22 Novembre 2024 - 02:32

Macao: stretta (ma non troppo) sulle concessioni per i casino

Quando le cose si fanno in maniera intelligente, è più facile trovare soluzioni valide, che rispettino le esigenze di tutti. A Macao, governo e imprenditori di casino vanno addirittura a

18 Gennaio 2022

Quando le cose si fanno in maniera intelligente, è più facile trovare soluzioni valide, che rispettino le esigenze di tutti. A Macao, governo e imprenditori di casino vanno addirittura a braccetto nell’ampio progetto di riforma delle norme sul gambling, che riguarda anche il rilascio delle concessioni. Qualcuno non ha nascosto la propria sorpresa nel notare quanto le autorità locali si stiano di mostrando accomodanti; d’altra parte, un atteggiamento di segno contrario sarebbe da considerare “suicida”, visto quanto contribuiscono le case da gioco all’erario della piccola ex-colonia portoghese.

In sostanza, qualcosa cambierà senza penalizzare gli operatori. A cominciare dalla conferma di fatto del tetto delle 6 licenze, rispetto alle “3+3” esistenti (3 concessioni effettive e 3 subconcessioni), ma la loro durata viene dimezzata (da 20 a 10 anni, con proroga di 3 anni in circostanze eccezionali).

Più precisamente, la situazione attuale è la seguente: tre degli attuali sei operatori –Sands China Ltd, MGM China Holdings Ltd e Melco Resorts and Entertainment Ltd –detengono i loro diritti di gioco tramite subconcessioni scorporate dai tre concessionari originari selezionati tramite una gara pubblica del 2002: Galaxy Entertainment Group Ltd, SJM Holdings Ltd e Wynn Macau Ltd.

In effetti, il governo aveva l’intenzione di ridurre le concessioni, ma a fargli cambiare idea è stata la consultazione pubblica svoltasi conclusasi il 29 ottobre scorso sotto l’egida del Bureau of Gaming Supervision (DICJ): delle 217 osservazioni pervenute, 95 hanno sostenevano le 6 concessioni, mentre 36 hanno sostenuto che fossero più di sei concessioni; altre 22 hanno indicato le 6 come tetto massimo.

Di conseguenza, il Consiglio esecutivo ha approvato un disegno di legge da inviare all’Assemblea legislativa, che nell’accogliere la richiesta di 6 concessioni ha inasprito alcuni requisiti per i concessionari. Ad esempio, il 15% delle azioni di qualsiasi attività concessa in licenza deve essere detenuto da un amministratore delegato residente a Macao.

Inoltre, i concessionari devono avere un capitale sociale minimo di 5 miliardi di MOP (454 milioni di sterline/543 milioni di euro/621 milioni di dollari). Sarà altresì rafforzato il meccanismo di revisione e supervisione delle qualifiche per le società autorizzate e le persone coinvolte nelle attività dell’industria del gioco

Ancora, è previsto che le responsabilità sociali dei concessionari saranno definite in modo più completo. Sebbene non siano stati forniti ulteriori dettagli in merito, la consultazione iniziale ha affermato che i licenziatari dovrebbero assumersi una serie di oneri quali il sostegno alle piccole e medie imprese locali, la protezione dei diritti del lavoro e la partecipazione ad iniziative filantropiche.

Non vi è traccia, invece, del proposito di inserire rappresentanti del governo nei consigli di ciascun concessionario.

Il motivo di fondo di questa riforma è favorire la crescita del “gioco di massa” rispetto a quello dei VIP, che sono la linfa vitale dei junket, gli intermediari che portano i giocatori più danarosi nei casino.

 

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