Dopo l’ok di ieri per formare un Governo tra M5S e Pd guidato ancora da Giuseppe Conte, oggi si avviano al Quirinale le consultazioni del presidente Sergio Mattarella. Il presidente
Dopo l’ok di ieri per formare un Governo tra M5S e Pd guidato ancora da Giuseppe Conte, oggi si avviano al Quirinale le consultazioni del presidente Sergio Mattarella. Il presidente della Repubblica potrebbe già domani dare l’incarico a Giuseppe Conte di formare un nuovo governo.
I primi ad essere ricevuti da Sergio Mattarella saranno i presidenti di Camera e Senato, Fico e Casellati, seguiti dei rappresentanti del gruppo misto. Mercoledì sarà la volta di Leu (alle 10,30) e Fratelli d’Italia (alle 11). Alle 16 toccherà a Forza Italia, alle 17 al Pd, alle 18 sarà accolta la delegazione della Lega e, infine, alle 19, quella del M5s.
Per la squadra di governo M5s-Pd, tuttavia, si fanno già i nomi dei ministri. Di sicuro né il segretario del Pd Nicola Zingaretti, né l’ex premier Matteo Renzi faranno parte del nuovo governo.
Tra i nodi, oltre a quello del premier, c’è poi quello del capo politico del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio, che nel governo uscente ha ricoperto il triplice ruolo di vicepremier, titolare del Mise e del ministero del Lavoro e che negli ultimi ‘totoministri’ viene accreditato anche per dicasteri quali Difesa e Interno.
Tra i nomi in lizza per il Viminale si fanno poi quelli del capo della polizia Franco Gabrielli e di Marco Minniti, ex ministro dell’Interno del governo Renzi.
Il grillino Alfonso Bonafede potrebbe restare ministro della Giustizia e Riccardo Fraccaro potrebbe essere riconfermato ministro dei Rapporti con il Parlamento. Anche se sui fedelissimi di Di Maio è puntato più di un riflettore: entrambi sarebbero percepiti da una parte degli eletti come troppo legati all’era grillo-leghista, ormai al tramonto. In quota per la Giustizia, nei giorni scorsi, si sono fatti anche il nome di Pietro Grasso di Leu e Andrea Orlando, ma quest’ultimo, stando agli ultimi rumors, potrebbe ricoprire il ruolo di vicepremier. Ipotesi ovviamente tutte da verificare nel confronto Pd-5 Stelle.
Per quanto riguarda la casella chiave dell’Economia, ministero che sarà subito coinvolto nella legge di Bilancio e che è determinante nel dettare l’agenda economica e fiscale per il settore dei giochi pubblici, potrebbe essere affidata a un nome di peso. Non è escluso che il ministro Giovanni Tria resti al suo posto. Ma a guidare via XX Settembre potrebbe essere anche il senatore Pd Antonio Misiani, molto vicino a Zingaretti, oppure Pier Carlo Padoan.
Tra i dem in lizza per un mistero circolano inoltre i nomi di Paola De Micheli, che potrebbe andare al ministero dello Sviluppo economico, Tommaso Nannicini e Roberto Morassut. Per la minoranza vengono avanzati i nomi di Lorenzo Guerini e Ettore Rosato o Andrea Marcucci. Non è ancora chiaro se potrà avere un ruolo anche l’ex premier Paolo Gentiloni. Molti lo accreditano alla Farnesina, dove tuttavia potrebbe restare Moavero Milanesi.
PressGiochi
Fonte immagine: Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti in un immagine del 10 dicembre 2018. . ANSA/RICCARDO ANTIMIANI