Le azioni sviluppate dal Comune per contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo hanno permesso di arrivare “a una riduzione consistente delle sale slot dedicate, dalle 29 del 2019 alle attuali
Le azioni sviluppate dal Comune per contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo hanno permesso di arrivare “a una riduzione consistente delle sale slot dedicate, dalle 29 del 2019 alle attuali otto”, mentre i controlli della Polizia locale nelle strutture della città in cui si può scommettere “continuano con l’obiettivo di verificare il rispetto delle normative e anche in questi primi mesi del 2022 hanno portato, finora, alla contestazione di sei violazioni”. Lo ha affermato l’assessore a Politiche per il lavoro e Legalità Andrea Bosi rispondendo, nella seduta di lunedì 4 aprile del Consiglio comunale di Modena svolta con modalità “question time”, all’interrogazione presentata da Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia). La consigliera chiedeva, in particolare, aggiornamenti sull’applicazione della legge regionale che obbliga la chiusura o il trasferimento delle sale gioco ad almeno 500 metri dai luoghi sensibili e sulle sanzioni contestate ai centri, tra cui un esercizio di strada Canaletto sud. Inoltre, l’istanza si concentrava sui procedimenti giudiziari nati dopo i ricorsi presentati da alcuni gestori delle sale.
Nella sua risposta, l’assessore Bosi ha spiegato che, pur nel contesto di un fenomeno di dimensioni nazionali, “gli interventi promossi a Modena dall’intera Amministrazione”, a partire dalle sollecitazioni arrivate dal Consiglio, hanno consentito “di incidere in maniera positiva sul gioco d’azzardo patologico”. L’azione del Comune si svolge nell’ambito del Testo unico per la promozione della legalità e della cittadinanza responsabile adottato dalla Regione Emilia Romagna nel 2016 e che contiene anche importanti disposizione per gli enti locali che vogliono intraprendere azioni concrete di contrasto alle azzardopatie.
In questa cornice, l’ente locale ha emesso nel 2017 l’ordinanza per limitare a otto ore al giorno (invece di 24 ore su 24) il funzionamento di ogni singola slot machine o videolottery presente sul territorio; alla fine del 2017 è cominciata la mappatura dei luoghi sensibili, risultati oltre 400 tra scuole, campi sportivi e palestre, luoghi di culto e di ricovero, da cui, in virtù della legge regionale, le case da gioco devono distare appunto almeno 500 metri, calcolati attraverso il percorso pedonale più breve. A seguire sono stati individuati gli esercizi commerciali che non rispettavano il limite e che hanno dovuto chiudere o delocalizzare. I risultati di questa attività “si sono visti – ha affermato Bosi – e gli obiettivi politici sono stati raggiunti, dal momento che le case dedicate esclusivamente al gioco d’azzardo sono calate da 29 a 8”.
L’assessore ha poi ricordato che la normativa regionale configura un regime diverso per i “corner”, ovvero veri e propri centri scommesse che si appoggiano però a brand diversi, ma anche bar o tabaccherie che includono un angolo per le scommesse sportive: in questo caso i Comuni “sarebbero stati autorizzati a chiuderli entro fine 2019, ma, a causa della pandemia e di successive proroghe, i termini sono slittati a tre mesi dopo la fine dello stato di emergenza sanitaria, quindi nel 2022”.
E ancora, per quanto riguarda le slot collocate in esercizi pubblici come bar o ristoranti, per cui la legge regionale prevedeva che i Comuni potessero inviare “la comunicazione per la dismissione allo scadere delle concessioni tra Stato e concessionari”, le proroghe si sommano “alla mancanza di una legge-quadro sui giochi e alla volontà del Governo, già annunciata, di prorogare le attuali concessioni fino a giugno 2023”.
In questo contesto si sono sviluppati i ricorsi da parte dei gestori delle strutture e delle imprese legate alle scommesse nei confronti dei provvedimenti del Comune: “nove sono i procedimenti giudiziari pendenti davanti al Tribunale amministrativo regionale”, come precisato dall’assessore in aula, “11 quelli presentati e poi decaduti per rinuncia da parte dei proponenti”.
A queste attività si affiancano i controlli della Polizia locale sul territorio, anche con l’obiettivo di prevenire eventuali situazioni di illegalità legate alle frequentazioni di questi spazi: “Le sanzioni amministrative per violazioni connesse allo svolgimento delle attività di sale gioco e sale scommesse nel corso del 2021 sono state nove; di queste, sette 7 ammontano a 150 euro e una ciascuno a 200 euro e a 3mila euro”, per un totale di 4.250 euro, e l’esito della violazione amministrativa contestata il 15 settembre all’esercizio di strada Canaletto sud ha comportato “la chiusura dell’attività, come intimato nel verbale”. Inoltre, nei primi tre mesi del 2022 gli operatori del Comando di via Galilei hanno controllato 18 esercizi, di cui sei sono stati sanzionati per l’inosservanza degli orari di gioco (verbali da 150 euro ciascuno).
Aprendo il dibattito per il Pd dopo la trasformazione in interpellanza, Antonio Carpentieri ha spiegato che la riduzione dei centri scommesse attivi in città “contribuisce a scoraggiare il fenomeno della ludopatia, limitando anche il fenomeno delle cattive frequentazioni che talvolta caratterizzano questi luoghi”. Il consigliere ha auspicato quindi che il Comune “continui ad applicare la legge regionale sulla lontananza di queste strutture dai luoghi sensibili”.
Anche Barbara Moretti (Lega Modena) ha invitato l’Amministrazione di “insistere” sull’applicazione della normativa, ricordando che la ludopatia “è una patologia riconosciuta e un grave fenomeno sociale”. La consigliera ha segnalato, poi, due possibili criticità “nella zona della polisportiva di via Newton e al centro commerciale Sacca”, chiedendo se in queste aree, in cui sono presenti centri scommesse, “la legge regionale sia effettivamente applicata”.
In replica, pure la consigliera Rossini ha auspicato che “si continui a vigilare sull’applicazione delle leggi”, a partire da quella regionale, anche per evitare che intorno ai centri scommessi si sviluppino fenomeni di “frequentazioni problematiche, le cui conseguenze ricadono sulla tranquillità dei quartieri”. In particolare, al centro commerciale Sacca “la situazione è preoccupante e occorre tenerla sotto controllo. Peraltro si tratta di un punto di vicinato”.
Nella sua replica, l’assessore Bosi ha precisato che “il bingo di via Newton si trasferirà entro pochi mesi in un’area periferica della città” mentre all’esercizio del centro commerciale Sacca gli interventi devono tenere conto del fatto che la struttura “è un centro di trasmissione dati collegato all’estero, l’evoluzione di un internet point, connesso a portali stranieri che offrono servizi di scommesse”. In ogni caso l’Amministrazione “non arretra sul tema, perseguendo la legalità e promuovendo controlli della Polizia locale nei centri scommessi per accertare il rispetto delle normative”.
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