23 Dicembre 2024 - 03:52

Mipaaf-PMU e i dubbi sulla regolarità delle corse italiane

Finalmente si parla di Regolarità delle corse e fa piacere che dopo anni di denunce e di totale omertà da parte dei presunti strumenti di comunicazione del settore si raccolgono

10 Gennaio 2016

Finalmente si parla di Regolarità delle corse e fa piacere che dopo anni di denunce e di totale omertà da parte dei presunti strumenti di comunicazione del settore si raccolgono i primi segnali di consapevolezza di quanto succede nei nostri ippodromi.
Gli Imprenditori Ippici Italiani hanno affermato che “più di uno ha scritto “I francesi pensano che le corse in Italia non siano tutte regolari”, ma qualcuno ha dei dubbi al riguardo?
Qualcuno pensa che i funzionari del PMU arrivino dal mondo dei sogni? Certamente questi conoscono e vivono l’ippica italiana molto di più di quanto facciano i funzionari del ministero.

Il sondaggio di Gaet parla chiaro: Irregolarità e mancanza di controlli.

La voce “pulita” del settore da tempo chiede interventi che l’amministrazione non è in grado di intendere e che il ministero non ha interesse a cogliere.
Troppo “utile”, per loro, mantenere l’attuale struttura che costa molto (14 milioni l’anno) e funziona poco o niente. Vorremmo dati certi sul costo, abbiamo chiesto un accesso agli atti ma, come al solito, è stato negato. Perché?

Non è solo un problema di regolarità delle corse e di utilizzo di sostanze proibite: è anche una questione di rispetto della salute dei nostri Cavalli!

Spesso i primi a denunciare privatamente le gravissime disfunzioni del sistema sono proprio coloro che lavorano nell’apparato di controllo e che si lamentano di non essere messi in grado di intervenire in alcun modo.

Vogliamo parlare della questione Unire Lab e di come viene gestita?

Aggiungiamo anche – continuano gli Imprenditori Ippici – che il PMU non trova in Italia un interlocutore con cui parlare di business ma solo frigidi impiegati che non sanno neppure di cosa si tratta e che non sono in alcun modo motivati ad accrescere il business della raccolta del gioco e della vendita delle immagini come da tutti noi auspicato.
Parliamoci chiaro: il PMU non compra più le corse italiane anche perché è inaffidabile il soggetto che le commercializza ovvero il Mipaaf.

Lo ribadiamo da sempre, la Riforma deve darsi come primo obiettivo, e così è scritto nel testo che riformerà il settore, la moralizzazione e la legalità. Solo così potremo anche rilanciare la raccolta del gioco, ovviamente assieme a molti altri interventi di natura tecnica.

Chiediamoci chi è contro questo principio, non serve un sondaggio per darsi una risposta. Certamente a molte voci del coro invece piace, evidentemente, la solita minestra riscaldata”.

 

 

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