24 Novembre 2024 - 03:19

Operazione anticamorra: arrestate 42 persone tra Teverola e Carinaro (CE), accusate anche di estorsione nel gioco d’azzardo

Le forze dell’ordine hanno arrestato 42 persone coinvolte in un’operazione anticamorra nei comuni di Teverola e Carinaro, nella provincia di Caserta. Gli arrestati sono accusati di una serie di reati,

05 Settembre 2024

Le forze dell’ordine hanno arrestato 42 persone coinvolte in un’operazione anticamorra nei comuni di Teverola e Carinaro, nella provincia di Caserta. Gli arrestati sono accusati di una serie di reati, tra cui estorsione, riciclaggio, detenzione di armi, traffico e spaccio di droga, oltre ad associazione a delinquere di stampo mafioso.

L’operazione è stata condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Caserta, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
Delle persone fermate, 32 sono stati condotti in carcere, 3 sono finiti ai domiciliari, mentre per altri 7 è scattato il divieto di dimora in Campania. Tra i destinatari della misura compare anche un elemento di spicco di un gruppo camorristico operante proprio nella provincia di Caserta, tornato in libertà dopo aver scontato 19 anni di carcere ma che, appena uscito, ha ricominciato a riorganizzarsi e a riprendere le attività criminali, cercando di ristabilire il controllo sui traffici illeciti del territorio.

Le indagini, svolte tra il 2021 e il 2023, hanno permesso di documentare diverse attività criminali, tra cui estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti, con l’imposizione di servizi di vigilanza e installazione forzata di slot-machine.

In alcuni casi, è emerso anche il tentativo di controllare il settore delle onoranze funebri locali. Le modalità operative del clan si basavano su una strategia di intimidazione che sfruttava la paura e l’omertà diffusa tra gli imprenditori, molti dei quali temevano ritorsioni personali o contro le proprie attività. La pericolosità del gruppo era ulteriormente accentuata dal possesso di armi, utilizzate sia per intimorire che per risolvere conflitti interni al circuito criminale.

Il traffico di stupefacenti rappresentava una delle principali fonti di guadagno per l’organizzazione. Cocaina, hashish e marijuana venivano distribuiti in grandi quantità, quasi monopolizzando il mercato nei territori controllati dal clan. Numerosi consumatori si rivolgevano al gruppo per acquistare droga, spesso più volte al giorno. In caso di mancati pagamenti, non era raro che gli acquirenti subissero violenze o si vedessero sottrarre beni personali. Sono stati registrati casi di acquirenti che, non rispettando i pagamenti (che erano consentiti anche attraverso POS portatili) e le scadenze pattuite, venivano poi resi vittime di pestaggi e privazioni di beni personali.

Parallelamente agli arresti, è stato notificato un decreto di sequestro di beni mobili e quote societarie per un valore complessivo di oltre un milione di euro, riconducibili ad alcuni degli arrestati. È importante sottolineare che la misura cautelare è stata disposta durante le indagini preliminari e che i destinatari sono presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

 

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