Natale Canale, Alessio Vieno e Michela Lenzi dell’Università di Padova hanno pubblicato un nuovo studio sul rapporto gioco patologico/adolescenza dal titolo ‘Relative deprivation and disordered gambling in youths” pubblicato sul
Natale Canale, Alessio Vieno e Michela Lenzi dell’Università di Padova hanno pubblicato un nuovo studio sul rapporto gioco patologico/adolescenza dal titolo ‘Relative deprivation and disordered gambling in youths” pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health. Il gruppo di studiosi di Padova ed in particolare il professor Canale, ha infatti recentemente pubblicato un altro studio sulla relazione sull’incidenza del consumo di energy drink mischiato ad alcol nel gioco compulsivo minorile.
Questo nuovo studio invece ha evidenziato “come il rischio di diventare un giocatore d’azzardo patologico in adolescenza aumenta se si studia in classi con accentuate disparità economiche. Un quindicenne che vive in una famiglia più povera (rispetto ai compagni di classe che vivono in famiglie più ricche) ha quasi 7 volte in più la probabilità di diventare un giocatore d’azzardo a rischio e problematico”.
Completando quanto emerso da una precedente ricerca del 2017 che aveva rilevato come la propensione al gioco d’azzardo fosse maggiore nelle Regioni/Provincie con alti tassi di diseguaglianze di reddito, il lavoro pubblicato dal team di ricerca patavino, in collaborazione con le università canadesi McGill di Montreal e Carleton di Ottawa, dimostra che “i giocatori d’azzardo a rischio-problematici in adolescenza dispongono di meno risorse economiche rispetto ai compagni più ricchi della classe”.
I due studi analizzano un campione di 20.791 studenti 15enni italiani (dati raccolti all’interno del sistema di sorveglianza nazionale Health Behaviour in School-aged Children). Dall’analisi emerge come “le diseguaglianze economiche, sia in un contesto più ampio di regione sia in uno più ristretto di classe scolastica, spingono all’azzardo i giovani. In regioni con maggiori livelli di diseguaglianze di reddito (dove i redditi non sono uniformemente ripartiti su tutta la popolazione) si gioca di più e con maggiore problematicità rispetto alle regioni con una più equa distribuzione dei redditi”.
Per esempio, se in Campania, Calabria e Sicilia quasi un quindicenne su due ha giocato d’azzardo almeno una volta nella vita (e uno su dieci è già a rischio o problematico), in regioni come la Val d’Aosta e nella provincia di Trento circa uno su quattro ha già avuto delle esperienze di gioco d’azzardo nella vita (con solo il 2% che presenta un gioco d’azzardo a rischio e problematico).
Emerge inoltre che i quindicenni che vivono in famiglie più povere (rispetto ai compagni di classe che vivono in famiglie più ricche) hanno quasi 7 volte in più la probabilità di diventare un giocatore d’azzardo a rischio e problematico. Tuttavia, tra questi quindicenni, spicca una quota di ‘resilienti”: studenti e studentesse che pur provenendo da ambienti più svantaggiati rispetto ai compagni più ricchi incorrono meno in forme a rischio-problematiche di gioco grazie al fatto di avere delle amicizie più sincere e supportive con i pari.
PressGiochi