“Nella seduta di ieri a Palazzo Madama il sottosegretario all’Economia Baretta ha provveduto a rispondere all’interrogazione del senatore del gruppo Misto Vacciano sulla possibilità di una nuova sanatoria per i
“Nella seduta di ieri a Palazzo Madama il sottosegretario all’Economia Baretta ha provveduto a rispondere all’interrogazione del senatore del gruppo Misto Vacciano sulla possibilità di una nuova sanatoria per i Ctd. Baretta ha dichiarato che “Il tema oggetto dell’interrogazione comporta valutazioni delicate, considerati anche i profili comunitari della vicenda, che la ristrettezza dei tempi non consente di affrontare in sede di predisposizione della manovra di bilancio per il 2017. Per quanto riguarda l’accertamento nei confronti di coloro che offrono scommesse in mancanza di concessione statale, senza versare le imposte sui giochi, l’Agenzia delle dogane e dei Monopoli persegue le violazioni, accertando le imposte evase e irrogando le relative sanzioni”.
Dopo aver fornito una serie di dati sull’attività di contrasto svolta dall’Agenzia delle dogane e dei Monopoli negli anni dal 2013 al 2015, il rappresentante del Governo nota che “Dalla regolarizzazione dei Centri Trasmissione Dati (CTD), che ha riguardato oltre duemila punti vendita già presenti sul territorio dello Stato nell’ambito della rete illegale di raccolta, sono derivate entrate a titolo di up front fee e imposta unica versata in acconto e a saldo per anni pregressi per 44 milioni di euro,
nonché ulteriori 43 milioni circa a titolo di imposta, sempre relativa al 2015”.
Il sottosegretario ha inoltre precisato che “la legge di stabilità per il 2015 disciplina i CTD nei commi da 643 a 645. Tali disposizioni disciplinano infatti la facoltà di regolarizzazione fiscale per i soggetti che offrono scommesse senza essere collegati al totalizzatore nazionale e delineano il nuovo regime applicabile a coloro che, privi di concessione e di autorizzazione, senza essersi avvalsi della predetta regolarizzazione continuano illecitamente l’esercizio dell’attività nel territori dello Stato. Invece, i
commi da 646 a 648 assoggettano a un regime fiscale penalizzante gli apparecchi da divertimento e qualunque altra apparecchiatura che consenta l’esercizio del gioco con vincita in denaro in mancanza di collegamento alla rete nazionale (cosiddetti totem). Si tratta in particolare di apparecchiature che consentono il collegamento con piattaforme di gioco non regolari riferibili a soggetti privi di concessione e di autorizzazione, spesso costituiti da siti stabiliti all’estero. I controlli eseguiti sulla
base della legge di stabilità per il 2015 hanno generato un vasto contenzioso che comporta la dilatazione dei tempi per la conclusione dei procedimenti e la riscossione dell’imposta dovuta per il gioco con tali apparecchiature, sicché i procedimenti potranno completarsi solo nei prossimi anni. Inoltre l’orientamento maggioritario della giurisprudenza, specie in riferimento alle apparecchiature che offrono giochi promozionali, richiede la prova documentale e tecnica che mediante tali apparecchiature venga effettivamente offerto gioco con vincita in denaro. Tale orientamento
ha rallentato ancora di più l’attività di controllo e di accertamento e ha reso necessario un intervento chiarificatore in via normativa. Al fine di superare tale impasse la legge di stabilità per il 2016 ha previsto una modifica legislativa che si sta rivelando ben più efficace per il recupero dell’evasione, cui era collegata la stima di gettito. Tale norma ha mostrato anche un effetto deterrente importante; infatti, il gioco irregolare sui totem è succedaneo a quello, regolare, sulle slot. Nonostante l’aumento
della tassazione complessiva del 2,5 per cento, la raccolta tendenziale del 2016 riferibile alle slot risulta superiore di oltre 1 miliardo a quella del 2015. Tale aumento potrebbe essere in parte riferito alla menzionata normativa”.
Per quanto attiene all’accordo in Conferenza unificata, il sottosegretario ha concluso: “La questione è gestita dal Governo e che la stessa potrà trovare soluzione con la collaborazione di regioni ed enti locali”.