18 Novembre 2024 - 14:38

Porcia: fallisce la lotta al gioco d’azzardo intrapresa dall’amministrazione comunale

Quattro Castella (Re): al via mappatura delle slot machine Sono trascorsi sei mesi da quando l’amministrazione comunale di Porcia, in provincia di Pordenone,  ha annunciato l’intenzione di dimezzare la tassa

07 Agosto 2017

Quattro Castella (Re): al via mappatura delle slot machine

Sono trascorsi sei mesi da quando l’amministrazione comunale di Porcia, in provincia di Pordenone,  ha annunciato l’intenzione di dimezzare la tassa rifiuti per gli esercenti disposti a mettere al bando le slot machine.

Ma sino a oggi, come conferma l’assessore al Bilancio Antonio Tallon, nessuno si è fatto avanti per raccogliere l’invito – o meglio la sfida – lanciato dall’esecutivo Gaiarin, che si era impegnato in questo senso approvando una mozione presentata in consiglio comunale dal M5s.

 

Nulla di nuovo sotto il sole, quindi. Sono molte le amministrazioni comunali che hanno dovuto in questi anni ricredersi sulla reale efficacia degli sgravi fiscali, legati al taglio delle tasse comunali o all’incentivazione di campagne di comunicazione slot free che premiassero o conferissero riconoscimenti morali agli esercenti che rinunciassero agli apparecchi da gioco.

Porcia non è il primo Comune del Pordenonese a offrire sgravi fiscali agli esercenti per “liberare” il territorio da slot e altri apparecchi del genere. La medesima strada era stata tentata, tra gli altri, da Roveredo in Piano e San Vito al Tagliamento, in entrambi i casi senza successo.

Stando ai dati raccolti dal Movimento, a Porcia esistono 96 apparecchi, distribuiti in 25 diversi locali, pari a una slot o una videolottery ogni 159 abitanti (essendo la cittadina popolata da 15.250 persone). Per arginare la diffusione di questi dispositivi, nel 2014 l’amministrazione regionale aveva approvato una legge che fa divieto di installarne di nuovi in quegli esercizi commerciali che si trovino a una distanza inferiore al mezzo chilometro dai punti considerati sensibili quali scuole, ospedali ed edifici religiosi.

La rinuncia dei gestori di locali è piuttosto semplice da motivare: la cifra che le istituzioni sono in grado di mettere sul piatto difficilmente può competere con gli introiti garantiti dalle macchinette. A Roveredo, per esempio, era stato creato un fondo che avrebbe dato diritto a mille euro a quegli esercenti che si fossero impegnati non solo a eliminare gli apparecchi già esistenti nei loro locali, ma anche a non installarne di nuovi per il successivo quinquennio.

A San Vito, invece, l’incentivo offerto era pari alla riduzione del 15 per cento sulla parte fissa della tassa rifiuti. Porcia ha puntato – per ora senza risultati – sullo “sconto” del 50 per cento sul totale della Tari, con risparmi che potrebbero essere dell’ordine di alcune centinaia di euro.

 

PressGiochi

 

 

Porcia: approvata in Bilancio la riduzione alla Tari per gli esercenti privi di slot machine

 

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