14 Gennaio 2025 - 10:59

Lotterie nazionali. Per il 2016 necessaria verifica di spese ed introiti per l’Erario

“Appare necessario per il 2016 verificare preliminarmente l’effettivo introito per l’Erario derivante dalla organizzazione e gestione della Lotteria nazionale nella prospettiva di confermare tale tipologia di gioco pubblico a condizione

30 Aprile 2015

“Appare necessario per il 2016 verificare preliminarmente l’effettivo introito per l’Erario derivante dalla organizzazione e gestione della Lotteria nazionale nella prospettiva di confermare tale tipologia di gioco pubblico a condizione che gli incassi per l’Erario non derivino da risorse attinte da altri comparti del gioco pubblico, in modo da garantire quindi l’equilibrio e l’autonoma compatibilità finanziaria della Lotteria nazionale”. Con questa osservazione da riferire all’indizione delle lotterie per il prossimo anno, la Commissione finanze del Senato ha espresso parere favorevole al decreto ministeriale relativo all’indizione delle lotterie nazionali per il 2015.

Ha presentare osservazioni e dubbi sul carico derivante al bilancio statale dall’indizione di due lotterie per quest’anno era stato il senatore del Gruppo misto Giuseppe Vacciano ha cui ha risposto ieri il sottosegretario all’economia Paola De Micheli.

“Ai sensi della normativa di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 1677 del 1948, – ha dichiarato la De Micheli – dall’importo dei biglietti venduti di ciascuna lotteria si deducono le relative spese; della somma residua il 50 per cento costituisce la massa premi e il 50 per cento è devoluto agli enti beneficiari; qualora le lotterie siano abbinate a manifestazioni organizzate dai comuni o altri enti, gli utili sono ad essi devoluti, limitatamente a una quota pari ad un terzo, mentre i due terzi sono versati in conto entrata al bilancio dello Stato. Le spese da dedurre al fine di determinare le quote di massa premi e di utile sono: l’aggio spettante ai rivenditori, l’importo spettante all’affidatario della gestione della lotteria, una quota relativa al rimborso delle spese di gestione riconosciuta all’Amministrazione, le spese sostenute a titolo promozionale. Qualora la quota da destinare a massa premi dovesse risultare insufficiente può essere integrata mediante l’utilizzo dei fondi previsti a tale scopo, a carico del bilancio dello Stato”.

Non si è detto soddisfatto della risposta il sen. Giuseppe Vacciano che giudicato le delucidazioni tecniche fornite dalla rappresentante del Governo estranee alle questioni poste, riguardanti specificamente l’opportunità di proporre una nuova lotteria a fronte di una costante diminuzione dell’interesse del pubblico. “La finalità sociale alla base del provvedimento in esame, – ha affermato – di per sé apprezzabile, potrebbe peraltro essere meglio soddisfatta utilizzando pro quota gli introiti di un’unica lotteria nazionale”. Dichiarando il proprio voto contrario, Vacciano ha formulato l’auspicio che in occasione della presentazione dello schema di decreto per l’individuazione delle lotterie nazionali da effettuare nel 2016 il Governo fornisca alla Commissione la documentazione necessaria a valutarne il senso economico in ragione degli esiti delle lotterie già svolte.

A condividere le osservazioni del senatore del Gruppo Misto numerosi esponenti della commissione.

Il senatore Sciascia (FI) – ad esempio- ha ricordato il beneficio economico che possono trarre i rivenditori dei biglietti, “mentre sarebbe auspicabile un trattamento fiscale di vantaggio nel caso di distribuzione diretta dei biglietti da parte dei soggetti beneficiari”.

“E’ preferibile – ha dichiarato senatore Tosato (LN-Aut) – concentrare gli sforzi organizzativi e promozionali ai fini della realizzazione di un’unica lotteria nazionale, in quanto l’organizzazione di un’ulteriore lotteria comporta eccessive incertezze in ordine agli esiti economici”.

La senatrice Bellot (Misto-FAL) ha invece giudicato negativamente la scelta di destinare risorse all’organizzazione di uno strumento ormai non sufficientemente gradito dal mercato, quando sarebbe possibile garantire aiuti diretti, anche di natura fiscale, alle associazioni impegnate in attività solidaristiche.

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