“Il Senato – ha dichiarato l’onorevole del PD Franco Mirabelli – ha recentemente approvato in via definitiva la risoluzione a mia prima firma che fa propri i contenuti della Relazione
“Il Senato – ha dichiarato l’onorevole del PD Franco Mirabelli – ha recentemente approvato in via definitiva la risoluzione a mia prima firma che fa propri i contenuti della Relazione della Commissione Parlamentare Antimafia sulle infiltrazioni mafiose e criminali nel gioco lecito e illecito.
Questo documento – che ha avuto il contributo del gruppo di lavoro e dei consulenti della Commissione Antimafia, di studiosi e di rappresentanti delle Forze dell’ordine impegnate sul campo – traccia il quadro della situazione nazionale e internazionale, dei nuovi elementi di rischio sia dal punto di vista del rispetto della legalità che della ricaduta sociale e territoriale delle attività di gioco e contiene indicazioni che possono aiutare a combattere meglio la criminalità organizzata ed essere da stimolo per governo e Regioni a concludere presto un percorso che porti alla costruzione di un decreto che permetta un riordino complessivo di tutto il settore, come previsto dalla Legge di Stabilità del 2015.
È, infatti, evidente a tutti che continuare a intervenire in modo estemporaneo sui singoli aspetti non basta e solo un riordino complessivo delle norme che regolamentano il gioco può rispondere ai tanti problemi a esso legati. Nel corso di questa legislatura, in Parlamento si è discusso spesso delle problematiche del gioco d’azzardo e nelle Commissioni competenti sono andati avanti diversi disegni di legge sulla materia, uno dei quali porta la mia firma.
Lo stesso governo ha avviato un ripensamento delle regole, rispetto al passato, scegliendo di intervenire per diminuire sia la domanda di gioco (intervenendo per limitare la pubblicità) sia l’offerta di gioco (riducendo il numero delle slot machine nei locali pubblici e obbligandole al collegamento in accesso remoto per evitare che vengano fatti abusi). L’obiettivo della riduzione della domanda e dell’offerta di gioco, inevitabilmente, comporta anche una riduzione delle entrate derivanti dal gioco d’azzardo per lo Stato.
È sbagliato criminalizzare l’intero settore del gioco e compie un errore anche chi vuole mettere in discussione la riserva statale sul gioco. I dati mostrano che seguire la strada del proibizionismo non serve ma allo stesso modo si è rivelata errata anche la teoria secondo cui la legalizzazione del gioco avrebbe ridotto gli spazi per l’illegalità e che, di conseguenza, sia sufficiente far emergere il sommerso per risolvere i problemi.
Occorrono regole chiare per garantire trasparenza e legalità in un settore che è fortemente attenzionato da parte della criminalità organizzata che, come dimostrano tante inchieste, vi trova un’occasione per riciclaggio, usura e non solo.
Proprio per mettere al centro della riforma del gioco il tema della legalità, la Commissione antimafia ha prodotto questa relazione che – dopo l’approvazione del Parlamento – impegna il governo a tenere conto delle indicazioni che vi sono contenute e che riguardano specifiche proposte di modifica della normativa vigente in merito alle barriere per la selezione all’ingresso delle imprese e degli imprenditori, la revisione delle sanzioni penali e amministrative, il rafforzamento delle misure antiriciclaggio per la tracciabilità delle vincite, il ruolo delle autonomie locali e una nuova governance del settore.
Tutte richieste che, se applicate, consentirebbero di compiere passi in avanti nel contrasto alle infiltrazioni criminali nel settore del gioco, in quanto, verrebbero poste regole per controllare chi entra e partecipa a società di gestione e concessionarie, per individuare le responsabilità di tutti i soggetti, per fornire strumenti per intervenire con le indagini, aumentare le pene e consentire l’uso delle intercettazioni.
Nel documento, inoltre, vengono richiesti strumenti di coordinamento tra le diverse Forze dell’ordine, i vigili urbani e gli uffici amministrativi dei Comuni, un aumento dei controlli, banche dati omogenee e una centralizzazione delle informazioni e l’utilizzo delle stesse misure interdittive previste per gli appalti pubblici.
Si tratta, quindi, di un documento con indicazioni molto concrete perché, purtroppo, non c’è solo il problema gioco illegale da fronteggiare, ma anche il tentativo – spesso riuscito – da parte della criminalità di entrare direttamente nella filiera del gioco legale e, in particolare, nelle società di gestione. Da questo punto di vista, fino a oggi non si è fatto ancora abbastanza per mettere in sicurezza la filiera del gioco e i controlli attuati, che pure ci sono, non sono stati sufficienti.
Occorre poi considerare che c’è un’ulteriore sfida da affrontare che riguarda il gioco online e serve attrezzarsi per regolamentarlo perché è evidente che i controlli sulla rete sono più complicati e il terreno è molto più permeabile agli interventi del malaffare e della criminalità organizzata. Su questo fronte, inoltre, bisogna mettere in campo strumenti più efficaci per controllare i capitali che lì investono e servono strumenti investigativi nuovi e – soprattutto – uno sforzo di tutta la Comunità Europea per costruire una nuova normativa.
Il fatto che la risoluzione con cui è stata recepita la relazione della Commissione Antimafia sia stata approvata da entrambi i rami del Parlamento senza voti contrari (ma con l’astensione del Movimento Cinque Stelle) rappresenta la conferma della volontà di affrontare complessivamente il tema del gioco e fa da stimolo per il governo e la Conferenza Stato-Regioni affinché agiscano per raggiungere al più presto un accordo che si possa tradurre in un riordino del settore.
Possiamo intervenire per diminuire subito le slot machine del 30 per cento, togliendole dai bar e dai ristoranti, senza dover aspettare il 2019 (come prevede la finanziaria 2015); possiamo regolamentare le sale e il gioco tutelando le persone per prevenire e curare le patologie; possiamo combattere meglio la criminalità organizzata, garantire la legalità e la trasparenza.
Ci sono le condizioni per farlo; siamo già arrivati a buon punto e sarebbe un errore lasciare finire la legislatura senza arrivare a un provvedimento che produca un vero riordino del settore”.
PressGiochi
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