“Il divieto del gioco d’azzardo ai minori negli Stati Uniti è una regola federale su cui vigila FBI e Dipartimento della giustizia. La ricerca sul gioco d’azzardo negli ultimi anni
“Il divieto del gioco d’azzardo ai minori negli Stati Uniti è una regola federale su cui vigila FBI e Dipartimento della giustizia. La ricerca sul gioco d’azzardo negli ultimi anni ha rivelato come la pratica del gioco si sta diffondendo a macchia d’olio tra i giovani. L’evoluzioni di queste pratiche, accanto al gioco d’azzardo classico, vede il diffondersi di giochi di carte e casinò online, a cui, negli Stati uniti, si aggiunge il gioco d’azzardo simulato, con il raggiungimento di punteggi senza barriere all’accesso veicolati attraverso i social media con pubblicità diretta e indiretta.
C’è grande confusione tra gioco vero e quello che sembra non esserlo. Sul controllo di questi fenomeni è in atto una collaborazione tra FBI e polizia postale italiana. Nonostante il rapporto del Moige che presentiamo oggi evidenzi un allarme forte abbiamo un sistema istituzionale importante che ci fa ben sperare al futuro”.
E’ quanto afferma Paolo Messa, Consigliere Centro Studi Americani, in occasione della presentazione oggi a Roma, presso il Senato della Repubblica, dell’indagine inedita “Venduti ai Minori” sull’accesso dei minori ai prodotti vietati o inadatti condotta dal Moige.
Lo studio si chiede: perchè i nostri figli entrano in contatto con prodotti vietati dalla legge o non adatti come alcol, tabacco, cannabis, azzardo, ma anche pornografia e videogiochi inadatti? Quanti sono a conoscenza del divieto di vendita ai minori? Chi glieli vende? Questi divieti sono segnalati e, soprattutto, rispettati?
L’indagine cerca questa mattina di trovare risposte a questi quesiti attraverso al partecipazione di illustri personaggi come: Tonino Cantelmi, Università Europea di Roma, Antonio Affinita, Direttore generale Moige, Saverio Sgroi, Educatore e scrittore, Emanuele Scafato, Direttore dell’Osservatorio Nazionale ALCOL-ISS, Antonio Nicita, Commissario AGCOM, Mario Antonelli, Vicepresidente Federazione Italiana Tabaccai – FIT, Ottavio Cagiano de Azevedo, Direttore generale Federvini.
Ad intervenire anche l’ex segretario dell’associazione Sapar Corrado Luca Bianca, oggi Coordinatore nazionale FIEPET-Confesercenti.
“Occorre intervenire con urgenza sulla vendita di prodotti vietati ai minori – ha dichiarato Licia Ronzulli, Presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza – attraverso misure legislative uniformi. Lo studio del Moige dimostra come sia necessario introdurre una normativa efficace e un sistema di autoregolamentazione. Se vogliamo tutelare i minori dobbiamo rivedere le norme, un’unica legislazione sull’infanzia che ponga al centro il minore con sanzioni uguali per la vendita di fumo, alcol, materiale pornografico o gioco d’azzardo.
Oltre il 40% ha acquistato bevande alcoliche senza nessun accertamento dell’età.
Oltre il 50% ha giocato con videogiochi vietati.
Il sistema dei controlli deve essere rivisto con il coinvolgimento delle attività commerciali”.
L’ACCESSO DEI MINORI AL GIOCO D’AZZARDO – L’INDAGINE
Abbiamo chiesto agli intervistati – si legge nella parte dello studio del Moige riservato alla vendita di giochi d’azzardo tra i minori – se ritengono che giocare frequentemente con giochi che prevedono vincite di denaro possa avere delle conseguenze negative per i ragazzi della loro età.
Complessivamente il 49,6% del campione afferma che ha effetti “seri e permanenti”, mentre il 19,7% risponde che sono “temporanei”, il 18,9% “pochi”; infine, il 10,7% del campione risponde che giocare d’azzardo non ha conseguenze di nessun tipo. Non si evidenziano differenze significative nelle risposte dei ragazzi della scuola media e di quelle della scuola superiore.
La maggioranza degli intervistati conosce il divieto di gioco d’azzardo per i “minori di 18 anni” (83%). Solo percentuali molto basse del campione ritengono che sia vietato “ai minori di 16 anni” (7%) o “ai minori di 14 anni” (4%); infine, il 7% risponde che il gioco d’azzardo “non è mai vietato”.
Il 70% del campione afferma di non aver mai giocato a giochi con vincita di denaro presso attività commerciali, il 18% di averlo fatto “poche volte”, l’8% “spesso” ed il 2 % di farlo “sempre”.
Il 58,3% del campione gioca con “scommesse sportive”, mentre il 24,4% preferisce i “gratta e vinci”, il 7,2% il “lotto e l’enalotto”, il 3,6% il “bingo”, il 3,4% le “slot machine”, il 2,8% il “poker”, ed infine lo 0,4% il “casinò”.
GIOCO ONLINE – L’83%, dice di non aver “mai” giocato on line, seguita dal 7% che dice di averlo fatto “da 1 a 12 volte l’anno”, il 5% “2 o 3 volte in un mese” ed il 4% “1 o più volte a settimana”.
Il 45% dei minori intervistati è venuto a conoscenza del gioco d’azzardo perché ha “visto una pubblicità in tv”, mentre il 24% tramite “amici”; il 18% sostiene di aver scoperto i giochi con vincita di denaro in altro modo che non specifica, l’8% dice che “è comparsa una pubblicità mentre navigava on line”, ed infine il 5% li ha cercati “on line”.
Tra i ragazzi che giocano on line il 42% fa “scommesse sportive”, il 40% altri giochi che non specifica, il 7% gioca a “poker”; percentuali più basse giocano a “bingo” (4%), “lotto” (3%) “casinò” (2%) e “slot machine” (2%).
Abbiamo poi chiesto ai ragazzi di dirci se ci fossero, o meno, dei cartelli di divieto di gioco per i minorenni nei luoghi dove solitamente giocano d’azzardo. Tra i giovani giocatori, il 38% ha risposto di averli visto “in tutti”, il 22% di “non averci fatti caso”, il 15% di averli visti “solo in alcuni”, il 14% “spesso”, ed infine l’11% dice di non averli “mai” visti.
Rispetto alla verifica dell’età, ben il 62% dei giocatori minorenni dichiara che nessuno ha “mai” verificato la loro età, mentre il 25% afferma che è stato fatto “poche volte”; solo una minima parte del campione riferisce che la verifica è stata fatta “molte volte” (6%) o “spesso” (7%).
Un altro aspetto che è stato indagato è se i rivenditori si fossero mai rifiutati di far giocare i ragazzi presso i loro esercizi commerciali in quanto minorenni: solo il 6% di afferma che questo è successo “sempre”, mentre il 54% risponde che non è “mai” successo. Infine, il 30% dice che si sono rifiutati “poche volte” e il 10% “spesso”.
Ben il 71% del campione sostiene di non aver mai ricevuto alcuna informazione dal commerciante sui rischi connessi al gioco d’azzardo, seguita dal 17% che dice di averne ricevute “poche volte”.
Per indagare il controllo mantenuto dalle piattaforme di gioco on line sui possibili accessi di minorenni, abbiamo domandato ai ragazzi che giocano on line se, al momento dell’iscrizione, fosse stata chiesta loro l’età. Solo il 20,3% del campione risponde che gli è stata chiesta l’età e che, di conseguenza, non hanno potuto effettuare la registrazione, mentre il 29,8% afferma che non era presente nessuna modalità di controllo dell’età. Un dato interessante è che il 50% del campione dichiara che l’età gli è stata chiesta, ma hanno comunque effettuato la registrazione mentendo: questo vuol dire, probabilmente, che non è richiesto l’invio telematico di nessun documento per confermare l’età dichiarata o che hanno utilizzato documenti di persone maggiorenni.
Continuando ad indagare l’area del gioco d’azzardo on line, abbiamo chiesto ai ragazzi se avessero mai acquistato una tessera prepagata per il gioco on line (ad es: Lottomatic Card, Snai Card, GD Card). Come si evince dalla tabella di seguito, non si tratta di un fenomeno diffuso tra i giovani (il 94% degli intervistati non l’ha mai acquistata).
Abbiamo comunque chiesto, a chi ha detto di averla comprata, se il rivenditore avesse affisso degli avvisi circa il divieto di gioco ai minori di 18 anni. Il 35% di loro risponde che non c’erano avvisi in nessun rivenditore, il 31% solo “in alcuni” e il 34% “in tutti”. Inoltre, secondo il campione, nel 58% dei casi, il rivenditore ha venduto la carta prepagata nonostante la minore età.
Sintesi – Dimensione della “percezione del rischio e delle conseguenze, a breve e lungo termine”: il campione intervistato riconosce come serie e permanenti le conseguenze (49,6%), tuttavia la restante parte non riconosce adeguatamente il rischio del gioco d’azzardo, infatti circa l’11% del campione risponde che questo tipo di comportamento non ha conseguenze di nessun tipo. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che i rischi non sono fisici, ma principalmente psicologici.
PressGiochi