Dispiace constatare ancora una volta che gli amministratori locali, tramite le pagine dei giornali, riportino dati non corrispondenti alla realtà. Nello specifico, riferendosi al comune di Apecchio, il Capogruppo di
Dispiace constatare ancora una volta che gli amministratori locali, tramite le pagine dei giornali, riportino dati non corrispondenti alla realtà. Nello specifico, riferendosi al comune di Apecchio, il Capogruppo di ‘Partecipa’ Giacomo Rossi, riferisce che ogni cittadino gioca agli apparecchi da intrattenimento 839,9 euro l’anno. Dato errato se confrontato con quelli forniti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, secondo i quali la spesa per ogni apecchiese si attesta sui 241,43 euro l’anno. Parliamo di una differenza di 598,47 euro, cifra importante soprattutto se utilizzata strumentalmente per attaccare continuamente e gettare fango sul solo settore degli apparecchi da intrattenimento”.
Così Ilario Luzi, presidente della delegazione Marche dell’Associazione Nazionale Sapar, che raduna oltre 1700 aziende di gestione, produzione e costruzione di apparecchi da intrattenimento, commentando le dichiarazioni odierne sul quotidiano “Il Resto del Carlino” del capogruppo di ‘Partecipa’, Giacomo Rossi, che ha avanzato al Comune di Apecchio delle proposte per attivare delle azioni di prevenzione contro il gioco potenzialmente patologico.
“Nonostante ADM abbia pubblicato dati reali e concreti sui numeri del settore, politica e media continuano a basare i loro proclama e attacchi strumentali nei confronti del nostro comparto, utilizzando i dati forniti dalla piattaforma del gruppo Gedi – prosegue Luzi -, che ricordo sono stati erroneamente elaborati sulla raccolta: la vera spesa del cittadino è data dal giocato meno le vincite. È evidente quindi che si sta conducendo un’operazione strumentale per distruggere una sola parte della filiera: le aziende di gestione chiudono e aumenta il numero di disoccupati in Italia. E questo, evidentemente, porterà beneficio ad alcune lobby dell’azzardo”.
Il presidente della delegazione Marche ricorda quindi che “nella redazione degli articoli, non si tiene nemmeno conto che l’introdotto degli apparecchi è generato anche dalle quote vinte e rigiocate sugli stessi e non esborsate dai giocatori, quindi non è detto che la spesa corrisponde a quanto effettivamente il giocatore ha sborsato. Ma questa parte dell’informazione continua ad essere omessa, così come si continua a tacere sul bombardamento pubblicitario relativo alle scommesse e ai giochi online, che quasi istigano al gioco d’azzardo, promettendo bonus di ingresso che attirano il pubblico, soprattutto quello minorile”.
Chiosa infine Luzi: “questa operazione collettiva di distruzione del comparto degli apparecchi da intrattenimento è stata condotta per portare beneficio a qualcuno, per spostare l’attenzione del giocatore verso altre offerte di gioco, soprattutto quelle online, a tutela non dei giocatori potenzialmente patologici, ma a tutela degli introiti economici di alcuni concessionari”.
PressGiochi
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