Da non crederci, eppure è successo. Quello che ogni italiano riteneva un evento non verificabile ha fatto ripiombare la Nazionale di calcio all’unico precedente fallito che risale addirittura al 1958
Da non crederci, eppure è successo. Quello che ogni italiano riteneva un evento non verificabile ha fatto ripiombare la Nazionale di calcio all’unico precedente fallito che risale addirittura al 1958 quando il calcio non era certo lo sport nazional popolare che riesce a trainare la passione anche dei meno sportivi.
Lacrime amare per tutta la squadra e soprattutto per il capitano Gigi Buffon che ha sfiorato la leggenda non riuscendo ad accedere al sesto mondiale per lui, unico a riuscirci.
La mancata partecipazione della nazionale ai Mondiali avrà però delle conseguenze oltre che morali soprattutto economiche per coloro che hanno investito sull’evento estivo. Solo per fare un esempio: nei giorni scorsi Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente degli investitori pubblicitari dell’Upa, aveva quantificato in una percentuale compresa fra l’1 e l’1,5% l’impatto in termini di pubblicità aggiuntiva con l’Italia fra i partecipanti alla World Cup.
Fra sponsorizzazioni, diritti Tv e premi Fifa la cifra in ballo si aggira sui 100 milioni.
Il mancato viaggio in Russia a questo punto non può che provocare una svalutazione del brand Italia, con effetti pesanti sul piano degli incassi da sponsor e tv che valgono attualmente circa 70 milioni. Nel dettaglio, gli introiti commerciali della Figc ammontano a 43 milioni su un fatturato totale di 174 milioni.
Investimenti che toccano anche il mondo delle scommesse, con Intralot, brand di scommesse, che seppur duramente criticata e con un contratto in scadenza senza possibilità di rinnovo, ad oggi e per tutto il 2018 rimane il Premium Sponsor delle Nazionali italiane di calcio.
Intralot, infatti, in base all’accordo siglato all’inizio di ottobre 2016, è diventato Premium Sponsor della Nazionale fino a tutto il 2018 (per poco meno di un milione all’anno).
La Federazione ha siglato nel 2014 un contratto quadriennale con Infront (e il Gruppo 24 Ore nel frattempo uscito dall’accordo) per il ruolo di advisor. Il contratto prevede un minimo garantito di 57 milioni per l’intero periodo, dunque di 14,25 milioni annui assicurati a prescindere dai risultati.
A questo si aggiungono i 18,7 milioni annui fissi dell’intesa con lo sponsor tecnico Puma siglata fino al 2022.
La mancata qualificazione a Russia 2018 a questo punto avrà un inevitabile effetto depressivo sui contratti da stipulare con gli sponsor (oggi ce ne sono 21) per il quadriennio che porta a Qatar 2022. Altre conseguenze negative scaturiranno, infine, dai contratti Tv.
Gli Azzurri garantiscono una media di 12 milioni di spettatori e oltre per le gare di cartello (come i playoff) e comunque uno zoccolo duro di circa 8 milioni. Nei Mondiali 2014 l’audience media è salita addirittura a 17,7 milioni di telespettatori. L’audience cumulata a livello mondiale per la Nazionale nel corso dei Mondiali 2014 ha superato gli 1,2 miliardi di telespettatori, con una visibilità televisiva di quasi 42 ore per gli sponsor Figc.
PressGiochi