’altra cosca reggina, nel settore delle scommesse e dei giochi on line. L’attività d’indagine ha disvelato come soggetti appartenenti alla cosca, avvalendosi di società estere di diritto maltese, avessero esercitato abusivamente l’attività del gioco e delle scommesse online anche in altri Paesi europei, tra cui l’Austria, dove ad Innsbruck è stata sequestrata una società.

 

 

Veneto e Friuli Venezia Giulia –  Sebbene in forma meno pervasiva rispetto alle regioni settentrionali appena descritte, anche nel Nord Est, in particolare in Veneto, si continuano a cogliere segnali di operatività di organizzazioni criminali collegate alla ‘ndrangheta.

Vale la pena di richiamare la già descritta operazione “Gambling”, conclusa nel mese di luglio, nell’ambito della quale sono stati arrestati due avvocati, uno padovano e un veneziano, abili nel costituire società in paradisi fiscali per eludere la normativa nazionale sulle attività di gioco e per riciclare i proventi illeciti.

 

 

Si tratta di un settore quello dei giochi e delle scommesse dove, negli ultimi anni, è già stato registrato l’interesse di altre organizzazioni criminali, certamente in grado di proiettarsi oltre confine e di strutturare una rete efficiente per la raccolta e la gestione delle scommesse, ma il modus operandi adottato dalla ‘ndrangheta merita una riflessione a se stante, per una pluralità di motivazioni.

 

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