26 Dicembre 2024 - 05:36

Palermo. Gaetti (Sottsegr. Stato): “Sul Gap l’intervento più organico è stato il decreto Balduzzi”

Si è parlato di gioco nei giorni scorsi a  Palermo, nell’ambito della Tavola Rotonda “Azzardo. Tra i relatori sono intervenuti anche Vittorio Alfisi, Presidente Fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia› Sicilia;

01 Marzo 2019

Si è parlato di gioco nei giorni scorsi a  Palermo, nell’ambito della Tavola Rotonda “Azzardo. Tra i relatori sono intervenuti anche Vittorio Alfisi, Presidente Fondazione Ss. Mamiliano e Rosalia› Sicilia; Padre Basilio Gavazzeni, Presidente Fondazione Lucana Mons. Cavalla› Basilicata; Francesco Marzano, Presidente Fondazione San Matteo Apostolo› Calabria; Amedeo Scaramella, Presidente Fondazione San Giuseppe Moscati› Campania che hanno reso noti i dati sull’azzardo delle rispettive regioni.

“Nonostante il nostro grido d’allarme che parte da molto lontano – ha dichiarato Mons. Alberto D’Urso, presidente della Consulta Nazionale Antiusura –  i Monopoli stanno promuovendo a velocità supersonica l’immissione sul mercato di 265 mila slot e più di 55.000  pericolosissime moderne videolottery che  equivalgono a 750 milioni circa di euro che nel 2019 saranno sottratti  in più alle tasche dei giocatori. In sostanza la tassazione dello  Stato continua a non risparmiare le vittime dell’azzardo”.

A destare grande preoccupazione è l’azzardo on line in continua espansione. Su 32 miliardi di gioco on line registrati nel 2018 le entrate dello Stato equivalgono a circa 330 milioni, pari a circa l’1%. E se i concessionari prendono il 2%, i proventi delle mafie sono pari a un miliardo e mezzo su 4 miliardi gestiti dai siti internet.

E allora come arginare questa terribile diffusione. Ci sono comuni come Bergamo, Anacapri che dopo aver adottato dei regolamenti comunali no-slot registrano vistose diminuzioni del consumo di azzardo, e non solo. È necessario anche un cambio di passo da parte dell’approccio culturale rispetto ai temi economici: l’economia non  può essere solo sinonimo di profitto, è anche comunione, solidarietà e bene comune.

“Basta con i termini “giochi di abilità a distanza” dove di abilità non c’è niente ma è solo un casinò on line; basta con i rimandi e con le necessità di bilancio statale che a conti fatti tra costi e benefici registra solo perdite – dice Ruggero Ricco, Segretario Nazionale della Consulta Antiusura. – Non è abolendo l’offerta che si può sperare in una diminuzione dell’azzardo”.

“Esiste una sproporzione enorme tra il volume del giocato e il ricavo erariale. Siamo passati da 5 modalità di gioco d’azzardo a 51 e abbiamo 4 milioni di persone fisiche che si sono registrate on line,  – spiega Maurizio Fiasco, consulente della Consulta nazionale Antiusura – con un profilo che fornisce indicazioni su età del giocatore, provenienza e orari di gioco. Il paradosso è che questi ‘big data’ non sono a disposizione del ministero della Salute, ma vengono concessi alla Sogei”.

Gli interventi legislativi susseguitisi negli ultimi anni sulla materia non appaiono  coerenti tra loro, poiché questa materia si trova al centro di una fitta trama di interessi contrapposti. “Attraverso il controllo del gioco lecito lo Stato eviterebbe il riciclaggio di denaro di illecita provenienza, il ricorso a forme di violenza nei confronti dei giocatori insolventi e l’incremento dei patrimoni della malavita organizzata – spiega Giovanna Nozzetti, Giudice terza sezione Civile Tribunale di Palermo -. Per questa ragione, la legislazione di settore si sarebbe orientata non tanto verso l’enfatizzazione del disvalore morale del gioco d’azzardo, quanto piuttosto nella direzione della maggiore diffusione possibile del gioco lecito controllato dallo Stato”.

“Nel nostro ordinamento – dice Luigi Gaetti, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno –   l’intervento legislativo più organico in materia è stato effettuato, come noto, con il cosiddetto decreto Balduzzi (decreto legge n. 158 del 2012 , convertito nella legge n. 189 del 2012).  Tra le diverse tematiche affrontate la legge ha previsto l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (LEA) con riferimento alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da ludopatia.  Tuttavia, la riforma  è rimasta incompiuta”.

La tavola rotonda si conclude con Mons.  Alberto D’ Urso che così chiosa: “Dobbiamo camminare insieme. Abbiamo iniziato quasi 25 anni fa,  esiste la legge 108/96 grazie al nostro impegno e determinazione. La persistente crisi ha dimostrato tutte le inefficienze dei sistemi economici basati sul mero profitto. I poveri, che in questi anni sono diventati sempre più numerosi, non possono essere ignorati: riflettendo sulle loro situazioni, essi vanno recuperati alla nostra attenzione e diventare i protagonisti delle scelte del mondo economico e della politica, altrimenti non se ne esce. È necessario pertanto aprire percorsi di “economia di comunione” in cui l’approccio è capovolto: bisogna considerare gli attori dell’economia come persone che entrano in relazione le une con le altre per collaborare e condividere i beni propri e quelli degli altri”.

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