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Milleproroghe. Vargiu (Sc): “Il Governo si impegni a rilanciare il comparto dell’ippica”

Il Governo si impegni a valutare l’opportunità di adottare tutte le misure per garantire al settore dell’ippicoltura nazionale una «governance» di lungo periodo volta a creare le condizioni per uno

11 Febbraio 2016

Il Governo si impegni a valutare l’opportunità di adottare tutte le misure per garantire al settore dell’ippicoltura nazionale una «governance» di lungo periodo volta a creare le condizioni per uno stabile rilancio del comparto e delle prospettive di sviluppo dell’indotto e a valutare la possibilità di adottare, per il comparto ippico nella regione autonoma della Sardegna, un particolare intervento perequativo di supporto ad attività strategiche per lo sviluppo economico dell’Isola.

A chiederlo in un ordine del giorno presentato al decreto Milleproroghe il presidente della Commissione Affari sociali Pierpaolo Vargiu.

Come ha ricordato l’esponente di scelta civica, l’articolo 9 del provvedimento MIlleproroghe proroga al 30 giugno 2016, limitatamente alle operazioni di pagamento e riscossione riferite all’annualità 2015 e alle annualità precedenti, l’autorizzazione del dirigente delegato del Ministero per le politiche agricole ad effettuate pagamenti e riscossioni utilizzando il conto di tesoreria dell’ex ASSI. Tale termine, originariamente disposto per il solo anno 2014, era stato prorogato, dapprima, al 30 giugno 2015 e poi, al 31 dicembre 2015; la suddetta proroga appare necessaria al fine di garantire lo svolgimento delle attività di pagamento con la celerità necessaria.

 

Al riguardo, il comma 9 dell’articolo 23-quater del decreto-legge n. 95 del 2012 ha disposto la soppressione dell’ASSI, a sua volta subentrata all’UNIRE nel 2011 e chiamata a svolgere compiti relativi al miglioramento delle razze equine, alla gestione dei libri genealogici, alla programmazione delle corse e dei programmi di allevamento, alla gestione del servizio di diffusione delle riprese televisive delle corse; in attuazione della suddetta disposizione, sono stati emanati il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 gennaio 2013 e il decreto del Ministero per le politiche agricole n. 11177 del 31 gennaio 2013 recanti il trasferimento delle funzioni e delle risorse umane, strumentali e finanziarie dell’ex ASSI allo stesso Ministero e all’Agenzia delle dogane e dei monopoli.

In materia di riforma del settore ippico, l’articolo 14, comma ff) della legge 11 marzo 2014, n. 23, recante delega al Governo per la riforma del sistema fiscale, prevedeva, per il rilancio del settore ippico, l’istituzione della Lega ippica italiana, con funzioni, fra l’altro, di organizzazione degli eventi ippici, controllo di primo livello sulla regolarità delle corse, ripartizione e rendicontazione del fondo per lo sviluppo e la promozione del settore ippico. Il Fondo sarebbe stato alimentato mediante quote versate dagli iscritti alla Lega, nonché mediante quote della raccolta delle scommesse ippiche, del gettito derivante da scommesse su eventi ippici virtuali e da giochi pubblici raccolti all’interno degli ippodromi, attraverso la cessione dei diritti televisivi sugli eventi ippici, nonché di eventuali contributi erariali straordinari decrescenti fino all’anno 2017;

il termine suddetto per l’esercizio della delega è decorso inutilmente il 26 giugno 2015, senza l’adozione del decreto sopra indicato; è acclarata l’urgenza di procedere ad un riordino generale del compatto ippico equestre, anche in considerazione dello stato di crisi in cui esso versa da anni e delle pesanti ricadute che sta provocando sulle molteplici e rilevanti attività economiche dell’indotto.

 

La regione autonoma Sardegna che vanta una radicatissima tradizione nella produzione e nell’allevamento del cavallo, sta subendo più di altre realtà i gravissimi contraccolpi della crisi in atto, ciò anche nell’ambito dei processi commerciali del purosangue arabo da corsa (di cui detiene la produzione pressoché esclusiva in ambito nazionale) e del cavallo anglo arabo sardo, già a grave rischio estinzione per il crollo delle nascite;    negli ultimi nove anni, alcuni dei principali ippodromi sardi hanno subito una preoccupante contrazione della propria attività in conseguenza dei tagli (stimabili in circa il 65-70 per cento) introdotti prima dall’UNIRE-ASSI e poi dallo stesso Ministero, tanto sul numero delle giornate di corse, quanto sul montepremi complessivo attribuito all’Isola; nel contesto regionale contraddistinto da un forte rischio di desertificazione economica, la crisi del settore ippico e agonistico rischia di rappresentare un colpo esiziale anche per le molteplici attività economiche in campo ricettivo-turistico, sociale, sportivo, culturale e ludico;

 

L’Agris Sardegna – Agenzia per la ricerca in agricoltura e la regione autonoma della Sardegna – ha concluso Vargiu – stanno tentando da tempo di proporre soluzioni atte a ridurre la sperequazione tra la situazione allevatoriale e commerciale degli impianti regionali rispetto agli ippodromi nazionali, al fine di mitigare lo storico svantaggio legato all’insularità”.

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