In seguito alle dichiarazioni del sindaco di Torino, Chiara Appendino che ha spiegato i contenuti dell’ordinanza che ridurrà l’orario di accesso alle slot dalle 14 alle 18 e dalle 20
In seguito alle dichiarazioni del sindaco di Torino, Chiara Appendino che ha spiegato i contenuti dell’ordinanza che ridurrà l’orario di accesso alle slot dalle 14 alle 18 e dalle 20 e alle 24 abbiamo chiesto un parere al Partito Democratico ed in particolare al consigliere regionale Nadia Conticelli che ha lavorato in prima persona alla mozione che ha poi portato alla legge regionale che è stata appunto recepita dalla giunta torinese.
“I comuni avevano un tempo limitato per recepire la legge- ha commentato a PressGiochi- il comune di Torino, anche se ovviamente la notizia fa più sensazione, è stato tra gli ultimi. Sono arrivate una marea di ordinanze simili”.
Il consigliere quindi, anche se esprime una generale soddisfazione per il lavoro congiunto “nelle commissioni, oltre che in consiglio” che ha portato, attraverso un percorso tecnico, ai recenti e più concreti sviluppi, sottolinea anche il dato politico. Un dato da non sottovalutare e che ridimensiona molti entusiasmi mediatici del Movimento Cinque Stelle sull’efficientismo amministrativo in quanto motore dell’intera “operazione azzardo” è stata la regione (di maggioranza democratica).
“Il Piemonte ha una percentuale di giocatori problematici maggiore della media nazionale- prosegue la Conticelli- da questo è partita l’esigenza della legge, un percorso complesso proprio per la mancanza di una normativa nazionale in materia. Una normativa di riordino dell’intero settore che sarebbe necessaria”.
Come è noto i punti salienti della legge stessa sono le distanze fissate a 500 metri, l’interruzione degli orari di gioco continuativi (almeno 3 ore) ed il divieto di pubblicità.
“Ora la palla è proprio ai comuni- conclude il consigliere- anche se ci sono altre cose da fare. In particolare la legge è stata pensata per risolve i problemi della città metropolitana, dove soprattutto nelle periferie a causa delle problematiche economiche i punti di gioco stanno proliferando, ma in Piemonte ci sono 1200 comuni e esistono anche paesi con un singolo bar dove sono presenti due slot, realtà sociali molto diverse. Per questo non vogliamo penalizzare questi esercizi, importante oltre il lavoro dei sindaci è anche quello di responsabilità degli stessi gestori”.
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