In occasione della Manifestazione del gioco legale che si stea svolgendo in contemporanea a Milano e Napoli, PressGiochi dà la parola ai lavoratori del settore che da mesi chiedono la
In occasione della Manifestazione del gioco legale che si stea svolgendo in contemporanea a Milano e Napoli, PressGiochi dà la parola ai lavoratori del settore che da mesi chiedono la riapertura delle proprie attività e sostegni adeguati per ripartire.
Leonardo Teressi titolare di Giochi elettronici Toscana “Abbiamo 35 dipendenti con attività operative nella gestione apparecchi e sale giochi. Per sostenere i dipendenti abbiamo spesso finanziato la cassa integrazione per cercare in qualche modo di favorire il benessere dei nostri collaboratori. Per fortuna siamo riusciti a sostenere i dipendenti a mantenere il proprio reddito ma certo un anno fa mai avremmo creduto che oggi ci saremmo trovati in questa situazione. Avevamo provveduto immediatamente a passare il parco macchine al 65% proprio perché pensavamo che quest’anno sarebbero riusciti a lavorare ma le chiusure del Covid sono state un’ulteriore mazzata”.
Bingo Baccara Lugo di Romagna, la titolare Federica: “La situazione è insostenibile, siamo chiusi da sette mesi e i ristori non coprono assolutamente le spese che continuiamo a sostenere. Abbiamo 30 dipendenti con cassa integrazione parziale. Cerchiamo di sostenerli in ogni modo perché i dipendenti sono la nostra famiglia visto che siamo insieme da tanti anni ci sentiamo in dovere di aiutare. E’ un peccato tutto questo perché il bingo è un mercato consolidato stabile da anni, a differenza della sala slot e vlt che era in calo notevole già da prima della pandemia”.
Modena Hippo Bingo, Laura: “40 dipendenti fermi dal 23 ottobre senza sapere quando potremo riaprire. Trovo assurdo il fatto che quando siamo in fascia gialla non possiamo lavorare nonostante possiamo garantire la massima sicurezza di clienti e dipendenti. Ritengo che questo tipo di chiusure sia voluto per combattere il settore anche se questo va contro lo stesso interesse dello Stato che perde gettito. Se dovessimo andare avanti in questa maniera non potremo resistere a lungo, sebbene abbiamo tutti i dipendenti siano in cassa integrazione”.
Francesco Sellitti (Timecity): “Vivo una situazione sicuramente drammatica. Da ottobre ho preso solo 1.200 euro solo di cassa integrazione. Ho tre figli da mantenere di cui due all’università, e la cosa brutta è che se io vado in banca per un prestito mi ridono in faccia perché sono un dipendente di un’azienda che si occupa di gioco d’azzardo. Questo è uno scandalo perché a parità di livello con altri lavoratori sono discriminato solo per questo motivo. Spero che da questa manifestazione ci sia uno spiraglio perché non sappiamo davvero più cosa fare.
Gruppo Las Vegas Roma, Bianca, dipendente: “Qui a Roma rappresentiamo una realtà enorme con circa 20 sale giochi. Da marzo siamo in cassa integrazione, non si vedono spiragli, ogni volta sembra quasi una presa in giro che dicono che riapriremo invece nulla. Un provvedimento del genere è totalmente insensato perché abbiamo speso 30mila euro solo per comprare i plexiglass da mettere nelle sale, per non parlare degli investimenti in gel igienizzante e sostegni. Tutto è fermo perché le sale sono chiuse. Le chiusure non fanno altro che favorire il gioco online, un gioco meno visibile che crea meno disagio a livello sociale e forse è anche favorito dallo Stato”.
PressGiochi
Milano
ROMA
PressGiochi
L | M | M | G | V | S | D |
---|---|---|---|---|---|---|
28
|
1
|
2
|
3
|
|||
4
|
7
|
8
|
9
|
10
|
||
15
|
16
|
17
|
||||
18
|
19
|
20
|
21
|
22
|
23
|
|
30
|
1
|