“Leggiamo con grande preoccupazione in questi giorni che il consigliere regionale Leone ed altri esponenti della Lega Salvini Piemonte hanno presentato un progetto di Legge urgente in Consiglio regionale per
“Leggiamo con grande preoccupazione in questi giorni che il consigliere regionale Leone ed altri esponenti della Lega Salvini Piemonte hanno presentato un progetto di Legge urgente in Consiglio regionale per abolire la cosiddetta “retroattività” dell’applicazione del distanziometro previsto dalla Legge regionale 9 del 2016, allora approvata con i voti della Lega Nord”.
“Come Società Scientifica – ci scrive Paolo Jarre, Presidente Sezione Piemonte e Valle d’Aosta Società Italiana Tossicodipendenze SITD – riteniamo che questo sarebbe un provvedimento sciagurato che, oltre a non incidere in modo significativo sul settore del commercio dell’azzardo (i baristi e i tabaccai che hanno tolto ormai 2 anni fa le slot machine per l’eccessiva vicinanza ai cosiddetti “punti sensibili” si sono oramai riorganizzati il lavoro) avrebbe un impatto DISASTROSO sulla prevalenza del gioco con apparecchi e provocherebbe una nuova impennata di gioco problematico e patologico in Piemonte. Sarebbe una modifica legislativa gravissima, al pari del diffondere scientemente un’infezione. Pur non volendo entrare negli aspetti politici del dibattito non possiamo non constatare come siano lontani i tempi nei quali la Lega Nord, primo partito in Italia faceva la guerra in Lombardia e Veneto all’azzardo di Stato di “Roma ladrona”. Ora sembra che la Lega nazionale si sia dimenticata delle proprie origini e, forse per fare contento qualche centinaia di commercianti dell’azzardo, sembra disposta a creare un danno sanitario a migliaia o decine di migliaia di cittadini piemontesi. E’ impossibile non sottolineare come si tratti di un provvedimento proposto in barba a tutte le evidenze disponibili. I dati del Libro Blu 2018 dei Monopoli di Stato sui volumi del gioco d’azzardo in Italia e le prime risultanze dello Studio GAPS del CNR di Pisa confermano inequivocabilmente l’efficacia della Legge Regionale del Piemonte nel ridurre l’impatto sanitario dell’offerta di gioco di Stato con apparecchi automatici. I DATI ECONOMICI
I dati che si presentano brevemente NON SONO STIME MA DATI REALI DEI MONOPOLI. (a) GIOCO TOTALE In Piemonte nel 2018 il gioco lecito complessivo (la somma del gioco offline e online) ha comportato una raccolta complessiva di 6582 milioni di € (1504 € per abitante), nel resto d’Italia di 100.187 milioni di € (1786 euro per abitante). In Piemonte quindi il giocato è stato il 6,16 % del dato nazionale a fronte di una popolazione che è il 7,24% di quella italiana. Se in Piemonte si fosse giocato come nel resto d’Italia la somma totale investita nel gioco sarebbe stata 7816 milioni, 1234 milioni in più dell’effettivamente giocato nella regione. In Piemonte il dato complessivo è comunque, grazie in particolare alla crescita del gioco online, in lieve crescita negli ultimi anni; dal 2015 cresce complessivamente del 6,6% (+ 409 milioni, da 6173 a 6582); ma nel resto d’Italia la crescita è molto più consistente, + 22,2% (da 81.965 milioni a 100.187 milioni). Il giocato in Piemonte nel 2015 era il 7% del dato nazionale, nel 2018 scende al 6,16 %. (b) GIOCO FISICO TOTALE Dal 2016 al 2018 nel resto d’Italia la “raccolta” fisica – globalmente intesa – CRESCE di 1090 milioni (da 69.610 a 70.700 milioni, +1,6%), in Piemonte essa DIMINUISCE di 497 milioni (da 5127 a 4630 milioni, -9,7%).
(c) GIOCO CON APPARECCHI FISICI (New Slot e VLT) Essendo la restrizione piemontese incentrata sugli apparecchi (dapprima nel 2016 con le limitazioni orarie dei Comuni, poi da fine 2017 con il “distanziometro”) la discrepanza si fa ancora più rilevante. Dal 2016 al 2018 la “raccolta” dagli apparecchi fisici nel resto d’Italia è sostanzialmente stazionaria (-0,4%, da 45.879 a 45.687 milioni), in Piemonte DIMINUISCE FORTEMENTE; – 19,9%, da 3709 a 2975 milioni, 734 milioni giocati in meno nel 2018 rispetto al 2016 con New Slot e VLT. (d) DIFFUSIONE DEGLI APPARECCHI AUTOMATICI DI GIOCO A distanza di poco più di 1 anno dall’inizio dell’applicazione del cosiddetto “distanziometro” agli esercizi generalisti (bar, tabacchi), a fine 2018 in Piemonte vi era un locale con slot-machine ogni 2413 abitanti contro una media nazionale di 1 locale ogni 962 residenti; questo significa che si è realizzata in poco più di 1 anno una consistente rarefazione spaziale dell’offerta di gioco con apparecchi che verosimilmente è quella che ha avuto l’impatto maggiore (accanto alla riduzione temporale prescritta da molti Comuni) sulla spesa per il gioco. Questo è un risultato che ha un impatto preventivo straordinario come documentato da tutta la letteratura scientifica specifica che dimostra come la prossimità dell’offerta sia il fattore di rischio più importante per l’iniziazione e lo sviluppo di una carriera di gioco problematico/ patologico.
(e) IL GIOCO ONLINE Dal 2015 al 2018 (primo semestre) la crescita è stata maggiore in Italia (+ 81%) che nel solo Piemonte (+75%).
CONCLUSIONI SUGLI ASPETTI ECONOMICI Nei primi 2 anni di applicazione la Legge regionale piemontese ha determinato una fortissima contrazione del gioco con apparecchi automatici di gioco cui è corrisposto un modesto incremento del denaro investito in altri giochi fisici.
Fatto 100 il non più giocato nelle slot-machine gli altri giochi offline hanno subito un incremento molto minore: il dato del reinvestito, PERCHE’ non giocato più negli apparecchi, equivale a meno di ¼, 22. Cento risparmiato con gli apparecchi, 22 reinvestito in altro gioco offline; circa la metà nelle lotterie istantanee, poi Lotto, giochi numerici a totalizzatore, scommesse virtuali. In misura minima nelle scommesse sportive. Di fatto, GRAZIE alla LEGGE, il denaro investito dai piemontesi nell’azzardo di Stato, in soli due anni è diminuito di mezzo miliardo di € e le perdite sono diminuite di 222 milioni.
Ciò in uno scenario in cui nel resto d’Italia continua a crescere l’investimento ANCHE nel gioco offline.
Il fatto che la restrizione piemontese abbia comportato un modesto incremento aggiuntivo rispetto al resto d’Italia dell’investimento in tutti gli altri giochi offline- spiega Jarre – è un dato trascurabile sul piano clinico, dal momento che oltre l’80 % della patologia da gioco in denaro rilevata nei servizi piemontesi (e italiani e mondiali) è da attribuire all’uso di apparecchi automatici di gioco. Dispositivi che le evidenze scientifiche in tutto il mondo pongono, da molti anni, al primo posto in termini di pericolosità nello sviluppo di un comportamento di gioco problematico e patologico. I DATI EPIDEMIOLOGICI Le principali risultanze epidemiologiche dello Studio GAPS Piemonte 2018 (Gambling Adult Population Survey) (il report è scaricabile dalla home page dell’ASL TO3 Piemonte http://www.aslto3.piemonte.it/) Nel 2018 in Piemonte ha giocato d’azzardo una percentuale della popolazione generale più bassa di quella nazionale rilevata in IPSAD 2017 (-22%). In generale, nelle ASL in cui si gioca meno on-site si gioca meno anche online. Questo a confermare ulteriormente l’assenza di un fenomeno “a vasi comunicanti” tra i 2 comportamenti. Nel 2018 ha giocato d’azzardo il 32,7% dei residenti in Piemonte di età compresa tra 18 e 84 anni (M = 38,2%; F = 27,5%). Tale dato risulta nettamente più basso di quello nazionale e anche di quello regionale nel 2017 (IPSAD ITALIA 2017 = 41,9; IPSAD 2017 solo Piemonte = 33,7%). Se in Piemonte nel 2018 si fosse giocato come nel resto d’Italia avrebbero praticato almeno una volta un gioco in denaro oltre 350.000 persone in più; tra queste diverse migliaia di minori, decine di migliaia di anziani, molti che avrebbero così incamminato inersorabilmente una carriera di gioco problematico/patologico.
La minor prevalenza generale di comportamento di gioco è un dato incontrovertibile dell’efficacia preventiva della Legge.
La prevalenza di gioco problematico (rischio moderato/severo) in Piemonte è inferiore a quella italiana registrata in IPSAD 2017 (circa la metà). Sulla base del Canadian Problem Gambling Index (CPGI), test di screening validato per l’Italia dai ricercatori del CNR, nel 2018 l’1,54% dei residenti in Piemonte di età compresa tra 18 e 84 anni (circa 50.000 persone) aveva un profilo di gioco problematico (a rischio moderato/severo). In Italia in IPSAD 2017 tale prevalenza era più che doppia, del 3,3%. Incrociando i dati della prevalenza del gioco in denaro e di quella del gioco “a rischio” si può concludere che: – in Piemonte nel 2018 la prevalenza di gioco “a rischio” (sommando il rischio minimo, quello moderato e quello severo) nella popolazione generale era del 4,53% e nei soli giocatori del 13,9%; – in Italia nel 2017 la prevalenza di gioco “a rischio” (sommando il rischio minimo, quello moderato e quello severo) nella popolazione generale era del 9,30 % e nei soli giocatori del 22,2 %. Ciò significa che, pur essendoci stati in Piemonte circa ¼ di giocatori in meno (32,7 versus 41,9%), gli stessi giocatori hanno giocato in modo significativamente (quasi il 50% in meno, dal 22,2 al 13,9%) meno rischioso/problematico. Ciò a contraddire robustamente quanto sostenuto dalla filiera commerciale che riducendosi la platea dei giocatori si sarebbero scoraggiati solo i cosiddetti giocatori “sociali”, ciò comportando un incremento relativo in termini percentuali di comportamenti problematici tra i giocatori residui”.
PressGiochi