“Non possiamo continuare ad intervenire sul tema del gioco con interventi spot come si è fatto nella passata legislatura. Serve un riordino che dia a tutti maggiori certezze. Bene intervenire
“Non possiamo continuare ad intervenire sul tema del gioco con interventi spot come si è fatto nella passata legislatura. Serve un riordino che dia a tutti maggiori certezze. Bene intervenire sulla pubblicità, sulle regole dell’offerta e ridurre i volumi di vendita”.
Lo ha dichiarato il senatore Franco Mirabelli del Pd presentando al Senato della Repubblica un disegno di legge per il riordino complessivo del settore giochi che recepisce un gran parte i punti inseriti nell’intesa Stato regioni conclusa a settembre 2017.
“Abbiamo molto lavorato con il sottosegretario Baretta sui giochi. Lavoro che ha prodotto un’intesa importante approvata dalla Conferenza Stato Regioni e contenuta nel disegno di legge presentato oggi.
Gli aspetti più rilevanti che proponiamo oggi sul tema del rapporto con gli enti locali, è la conferma della riserva statale nella gestione del gioco pubblico con premi in denaro prevedendo che il quadro normativo sia adottato sentite Regioni e Enti locali, fermo restando le regolamentazioni e norme dei diversi soggetti anche di intervenire sulle fasce orarie di gioco garantendo un minimo di 6 ore di funzionamento. Insieme a questo la proposta di un drastico ridimensionamento dei punti gioco.
Vogliamo migliorare la qualità dei punti nei quali si gioca e i controlli interni alle sale, la formazione degli addetti, la riduzione di Awp e punti gioco, tracciabilità del denaro e delle vincite.
L’art. 31 prevede la qualità necessaria per essere abilitati ad offrire gioco: servono interventi tecnologici per contrastare l’azzardo patologico con strumenti di autolimitazione al gioco, l’abbassamento degli importi minimi e alert per smettere di giocare. Divieto di utilizzo di pagamento superiori a 20 euro.
Sul fronte dell’antiriciclaggio nuove norme più stringenti. Contrasto all’illegalità e coinvolgimento delle polizie locali.
Ok la proibizione della pubblicità, ma questa norma non sia una norma manifesto. La sanzione prevista sembra una tariffa piuttosto che una sanzione. Sicuramente il decreto Dignità poteva essere usato meglio perché fare una norma che non mette in conto la riduzione delle entrate per lo Stato è sbagliato. Aumentare il preu significa che non si vuole davvero ridurre l’offerta di gioco”.
PressGiochi
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