“Se una città vuole imporre regole più stringenti, il governo non può impedirlo”. Lo afferma a Ilfattoquotidiano.it il vicesindaco di Napoli Enrico Panini commentando la norma inserita all’art. 92 della
“Se una città vuole imporre regole più stringenti, il governo non può impedirlo”.
Lo afferma a Ilfattoquotidiano.it il vicesindaco di Napoli Enrico Panini commentando la norma inserita all’art. 92 della manovra e volta a stabilire regole generali di distribuzione dell’offerta di gioco.
“Siamo usciti indenni da decine di ricorsi al Tar – afferma – e ciò dimostra la bontà di quanto fatto finora. Una legge nazionale potrebbe anche essere utile”, ammette, “ma l’autonomia degli enti locali deve essere salvaguardata. Non vorrei che l’obiettivo del governo alla fine sia quello di ricalcare vecchie pulsioni, cioè reperire risorse per le finanze pubbliche attraverso le nuove gare per gli operatori”.
“Bisogna stringere le maglie del gioco d’azzardo, non allargarle”, commenta invece il primo cittadino pentastellato di Caltanissetta, Roberto Gambino. “Spetta poi a sanità regionale e a servizi sociali comunali intervenire, specie quando il gioco si trasforma in patologia. Qui a Caltanissetta tanta gente vive centri scommesse e slot machine quasi come un rifugio. Solo i sindaci conoscono davvero a fondo le esigenze del proprio territorio”.
Ad intervenire infine l’assessore a sanità e servizi sociali della Lega in Veneto Manuela Lanzarin. A suo parere “Non si può vanificare tutto quello che è stato fatto negli anni contro questa piaga. Va rivisto l’intero sistema”, soprattutto se si pensa che la ludopatia “è diventata una piaga sociale distruttiva per intere famiglie”. Lo Stato, aggiunge, “dovrebbe difendere il coraggio mostrato da tanti sindaci del nostro Paese, anziché pensare ad incassare scaricando tutto il resto sulle nostre spalle”.
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