21 Gennaio 2025 - 11:58

Monopoli. Marino (Pd) propone ddl sulla riorganizzazione delle Agenzie fiscali

E’ stato presentato in questi giocni al Senato della Repubblica un disegno di legge sulla riorganizzazione delle Agenzie fiscali a firma del se. Mauro Maria Marino ed altri esponenti del

29 Giugno 2017

E’ stato presentato in questi giocni al Senato della Repubblica un disegno di legge sulla riorganizzazione delle Agenzie fiscali a firma del se. Mauro Maria Marino ed altri esponenti del Pd.

“Il disegno di legge – ha spiegato il presidente della Commissione finanze – contiene misure per la revisione della disciplina dell’organizzazione delle agenzie fiscali. Tali misure si rendono necessarie per fornire maggiore autonomia alle agenzie fiscali in materia finanziaria, organizzativa e di personale ed allo stesso tempo rafforzare la supervisione del Ministero dell’economia e delle finanze.

 

Le misure proposte sono in linea con alcune delle raccomandazioni contenute nei rapporti commissionati all’OCSE ed al Fondo monetario internazionale (FMI) sullo stato dell’amministrazione finanziaria italiana, pubblicati a luglio 2016, rispettivamente «Amministrazione fiscale italiana» e Italia — Rafforzamento della governance e dell’efficacia delle agenzie fiscali. Tali rapporti, pur condotti in modo indipendente e quindi con diversità di metodi, accenti e approfondimenti, concordano però su alcuni temi di fondo, sia sul piano dell’analisi che su quello delle raccomandazioni. In primo luogo, i due rapporti concordano su un giudizio storico positivo. Dalla loro istituzione nel 2000 ad oggi le agenzie fiscali hanno migliorato la performance complessiva del sistema fiscale italiano: il grado di adempimento dei contribuenti e le capacità di intervento del fisco sono aumentate. Ma emergono importanti criticità, cui corrispondono importanti opportunità di miglioramento. In sintesi, il sistema delle agenzie, impostato sul rapporto principal-agent, negli ultimi anni è andato deteriorando, nel senso che è stata progressivamente erosa l’autonomia delle agenzie, che oggi risulta molto ridotta rispetto alle migliori pratiche internazionali. Secondo entrambi i rapporti, occorre ripristinare l’autonomia originariamente prevista dal decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 (cosiddetta riforma Bassanini) che attuò la riforma. In particolare:

 

– Occorre ridare autonomia finanziaria alle agenzie: eventuali interventi di spending review generalizzata non possono riguardare orizzontalmente anche le agenzie, come avvenuto recentemente con i tagli alle spese per gli immobili, per il personale e per l’informatica. Gli interventi di riduzione dovrebbero riguardare i fondi complessivi erogati alle agenzie, lasciando libere queste ultime di decidere come ripartire i tagli sulle specifiche voci.

– La gestione del personale è in condizioni particolarmente critiche. Hanno pesato numerosi interventi legislativi susseguitisi negli ultimi anni, che hanno progressivamente eroso l’autonomia delle agenzie su questo fronte, e da ultimo la nota sentenza della Corte costituzionale sugli incarichi dirigenziali. Occorre intervenire urgentemente per dare alle agenzie l’autonomia necessaria a svolgere efficacemente la loro missione, sul fronte delle regole per il reclutamento, la valutazione, lo sviluppo di carriera, gli incentivi, il contratto di lavoro.

– È anche opportuno ribadire la piena autonomia delle agenzie nella determinazione della loro organizzazione interna.

– Occorre rivedere il sistema delle convenzioni tra Ministero dell’economia e delle finanze e agenzie, che oggi sono basati su una pluralità eccessiva di micro-obiettivi, mentre dovrebbero invece fare riferimento a pochi obiettivi di carattere generale e strategico, ponendo l’accento sugli obiettivi di miglioramento dell’adempimento spontaneo dei contribuenti. Allo stesso tempo il sistema delle convenzioni, e gli incentivi in esse previsti, vanno rivisti anche per migliorare il coordinamento e la supervisione del Ministero dell’economia e delle finanze sull’operato delle agenzie.

 

L’esigenza di intervenire acquista valenza prioritaria nel contesto di trasformazione della macchina fiscale intrapreso negli ultimi anni. Obiettivo trasversale e strategico di tale trasformazione – continua Marino – è il miglioramento dei rapporti con i contribuenti, attraverso una maggiore certezza normativa, migliori garanzie procedurali, la semplificazione sistematica dei regimi fiscali e la riduzione degli adempimenti. In generale, si punta a potenziare e valorizzare il confronto preventivo tra fisco e contribuente, con l’intento di migliorare l’adempimento spontaneo, rispetto alla tradizionale attività di controllo e accertamento ex-post.

 

 

 

In particolare, nella direzione di conferire maggiore stabilità e certezza al sistema fiscale vanno: i) la ridefinizione dell’abuso del diritto unificata a quella dell’elusione, estesa a tutti i tributi e non limitata a fattispecie particolari, corredata della previsione di adeguate garanzie procedimentali; ii) la revisione delle sanzioni penali e amministrative, secondo criteri di proporzionalità rispetto alla gravità dei comportamenti; iii) l’introduzione del regime della cooperative compliance, seguendo le linee proposte dall’OCSE, con la previsione di sistemi di gestione e di controllo interno dei rischi fiscali da parte dei grandi contribuenti; iv) il miglioramento del sistema degli interpelli preventivi, delle procedure del contenzioso e dell’efficienza delle commissioni tributarie; v) la razionalizzazione della riscossione.

 

Tale cambiamento di approccio e l’obiettivo di migliorare il coordinamento e la supervisione sono alla base del processo di revisione delle convenzioni tra il Ministero dell’economia e delle finanze e le agenzie fiscali, avviato nel 2016. La sua importanza è stata da ultimo sottolineata dall’atto di indirizzo per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale per gli anni 2017-2019, emanato dal Ministro dell’economia e delle finanze nel novembre 2016. Tale atto prevede inoltre che, per consolidare la governance dell’amministrazione finanziaria e migliorare il coordinamento del sistema fiscale, il Ministro dell’economia e delle finanze istituirà e presiederà un tavolo permanente, a cui parteciperà anche il vice ministro con delega alle finanze, con tutte le componenti dell’amministrazione.

In questa stessa direzione è andata la ridefinizione della missione delle agenzie fiscali, attuata con il decreto legislativo n. 157 del 2015, accentuando l’importanza della prevenzione e dei servizi alle imprese e rivedendo i criteri su cui sono basati gli incentivi contenuti nelle convenzioni. Si intende anche contenere l’impatto dell’attività di accertamento sullo svolgimento dell’attività economica dei contribuenti migliorando l’efficacia dei controlli mediante verifiche unificate e l’uso appropriato e completo delle informazioni già contenute nelle banche dati a disposizione dell’amministrazione finanziaria. Accentuare la prevenzione e i servizi al contribuente (ruling internazionale, interpelli preventivi, cooperative compliance, per i grandi contribuenti, il «cambio verso» per i medio-piccoli), lavorare per migliorare l’efficienza e la rapidità della logistica nei traffici internazionali diviene impossibile se le agenzie non dispongono di professionalità adeguate, in grado di interagire in modo qualificato, responsabile ed efficace con i contribuenti.

I recenti interventi per migliorare l’attrattività dell’Italia dal punto di vista fiscale – conclude il senatore del Pd – rischiano di essere vanificati dalle difficoltà operative delle agenzie fiscali. In altre parole, se non si interviene tempestivamente sarà difficile attuare quel cambiamento generale nell’orientamento del fisco innescato dai provvedimenti di attuazione della delega fiscale (legge n. 23 del 2014) e da altri provvedimenti.

Il disegno di legge recepisce le indicazioni contenute nella risoluzione Doc. XXIV, n. 76, approvata dalla Commissione finanze e tesoro nella seduta del 16 maggio 2017, a conclusione dell’esame dei rapporti del FMI e dell’OCSE citati in precedenza”.

 

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