Nonostante le intenzioni del Governo Renzi di riformare il gioco pubblico allineando su tutto il territorio nazionale le norme per il contrasto del gioco patologico con la possibile abolizione delle
Nonostante le intenzioni del Governo Renzi di riformare il gioco pubblico allineando su tutto il territorio nazionale le norme per il contrasto del gioco patologico con la possibile abolizione delle norme che negli ultimi quattro anno sono state adottate dagli enti locali per limitare in particolare la diffusione di apparecchi da gioco, alcune Regioni stanno avviando proprio in questi mesi la propria regolamentazione contro il Gap. Lo fa la Regione Piemonte – che nel 2014 ha preso in cura 1232 soggetti per gioco d’azzardo patologico – dove il 13 aprile presso la Giunta è stato approvato un pdl presentato dall’Assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, e all’Istruzione, Gianna Pentenero; un progetto ambizioso che oltre ad occuparsi di trattamento terapeutico e di recupero dei soggetti affetti da questa patologia con il supporto delle loro famiglie attraverso attività di sensibilizzazione importanti che coinvolgano anche i gestori delle sale giochi, impone l’adozione di distanze minime delle sale giochi dai luoghi sensibili.
Il testo è approdato in questi giorni in Consiglio regionale per l’esame in sede referente presso le commissioni economi e sanità, ma il rischio è che non si arrivi mai all’approvazione finale del testo se entrerà in vigore la legge delega così come è stata presentata dal Sottosegretario Pierpaolo Baretta, il quale, tuttavia, in questi giorni ha lanciato un segnale di apertura da parte del governo nel riconoscere il potere di intervento dei comuni sulla materia.
Per approfondire quali sono le intenzioni del governo regionale piemontese, abbiamo sentito alcuni esponenti del Consiglio regionale, tra cui l’Assessore alla Sanità Antonio Saitta firmatario della legge.
“Riteniamo – ha dichiarato a PressGiochi l’ass. Saitta – che il problema del gioco d’azzardo patologico abbia assunto, anche nel nostro territorio, dimensioni tali da meritare uno specifico intervento legislativo, che ci auguriamo possa essere utile per ridurre il più possibile il fenomeno che ha implicazioni sociali, economiche e sanitarie rilevanti. Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato all’unanimità, il 3 febbraio, la mozione presentata dal Partito democratico che impegna la Giunta a predisporre in tempi rapidi un disegno di legge per la prevenzione e il contrasto di forme di dipendenza dal gioco d’azzardo lecito, il recupero delle persone ed il supporto delle loro famiglie”.
Quanti sono i giocatori che sono stati presi in cura per gioco d’azzardo patologico in Piemonte nel 2014?
Nel 2013 sono stati trattati, presso i Servizi per la cura delle Dipendenze (Ser.D) del Piemonte, 1234 soggetti per gioco d’azzardo patologico. Nel 2014 sono stati presi in cura 1232 soggetti.
La Regione ha dato attuazione all’art. 7 della legge regionale 1/2014 che già prevedeva per il 2015 sgravi fiscali sull’Irap per i commercianti privi di slot e aggravi dell’Irap per chi li manteneva?
Sì. L’articolo 7 della legge regionale n. 1/2014, “Legge finanziaria per l’anno 2014”, prevede – a decorrere dal 1° gennaio 2015 e fino al 31 dicembre 2017 – la riduzione dello 0,92% dell’aliquota dell’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap) per gli esercizi che provvedono volontariamente, entro il 31 dicembre dell’anno precedente cui si riferisce l’agevolazione, alla completa disinstallazione degli apparecchi da gioco nei locali in cui si svolge l’attività e l’aumento dello 0,92% per gli esercizi nei quali tali apparecchi risultino installati.
In altre Regioni si è notato che norme troppo restrittive hanno finito per favorire il mercato illegale. Come si interverrà in Piemonte per evitare ciò?
Noi ci auguriamo che la normativa produca gli effetti sperati e contribuisca alla riduzione del fenomeno. Siamo comunque disponibili ad un monitoraggio costante degli effetti e ad apportare eventuali correzioni. Naturalmente il fenomeno non si combatte solo con le norme di legge, con la repressione, ma con una pluralità di interventi sociali, culturali ed in generale di prevenzione che devono vedere il concorso di altri soggetti, oltre alla Regione.
Entro quali termini il progetto sul gioco approderà in Consiglio regionale?
Difficile prevedere i tempi, sicuramente il tema è sentito dalle forze politiche presenti in Consiglio regionale e confidiamo che vi possa essere un percorso abbastanza rapido.
La Stabilità e anche la Delega fiscale prevedono importanti risorse da destinare alla lotta al Gap. Quanto contano per la Regione questi interventi?
Le risorse economiche sono naturalmente importanti, perché è evidente che occorre spendere per prevenire e contrastare il gioco d’azzardo patologico: pensiamo, però, che molti risultati positivi si possano conseguire anche con una modificazione dei comportamenti della popolazione, attraverso iniziative di sensibilizzazione che partano dalle scuole e dal coinvolgimento attivo dei giovani. L’essenziale è che vi sia coordinamento tra Stato, Regioni e gli altri soggetti che si occupano di questa materia, per evitare sovrapposizioni e dispersioni.
PressGiochi
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