16 Novembre 2024 - 09:52

Manovra 2020: un taglia e cuci in fretta e furia senza un minimo di progettualità

Tra un litigio e l’altro, la compagine di governo ha varato la sospirata manovra 2020, mettendoci sotto l’albero un “regalo” di Natale che ha fatto storcere il naso a tutti,

27 Dicembre 2019

Tra un litigio e l’altro, la compagine di governo ha varato la sospirata manovra 2020, mettendoci sotto l’albero un “regalo” di Natale che ha fatto storcere il naso a tutti, per i più disparati motivi.

Dietro lo scudo di scongiurare il peggio (l’aumento dell’Iva), la triade Conte-Di Maio-Zingaretti, col supporto esterno di Renzi, ha lavorato alla rinfusa e tra mille ripensamenti, preoccupandosi non tanto degli strali dell’opposizione, quanto dei dissidi interni. Complici la fretta e le altre situazioni emergenziali, dicono loro. Ma la verità è che dalla sgangherata coppia tinta di giallorosso non poteva che nascere una figlia così brutta da far invidia a quella di Fantozzi (su chi sia il Fantozzi, lasciamo a voi la scelta).

E aggiungiamoci pure somara: lo sapevate che la Ragioneria di Stato, per far passare il maxiemendamento presentato dal governo, ha chiesto ben 70 correzioni, per incompatibilità e mancanza di coperture? Così, è andata a finire che i tempi per la modifica del testo hanno costretto (volutamente?) la manovra ad arrivare blindata alla Camera, facendo saltare totalmente il dibattito in aula, con la conseguenza (voluta, senza punto interrogativo) di mettere il bavaglio alle opposizioni.

 

Qualcuno dirà che, stante la situazione attuale, non era possibile fare di meglio. Ma almeno ci aspettavamo un po’ di pudore, da parte dei governanti. Invece, sentite cosa ha avuto il coraggio di dire Zingaretti: “Con questa manovra abbiamo iniziato a rimettere i soldi nelle tasche degli italiani e investire sul futuro del nostro paese. Ha vinto l’italia. Niente Salvini tax, cioè il tanto temuto aumento dell’iva per 23 miliardi (ma cosa c’entra? Ndr), che sarebbe costato 500 euro in più di tasse ad ogni famiglia. Stipendi più alti per i lavoratori, con 3 miliardi di sgravi fiscali sulle tasse sul lavoro. E poi 59 miliardi di investimenti pluriennali per l’economia verde, giusta, competitiva e per le infrastrutture. Un sostegno alle imprese, al cuore pulsante del paese. Una finanziaria per i più deboli e per fare ripartire l’italia. Ora tutti insieme prepariamo una nuova agenda di governo per lo sviluppo, il lavoro e la giustizia sociale”.

 

Messa così, sembra una marcia trionfale senza precedenti. Qualcosina di vero c’è, per carità! Ma quando poi vai a scavare, di magagne ne vengono fuori una dopo l’altra. Vi pare niente, tanto per cominciare, che il ministro del Miur si sia dimesso per il mancato stanziamento dei 3 miliardi che sarebbero serviti all’istruzione, non per fare il salto di qualità, bensì per mantenersi soltanto sulla “linea di galleggiamento”? Quanto al tanto sbandierato blocco della clausola di salvaguardia, bisogna ricordare che è valido solo per l’anno entrante, giacchè per mantenerlo in seguito serviranno ancora 20,1 miliardi nel 2021 e 27,1 miliardi nel 2022.

 

Poi, se è pur vero che un taglio al cuneo fiscale c’è stato, questo va solo a vantaggio dei lavoratori (non dal 1° gennaio, però) – e, stranamente, in maniera inversamente proporzionale alla fasci di reddito – mentre le imprese rimangono con un palmo di naso; più la beffa dei ridicoli stanziamenti (circa 45 milioni di euro per il 2020 e 40,2 milioni per il 2021) per il potenziamento del piano straordinario per la promozione del Made in Italy.

 

Ma tanto, alla fine, questo bonus rientrerà nelle casse dello Stato con la stangata sui carburanti (fortunatamente inviata al 2021), con l’aumento della robin tax (i cui destinatari sono i concessionari di autostrade, porti, aeroporti, ecc., ma di riflesso questi la scaricheranno sui consumatori), con lo stop alla flat tax sopra i 65 mila euro, con la manovra di recupero consentita alle Regioni per tamponare l’abolizione del superticket sanitario, con la plastic tax e con la sugar tax, al cui ridimensionamento rispetto alle previsioni iniziali sembra proprio essere legato l’inasprimento della tassa sulla fortuna.

 

 

Prima di addentrarci nel meandro dei giochi, lasciamo parlare chi è più bravo di noi, ovvero la Corte dei Conti, che verso la metà di novembre così si espresse: “Il frequente rinvio a provvedimenti ulteriori per la definizione effettiva delle misure contenute nelle manovre non contribuisce a superare le incertezze. Incertezze che, finora, hanno contribuito al generale rallentamento della nostra economia e che riducono l’efficacia degli interventi, a causa dell’allungamento dei tempi necessari per la loro attuazione”.  Per eliminare questi inconvenienti, ha aggiunto la Corte, servirebbe “un severo percorso di contenimento e riqualificazione della spesa, operando un’attenta selezione delle attività da continuare a finanziare e di quelle da abbandonare; e ciò per rendere compatibile liberare risorse per una riduzione dell’onere fiscale e mantenere i conti pubblici su un percorso di riduzione del debito.”

 

E poi la mazzata finale: “il mancato conseguimento dei pur modesti obiettivi di crescita potrebbe incidere sulla tenuta dei conti pubblici e compromettere il programma di riduzione del debito pubblico che continua a rappresentare un elemento cardine nella sostenibilità del sistema”.

I soliti vizi di sistema che pensano all’uovo oggi e non alla gallina domani, e fanno evaporare quel poco di buono che c’è in questo e quel provvedimento. Inutile allora aspettarsi progettualità di lungo respiro, né tantomeno scelte di campo precise. Si naviga a vista, in un marasma da girone infernale dantesco. Più precisamente, siamo ormai nell’Ottavo Cerchio, quello delle bolge, dove risiedono violenti e usurai, ruffiani e seduttori, adulatori e lusingatori, ladri, ipocriti e quant’altro.

 

I partiti – ha detto brillantemente Paolo Bonolis – sono diventate delle aziende che puntano a massimizzare il fatturato dei voti.  Per loro il cittadino non è più un fine ma soltanto un mezzo!

 

Ed eccoci ora alle nostre miserande vicende.

Dicevano della tassa sulla fortuna: dal 15 gennaio 2020, la tassa sulle vincite alle VLT è fissata al 20% per la quota delle vincite eccedenti il valore di 200 euro; dal 1° marzo, invece, si pagherà il 20% sulla parte di vincita che supera i 500 euro per lotterie come Win for life, Superenalotto e Gratta&Vinci. Il gettito atteso tocca i 309 milioni, quanto basta per coprire, come detto, le perdite generate dagli emendamenti sulla plastic e sugax tax.

 

I giocatori di slot perderanno un altro 3% sulle vincite, visto che la percentuale di restituzione minima  scende dal 68% al 65%. In pratica, siamo ormai ai livelli del Lotto, mentre il divario con i gratta e vinci cresce ancora.

 

Per quanto riguarda il Preu, già dal 1° gennaio – quindi senza lasciare agli operatori neanche un giorno di tempo per l’adeguamento – l’aliquota gravante sulle slot sale al 23,85%, ultimo step verso la soglia della sostenibilità. Per le VLT il Preu sale all’8,6%, con riduzione all’83% del payout minimo. Il maggior gettito previsto è di 496 milioni per le slot e 135 dalle VLT.

 

Avremo modo e tempo per analizzare compiutamente la situazione. Resta per ora l’amarezza di dover notare che mentre, con queste disposizioni, i gestori Awp vengono ridotti definitivamente sul lastrico, il governo stanzia 500 milioni per finanziare la “celeberrima” villa Candiani di Erba in provincia di Como che, udite udite, ospiterà anche il Museo dedicato all’opera dell’altrettanto “celeberrimo” scenografo Ezio Frigerio. E se preferite la musica, cari gestori, sappiate che i vostri 500mila euro aggiuntivi finiranno nelle tasche della mirabile Fondazione I Pomeriggi Musicali. Se invece siete amanti della cultura, consolatevi col fatto che l’aumento del Preu, vostro e delle Vlt, sarà destinato ad uno dei musei più famosi e stimati al mondo: il Parco museo minerario delle miniere di zolfo delle Marche!

 

Come direbbe Totò… Ma ci faccia il piacere!

 

 

 

Marco Cerigioni – PressGiochi

 

 

Fonte immagine: Growth Forecast Concept For 2020 - Coins Stack On Wooden Blocks

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