Continuano le polemiche ad Oderzo, in provincia di Treviso, dove Marco De Blasis, capogruppo M5S ha recentemente presentato una mozione che “richiamava” al rispetto degli orari, ma la questione per
Continuano le polemiche ad Oderzo, in provincia di Treviso, dove Marco De Blasis, capogruppo M5S ha recentemente presentato una mozione che “richiamava” al rispetto degli orari, ma la questione per il “MoVimento” è anche politica.
“Il contrasto alla ludopatia era nel programma nostro e del Pd- ha commentato De Blasis- Appena insediata la nuova giunta, abbiamo presentato una mozione per avere un documento che regolamentasse l’apertura delle sale slot. Se fosse stato fatto prima, forse oggi eviteremmo di averne una così vicina alla stazione delle corriere. L’8 agosto presentammo un regolamento di massima alla giunta molto più duro dell’attuale, che non combatte a dovere la ludopatia. Venne approvato solo con la distanza dai luoghi sensibili e un orario di apertura dalle 8 alle 22. Capisco la giunta, che voleva tutelarsi da probabili ricorsi, visto che la Questura aveva già dato i permessi scavalcando il Comune. Proponevamo il divieto assoluto di pubblicizzare le vincite da gioco d’azzardo e un censimento vero di tutti i luoghi in cui si può giocare, nonché una sorta di orario d’apertura concordato con le sale”.
“Oggi fanno quello che vogliono- ha proseguito il consigliere- Ho constatato personalmente come alcune chiudano alle 3, altre alle 5, altre ancora non chiudano proprio. E te lo dicono candidamente. Sembra abbiano prodotto due ricorsi al TAR. Le sanzioni vanno da quelle amministrative (una multa da 50 a 250 euro) a quelle penali, come il ritiro della licenza a quelle che violano il regolamento comunale in recidiva.
“Noi stiamo provando a mettere in pratica questa norma- ha replicato il vicesindaco Michele Sarri. I controlli che abbiamo fatto hanno portato a sanzioni e appunto a due ricorsi al TAR, ma ci sono più sale slot che vigili, e per di più questi hanno un orario ben definito. Siamo stati attentissimi a delimitare bene i confini d’azione del regolamento comunale per non subire un ricorso già in partenza”.
“L’orario che abbiamo deciso è quello raccomandato dalla provincia di Venezia- ha concluso Sarri- proprio per cercare di evitare i ricorsi. Ma quell’orario serviva anche a contrastare la ludopatia: sarebbe illogico tenere le sale aperte nelle ore in cui i ludopatici possono più facilmente giocare d’azzardo. Abbiamo previsto la chiusura dei locali nella fascia della pausa pranzo. Siamo riusciti ad evitare l’apertura di una sesta sala, comunque” .
PressGiochi
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