“Finché non verrà superata la contraddizione di uno Stato che lavora per diminuire il gioco d’azzardo ma aumenta ogni anno l’attesa di entrate nel bilancio dal settore, non si arriverà
“Finché non verrà superata la contraddizione di uno Stato che lavora per diminuire il gioco d’azzardo ma aumenta ogni anno l’attesa di entrate nel bilancio dal settore, non si arriverà a ridurre domanda e offerta. Questo dobbiamo saperlo: lo Stato incassa 8 miliardi dal gioco d’azzardo, cifra in aumento. Dopo di che bisogna anche capire che nel settore operano aziende legali che danno lavoro a decine di migliaia di persone. Per questo serve una legge di riordino, con regole certe”. Lo ha detto a Radio Immagina, la web radio del Pd, il senatore Franco Mirabelli, vicepresidente del gruppo e primo firmatario del ddl di riordino dei giochi. “Molto si è fatto – ha continuato Mirabelli – riducendo del 30 per cento leslot e collegandole da remoto per poterle controllare, vietando la pubblicità ai siti di giochi e scommesse. Contro il gioco illegale ogni anno vengono chiusi centinaia di siti illegali ma servono norme stringenti per evitare che il gioco diventi strumento di riciclaggio nelle mani delle mafie. Le aziende serie e legali ci sono e hanno decine di migliaia di occupati. Il riordino del sistema va fatto quindi con equilibrio, dettando regole chiare, principi stringenti di controllo dei capitali e delle società e diminuendo gli introiti attesi”.
“Ciò che è stato fatto sul gioco non è sufficiente perché c’è sicuramente una questione che riguarda la domanda e l’offerta di gioco ma non può essere separata da un ragionamento che comprende il fatto che stiamo parlando di un’industria con molti occupati e, quindi, bisogna pensare a come il ridimensionamento del gioco e la diminuzione dell’offerta di gioco si riesce a gestire, evitando che troppe aziende e troppe persone vengano messe in difficoltà. Inoltre, c’è anche un problema generale che continuo a ritenere fondamentale. Abbiamo ridotto del 30% il numero delle slot machines; sono state collegate da remoto a tutela della legalità; abbiamo proibito la pubblicità su tutto in Rai e di siti di gioco o di scommesse anche nelle altre televisioni durante gli eventi sportivi. C’è, però, un punto che non abbiamo ancora risolto e senza cui non riusciamo a venirne fuori. Il punto è che non si può pensare che in questo Paese si conti su ingentissime entrate per lo Stato derivanti dalla tassazione del gioco d’azzardo (ogni anno aumentano le attese per le entrate derivate da questo) e al contempo si pensi di poter ridurre l’offerta di gioco. Queste due cose insieme non si conciliano. Ad oggi si tratta di circa 8 miliardi di introiti per lo Stato derivanti dal gioco d’azzardo. La scelta dello Stato è giusta, non è proibizionista ma comunque punta a ridurre l’offerta di gioco; però poi al contempo si aumentano le aspettative di entrate derivanti dal settore, mentre è evidente che le due cose non stanno insieme.
È sbagliato considerare il gioco d’azzardo come un’attività che appartiene esclusivamente alle mafie: ci sono molte aziende che lavorano sul mercato, gestiscono slot machines e AWP o le scommesse in maniera assolutamente legale. Il gioco è una delle scelte prioritarie delle mafie nel momento in cui devono decidere dove investire i soldi derivanti dalle attività criminali, come il traffico di droga o di armi o altro che devono essere riciclati. È evidente che il gioco d’azzardo consente di trovare un canale per il riciclaggio. Con le nuove leggi abbiamo fatto già dei passi avanti ma è necessaria una legge che riordini complessivamente il gioco d’azzardo per introdurre principi molto stringenti rispetto al controllo dei capitali, delle società e delle persone che fanno parte delle società di gestione del gioco e delle scommesse.
Per quanto riguarda il gioco online ci sono regole che i siti legali devono rispettare. Una delle proposte che occorre rispettare nelle sale giochi riguarda lo stabilire dei tetti di spesa per ogni persona, per evitare danni. Nei siti legali di gioco questo si fa già e ci sono anche dei dati che si possono analizzare. È vero che ci sono molti siti illegali, come mostra la magistratura che periodicamente interviene per chiuderli, che di volta in volta entrano nel mercato e producono un aumento dell’offerta senza regole né limiti. Lì, evidentemente, c’è una grande pericolosità. Don Zappolini segnalava che, nei momenti di crisi, in troppi sono disponibili a scommettere, con il miraggio di superare le proprie difficoltà con il gioco. È evidente che questo, con il gioco online, diventa ancora più accessibile e pericoloso in assenza di regole”.
PressGiochi
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