Gli operatori del gioco pubblico in Emilia Romagna sono colpiti da una legge regionale (legge n.5 luglio 2013 e sue modifiche ed integrazioni) retroattiva che comporta la chiusura del 90%
Gli operatori del gioco pubblico in Emilia Romagna sono colpiti da una legge regionale (legge n.5 luglio 2013 e sue modifiche ed integrazioni) retroattiva che comporta la chiusura del 90% degli operatori attivi, questo facendo leva su un distanziometro di 500 metri da tutta una serie di luoghi sensibili comportando un palese effetto espulsivo del gioco dal territorio. Circostanza questa ultima che genera dei veri e propri espropri privi di naturale indennizzo. I maggiori enti di ricerca quali EURISPES, CGIA MESTRE, DOXA esprimono pareri molto negativi sui distanziometri.
Per modificare questa legge e tutelare la categoria dei lavoratori del gioco pubblico prima che al 31 dicembre entri definitivamente in vigore la norma, l’associazione di categoria UTIS (Unione Totoricevitori Italiani Sportivi) ha lanciato questa petizione su Change.org e l’ha diretta a Stefano Bonaccini (presidente Regione Emilia Romagna).
Permettiamoci una considerazione: per gli operatori del settore l’iter legislativo è stato probabilmente dettato da una regola morale ma sotto una spinta emotiva eccessiva che ha portato a sottovalutare gli effetti reali del provvedimento. Gli organi governativi e legislativi regionali possono ancora evitare che il perseverare della legge regionale esplichi gli effetti catastrofici che a breve esporremo. E’ chiaro che il perseverare sulla strada tracciata denotera’ la qualita’ della politica messa in campo e accentuera’ il chiaro interesse di valutare il provvedimento sotto un profilo essenzialmente matematico, con il solo fine di fare una conta del consenso per fini elettorali sparando a zero sui soggetti deboli e sul tessuto produttivo di un settore che ha la colpa di aver seguito le regole imposte dallo Stato per operare regolarmente.
Parliamo di persone, cittadini e contribuenti della Regione Emilia Romagna. Operatori pienamente autorizzati dallo Stato e dagli organi di pubblica sicurezza:
Sono interessate alla normativa le seguenti categorie:
Tutto questo provochera’ un danno occupazionale pari a circa 15.000 unita’, ma anche un danno da gettito erariale statale, regionale, comunale nonche’ una crescita dei costi per Naspi, Reddito di Cittadinanza ecc.
Da sottolineare, inoltre, i numerosissimi ricorsi pendenti in carico ai comuni inerenti il risarcimento delle categorie suddette nonché il danno da mancato guadagno dei concessionari che hanno ottenuto dallo Stato onerosi titoli autorizzatori.
I dati su cui gli organi regionali poggiano il provvedimento normativo sono i seguenti:
circa 1200 soggetti in cura nei sert regionali cioè lo 0,0003% dei 4.459.477 emiliano-romagnoli senza considerare i non residenti (studenti e lavoratori fuori sede).
I dati sert-serd sono consultabili sui siti AUSL regionali, i piu aggiornati sono quelli della provincia di Bologna con 194 casi nel 2018 (a fronte di 855.000 maggiorenni dato Istat).
Percentuale di reddito spesa per giochi nel 2018 pari a 1,58%, che posiziona l’Emilia Romagna in tredicesima posizione.
Parliamo di una spesa pro-capite mensile di €36. (dato ADM)
Analizzando le scommesse ad esempio parliamo di 16€ di spesa annua procapite con payout pari all’85% del giocato (dato ADM).
Il divieto in oggetto alimentera’ la criminalita’ nel settore e non servira’ affatto a prevenire la ludopatia, anzi spostera’ il soggetto problematico su diversi circuiti spesso illeciti aumentando a dismisura i reati di usura e minaccia aggravando per cui notevolmente il disagio sociale.
E’ fondamentale che l’assemblea legislativa o la giunta regionale approvi una proroga degli effetti della norma, allineandosi alla quasi totalita’ delle Regioni che hanno prorogato in attesa di riforma statale organica o a quelle che non prevedono la retroattivita’, dando in sostanza seguito all’accordo Stato/Regioni del settembre 2017 siglato anche dal Presidente Stefano Bonaccini. Riteniamo pacifico il principio secondo cui la legge debba regolare per il futuro.
Saranno cosi evitate:
La ludopatia va affrontata con una minuziosa ananalisi sulle tipologie di gioco e sui luoghi in cui il gioco viene offerto, mettendo in campo forme di massima collaborazione tra operatori sul territorio e istituzioni regionali, locali, sanitarie e di pubblica sicurezza all’insegna inoltre di imponenti campagne di informazione correlate.
E’ opportuno sottolineare che ADM (Agenzia Dogane e Monopoli) ha in atto con gli operatori del settore un importante lavoro di aggiornamento tecnologico teso ad informare ed eventualmente bloccare i comportamenti compulsivi dei giocatori problematici, oltre ad aver dotato gli enti locali dell’applicativo SMART che consente l’analisi dei flussi di gioco.
PressGiochi
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