Avellino. Iannaccone: “L’approvazione del Regolamento non determinerà la chiusura dei centri scommesse” Lombardia. Avviati i corsi di formazione per gli esercenti del gioco d’azzardo Il dottor Claudio Ferretti,responsabile del Servizio tossicodipendenze
Il dottor Claudio Ferretti,responsabile del Servizio tossicodipendenze (Sert) dell’Ausl di Modena. Il medico interviene alla sala Pucci a margine di un incontro del Màt, la Settimana della Salute Mentale spiegando la crescita dell’attenzione verso il fenomeno del gioco online minorile.
“Secondo dati Espad riferiti a Modena, il 30% dei giovani gioca d’azzardo – esordisce il dottor Ferretti – e contemporaneamente assistiamo a una diffusione dei giochi online, da pc o da smartphone, in cui si pagano piccole somme per avere benefici o poteri aggiuntivi”.
“Una volta dentro, può essere difficile uscirne fuori, proprio come accade per le droghe o l’alcol. Ai nostri servizi arrivano famiglie con giovani che ci chiedono aiuto – spiega il responsabile del Sert – perché hanno sviluppato condizioni di dipendenza da giochi online e multipiattaforma, che sono capaci di agganciare le fantasie, i desideri, la voglia di un ragazzo giovane d’immedesimarsi in qualcosa che non esiste. Sono giochi che riescono a tenere le persone sveglie di notte, a far saltare loro ore di studio o di lezione, portandoli in un mondo parallelo, virtuale. È così che si perdono le relazioni concrete di tutti i giorni”.
“Non è ancora una vera scommessa e nemmeno una dipendenza da gioco – specifica Ferretti, analizzando il meccanismo dei bonus a pagamento offerti da varie piattaforme – ma c’è l’idea che il gioco si collega alla scommessa con il denaro. È un concetto culturale per cui giocare vuol dire impegnare soldi, rischiare di perdere e non significa invece mettersi alla prova sulle proprie capacità fisiche e intellettuali».
“La fascia critica per i nostri progetti futuri di prevenzione per i comportamenti a rischio è quella tra gli 11 e i 13 anni- afferma il responsabile del Sert. Nello specifico, gli istituti scolastici si stanno già muovendo. La richiesta d’interventi di prevenzione sul gioco è molto forte nelle scuole superiori – conclude il medico – e a livello sociale. Il gioco d’azzardo patologico è considerato un’emergenza per la grande quantità di risorse che sottrae all’economia di tante famiglie in difficoltà. Lavorare precocemente per riorientare i comportamenti precoci di rischio può permettere di evitare che in futuro si creino situazioni di dipendenze di gioco”.
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