23 Dicembre 2024 - 04:43

Piacenza, progetto Iceberg: i quindicenni giocano d’azzardo soprattutto nei bar

Occorrono alleanze. Tra agenzie educative, la scuola, le associazioni, le istituzioni, la famiglia. Di questo c’è bisogno. Viene invocato a gran voce da più parti. Per dialogare meglio con i

30 Marzo 2023

Occorrono alleanze. Tra agenzie educative, la scuola, le associazioni, le istituzioni, la famiglia. Di questo c’è bisogno. Viene invocato a gran voce da più parti. Per dialogare meglio con i giovani, perché questo aiuta ad affrontare, e prevenire, tante problematiche esistenziali e della crescita, sempre più diffuse, gravi e complesse, a livello psichico e comportamentale. Ritiro sociale, dipendenza da sostanze, episodi di violenza e bullismo, disturbi dell’alimentazione, forme di autolesionismo. E pure il gioco d’azzardo è ormai entrato nella quotidianità dei nostri figli. Scommesse, online e offline con gli amici, Gratta e Vinci, ma anche slot VLT, poker, lotto, bingo…”soprattutto nei luoghi non dedicati, i bar”.

Lo dice un’indagine compiuta in otto scuole superiori di Piacenza e provincia (391 gli studenti intervistati dai 14 ai 19 anni) dove – in linea di quanto emerge anche a livello nazionale – si evince che 4 adolescenti su 10 giocano d’azzardo off line e on line almeno una volta al mese (e non mancano anche quelli che giocano tutti i giorni). Sono soprattutto quindicenni. Circa il 3% di loro si trova già in situazione di gioco problematico, e un altro 3% in situazione di rischio. Ma c’è di più: dalle risposte ai questionari risulta che circa il 3% riconosce di avere almeno un genitore con un problema di gioco d’azzardo (dato questo che coincide con i risultati di sondaggi sull’azzardo nel mondo adulto).

Ricevendo l’adesione di tutte le scuole superiori del territorio, la ricerca è stata compiuta nell’ultimo triennio – a cavallo della pandemia che ha giocoforza dilatato i tempi – nei plessi Mattei di Fiorenzuola e Volta di Castelsangiovanni, e, in città, nei licei Colombini e Respighi e nell’istituto tecnico e istituto professionale (Casali) dell’istituto tecnico Romagnosi. In regia la cooperativa L’Arco e l’associazione La Ricerca in collaborazione con l’associazione And (Azzardo e nuove dipendenze) e le Università di Losanna e di Firenze, nell’ambito del “Progetto Iceberg – Il lato nascosto dell’Azzardo” promosso dall’Ausl di Piacenza e finanziato dalla Regione Emilia Romagna.

I risultati sono stati illustrati dalla dott.ssa Valeria Menta (responsabile dell’Ufficio Statistica e Ricerca Sociale dell’associazione La Ricerca) nel corso di un seminario rivolto a docenti e operatori sociosanitari e aperto dalla direttrice sociosanitaria dell’Ausl di Piacenza, Eleonora Corsalini (l’Ausl ha avuto nel Progetto Iceberg un ruolo promotore determinante), giudicando l’indagine “uno strumento fondamentale per capire che percezione e grado di consapevolezza e di coinvolgimento hanno i giovani sull’azzardo, e da qui partire per programmare nuovi servizi e risposte attraverso attività di prevenzione, progetti e sportelli d’ascolto nelle scuole”. Proprio con il mondo della scuola ha sfondato una porta aperta, ad ascoltare il segnale di “sos” lanciato dalla prof. Raffaella Fumi, dirigente scolastica dell’Istituto Romagnosi, 2035 iscritti, la quale ha rimarcato quanto la scuola – luogo di aggregazione per eccellenza – necessiti di alleanze per affrontare i cresciuti problemi dei ragazzi, “alleanze possibili, che quando ci sono – e ha citato progetti sperimentati con l’associazione La Ricerca, con gli Educatori di Strada, con la comunità di San Patrignano – funzionano”.

Di grande impatto ed efficace per spingere a non lasciare sommerso il problema-azzardo l’intervento introduttivo del dottor Maurizio Avanzi, responsabile della cura del Disturbo da Gioco d’Azzardo per l’Ausl di Piacenza, dove nel 2019 sono stati seguiti 188 pazienti, un po’ meno nel 2020, quando sono stati 119, un calo dovuto alla pandemia, impossibilitati a uscire alcuni di loro ci hanno poi detto: ‘Stavo bene perché non potevo giocare”. E questo – ha ribadito l’esperto – deve farci riflettere su quanto sia importante incidere sulla facilità e diffusione capillare dei luoghi dedicati e delle occasioni di gioco sempre più a portata di mano e di mouse. I giocatori intercettati nel 2022 sono intanto già saliti a 135, ma non sono che la punta dell’iceberg di un sommerso ben più popolato. Tenete poi conto del fatto – ha osservato – che chiunque, anche la persona più accorta è a rischio di finire intrappolata nelle spire del gioco d’azzardo: “ci si finisce di pancia, non di cervello”. La questione ha anche una valenza clinica, di qui anche l’intervento della primaria della dott.ssa Elena Uber, direttrice del Ser.DP (Servizio Dipendenze Patologiche) dell’Ausl di Piacenza. Qualche dato che dovrebbe far riflettere: “L’Italia è al quarto posto nella classifica mondiale dei soldi persi per scommesse, nelle slot machine e quant’altro (in tutto il mondo si contano circa 455 miliardi di dollari persi) e siamo il Paese dove si vendono più Gratta e Vinci al mondo. In Emilia Romagna le statistiche parlano di 1350 euro giocati pro-capite offline e 400 online. Chiaro che non siamo tutti giocatori, quindi la deduzione è presto fatta”. Trilussa insegna con il famoso esempio emblematico della distorsione delle medie della Statistica: “…se tu mangi due polli al giorno, e io nessuno, tu e io mangiamo in media un pollo al giorno a testa”.

 

PressGiochi

Fonte immagine: https://laricerca.net/il-gioco-dazzardo-cattura-4-giovani-su-10-soprattutto-minorenni-urge-fare-prevenzione-alleiamoci/