Non si può parlare di riordino senza risolvere prima la questione territoriale. Alla base di provvedimenti degli enti locali credo sia un equivoco di fondo e strumenti non adatti a
Non si può parlare di riordino senza risolvere prima la questione territoriale. Alla base di provvedimenti degli enti locali credo sia un equivoco di fondo e strumenti non adatti a perseguire lo scopo principale di tutela della salute. Come testimoniano anche importanti sentenze, la necessità di tutelare la salute pubblica è predominante rispetto ad altri interessi e questo è condivisibile. Meno comprensibile è come si possa da questo passare a divieti proibizionisti. Distanze e riduzioni ad oggi non hanno raggiunto davvero risultati sul fronte della tutela della salute. A dieci anni di distanza se siamo ancora qui a parlare di questo problema forse è arrivato il momento di pensare proposte diverse.
Dovremmo pensare ad una rimodulazione del settore del gioco che passa da un ripensamento del numero dei punti presenti sul territori. Un numero chiuso di soggetti che possano offrire giochi e che rappresenterebbe anche uno strumento per coinvolgere gli enti locali senza il pericolo che la rete venga allargata a dismisura. Lo si può fare partendo dai concessionari e sale giochi dedicate e dall’altra rete delle tabaccherie che offrono gioco da molto prima che aprissero le sale.
Bisogna innalzare la professionalità dei punti vendita, puntando e investendo sui punti vendita, coinvolgendo le imprese e anche puntando sulla tecnologia”.
Lo ha dichiarato Giorgio Pastorino di STS FIT intervenendo all’evento organizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) dal titolo “Oltre le incertezze. Verso il riordino del gioco legale”.
PressGiochi
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