“La chiusura forzata dei punti gioco ha interrotto alcune abitudini comportamentali dei giocatori problematici e patologici, impedendo loro l’accesso agli apparecchi di gioco e generando un’astinenza che si è protratta
“La chiusura forzata dei punti gioco ha interrotto alcune abitudini comportamentali dei giocatori problematici e patologici, impedendo loro l’accesso agli apparecchi di gioco e generando un’astinenza che si è protratta per un periodo piuttosto lungo. Anche gli accessi ai servizi dedicati del SERD sono diminuiti nel periodo del lockdown per poi ricominciare lentamente a salire nel momento in cui le restrizioni sono terminate. Come abbiamo verificato dalla raccolta nazionale però, alla diminuzione del gioco fisico, corrisponde un aumento del gioco telematico”.
Lo afferma a valdarnopost.it Simona Neri, Sindaco di Laterina – Pergine e già coordinatrice delle “Politiche di contrasto al Gioco d’Azzardo Patologico e Bullismo” per Anci Toscana.
“Il lockdown ed in generale una situazione di profonda crisi economica e/o sociale possono aver indotto giocatori occasionali ad intensificare o a cimentarsi per la prima volta in un’attività di gioco online, ma hanno certamente “convertito” anche le abitudini di alcuni giocatori patologici “fisici”, i quali non hanno saputo gestire l’astinenza. Da quanto emerso dal questionario GAPS #iorestoacasa (Gambling Adult Population Survey) elaborato e diffuso dal CNR-IFC di Pisa, soltanto una piccola percentuale di questi ultimi (11%) si è spostato dal gioco fisico a quello telematico e mi auguro che questo allontanamento forzato abbia consentito a tutti gli altri di riappropriarsi delle proprie vite, dei propri affetti, dei rapporti che la malattia aveva loro tolto. Insomma per molti giocatori patologici il 2020 ha segnato una svolta per poter ricominciare, escludendo il gioco dalla propria vita”.
“Elaborando i dati ADM relativi alla raccolta gioco, sia fisico che a distanza nel 2020, si assiste in generale ad una contrazione della spesa rispetto agli anni precedenti, in linea con la tendenza nazionale che, anche a seguito di lockdown e quindi della chiusura dei punti gioco, ha visto diminuire la spesa totale dai 110 miliardi di euro del 2019 agli 88 miliardi di euro nel 2020 (-20,05%). In sostanza è come aver fatto un balzo indietro all’anno 2015.
PressGiochi
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