25 Novembre 2024 - 04:54

Minori e gioco. Astro: “La politica utilizzi gli studi e le analisi scientifiche”

As.Tro non ha mai difeso il gioco d’azzardo “tout court”. Non abbiamo – affermano dall’associazione – mai creduto a bar trasformati in piccoli casinò, né alle nostre piazze trasformate in

17 Gennaio 2018

As.Tro non ha mai difeso il gioco d’azzardo “tout court”. Non abbiamo – affermano dall’associazione – mai creduto a bar trasformati in piccoli casinò, né alle nostre piazze trasformate in nuove Las Vegas, tantomeno a cassiere di autogrill che inseguono gli avventori per vendergli lotterie istantanee.

Al centro della nostra azione vi è sempre stato uno sviluppo compatibile con le città che ci ospitano ma ancor di più una cieca difesa dei minori rispetto ad ogni forma di gioco. L’esperienza vissuta a contatto con i licei bolognesi ci ha resi consapevoli della vulnerabilità dei giovani di fronte alle nuove offerte di gioco.

 

Oggi il fenomeno è conosciuto da tutti:

  • Lo studio “Young Millennials Monitor” dell’Istituto di ricerca Nomisma (dove gratta&vinci, scommesse in agenzia e giochi di abilità occupano le prime tre posizioni tra le preferenze dei minorenni).
  • La ricerca Espad del C.N.R. (anche da essa si evince che scommesse on line e gratta&vinci sono in cima alle preferenze dei minorenni, mentre le postazioni da casa e gli smartphone sono di gran lunga preferiti ai luoghi pubblici).
  • La pubblicazione “A Scuola di Salute” dell’Istituto Bambin Gesù evidenzia che il 20% dei ragazzi tra i 10 e i 17 anni ha frequentato agenzie di scommesse, mentre il 25% dei giovani tra i 7 e i 9 anni usa “la paghetta” per l’acquisto di gratta&vinci e lotterie.
  • Il Libro Bianco “Media e Minori” pubblicato da Agcom mostra come “la facilità con la quale oggi è possibile giocare on line e scommettere somme di denaro rende tale pratica particolarmente appetibile a fasce di utenza vulnerabili”.

 

 

As.Tro rappresenta un segmento che ha saputo fare un passo indietro, riducendo la propria offerta del 35%. Lo stiamo facendo per rendere compatibile la presenza del gioco lecito sui territori. Lo stiamo facendo senza calcoli di bottega, pensando più alla sopravvivenza del sistema gioco lecito nel suo insieme che all’interesse di un singolo segmento.

Eppure questo nostro sforzo non basta per soddisfare le istanze proveniente dai territori. “Incapaci di immaginare il futuro ci propongono di smontare il passato” (cit. Mario Calabresi), solamente però quello più facile da smontare, quello del prodotto a monetina metallica, quello dove i minori non giocano, quello delle tante aziende presenti sul territorio, quello delle aziende di famiglia che una volta costituivano quel tessuto connettivo vanto del nostro Paese.

Quello che si chiede alla politica, sia nella fase pre elettorale che in quella post elettorale, è di calibrare la propria azione e le proprie promesse sulle evidenze scientifiche risultanti dai lavori sopra citati. Solo una riforma che contempli la riduzione del restante 74% dell’offerta potrà incontrare il favore dei territori.

Solo attraverso una legislazione che sappia tutelare i minori di fronte a forme di gioco sempre più aggressive si può garantire uno sviluppo sostenibile ad un settore che genera migliaia di posti di lavoro ed entrate erariali irrinunciabili per la fase storica che sta vivendo il nostro Paese.

PressGiochi

×