Ad aprile sono state 64, a maggio 65 e a giugno 76 le nuove attività connesse al settore delle lotterie, scommesse e case da gioco che hanno preso il via
Ad aprile sono state 64, a maggio 65 e a giugno 76 le nuove attività connesse al settore delle lotterie, scommesse e case da gioco che hanno preso il via in Italia. Secondo i dati del Ministero dell’Economia e Finanze, il numero di nuove aperture tra aprile e giugno si riduce nei tre mesi rispettivamente del -16%, -1,56% e -11,11% rispetto agli stessi periodi di riferimento del 2018.
Nel complesso dell’anno, sono state avviate nel settore del gaming nel primo semestre 412 nuove attività con partita Iva. Pensare che nei primi sei mesi del 2018 erano ben 523 le nuove partite Iva aperte nel settore.
A livello generale, la maggior parte degli avviamenti riguarda le persone fisiche (73.5%), con un incremento di avviamenti pari al 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre le forme societarie mostrano significative flessioni (-9% le società di capitali e -15.6% le società di persone).
La distribuzione per natura giuridica mostra che il 73.5% delle nuove aperture è stato effettuato dalle persone fisiche, il 20,5% da società di capitali, il 3,3% da società di persone; aumenta sensibilmente il numero dei “non residenti” e quello delle “altre forme giuridiche” che insieme rappresentano il 2,7% delle nuove aperture.
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale circa pl 43% delle nuove aperture si è effettuato al Nord, il 21,8% al Centro e il 35% al Sud e Isole.
Il confronto con lo stesso periodo dell’anno scorso mostra un generalizzato incremento di avviamenti: i più notevoli in provincia di Bolzano (+19.1%), Lombardia (+13.3%) e provincia di Trento (+12,4%); in calo la Basilicata (-5%), il Friuli Venezia Giulia (-4%) e le Marche (-3%).
In base alla classificazione per settore produttivo, il commercio risulta essere il più gettonato con il maggior numero di aperture di partite Iva con il 19.7%del totale, seguito dalle attività professionali (16.8%) e dall’agricoltura (10.6%).
Rispetto al secondo trimestre 2018, tra i settori principali i maggiori aumenti si notano nell’istruzione (+23,1%), nelle attività professionali (+17.8%) nell’edilizia e nelle attività finanziarie (+10.7%).
Il calo più consistente di avviamenti si nota nell’agricoltura (-15.5%) mentre flessioni più modeste si evidenziano nelle attività manifatturiere (-1.5%) e nell’alloggio e ristorazione (-0.5%).
La ripartizione di genere, relativamente alle persone fisiche, mostra il prevalere della quota maschile con il 62.7% del totale delle nuove aperture. Il 44.4% è stato avviato da giovani fino a 35 anni e il 32.8% da persone appartenente alla fascia di età dai 36 ai 50 anni; rispetto allo stesso periodo del 2018 tutte le classi di età registrano incrementi di aperture il più consistente dei quali si riscontra nella classe da 51 a 65 anni con il +14.6%.
Continuando la lettura dei dati secondo il Paese di nascita si riscontra che il 17.8% delle aperture è effettuato da persone nate all’estero.
Infine 66.126 persone hanno aderito al regime forfetario, pari al 48.5% del totale delle nuove aperture don un notevole aumento (+35.8%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, dovuto alle modifiche normative introdotte con la legge di bilancio 2019, che ha elevato a 65mila euro il limite di ricavi per fruire del regime forfetario.
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