24 Novembre 2024 - 17:01

Lotteria dello scontrino: la novità del 2020 che premia gli onesti

La lotteria degli scontrini sarà la novità fiscale del 2020. Ma non scatterà come previsto dal prossimo primo gennaio, bensì da luglio, almeno stando all’ultimo emendamento approvato in sede di

02 Gennaio 2020

La lotteria degli scontrini sarà la novità fiscale del 2020. Ma non scatterà come previsto dal prossimo primo gennaio, bensì da luglio, almeno stando all’ultimo emendamento approvato in sede di conversione parlamentare del decreto fiscale. Non possiamo valutarne l’impatto sulla riduzione dell’evasione e sull’emersione del «nero». Anche perché vi sarà l’effetto prevedibilmente elevato di altri incentivi ai pagamenti elettronici o con carta di credito. E dal primo gennaio lo scontrino elettronico fiscale riguarderà tutto il commercio, non solo la grande distribuzione.

Come riporta Il Corriere della Sera, la vera novità, al di là dei benefici per il gettito e i conti dello Stato, è un’altra: l’introduzione di un meccanismo di premialità per chi è in regola, per chi si comporta bene. Le lotterie in un Paese nel quale ogni anno si scommettono al gioco più di cento miliardi, circa un decimo del reddito disponibile, hanno un loro scontato indice di gradimento. Piacciono forse più per il gusto dell’azzardo che per la soddisfazione della compliance, per l’adesione cioè alle regole. Ma tant’è.

 

Nei Paesi in cui è stata applicata finora una misura simile, i risultati non sono disprezzabili. Ne parliamo in un approfondimento su PressGiochi Magazine in distribuzione da ieri.

 

Se pensiamo che in Italia si evade un terzo dell’imposta sul valore aggiunto, possiamo dire che il margine di miglioramento potenziale è semplicemente enorme. L’introduzione della fatturazione elettronica, secondo gli ultimi dati del ministero dell’Economia, ha fatto crescere l’incasso dell’Iva interna, nei primi dieci mesi del 2019, di quasi tre miliardi.

Le regole della lotteria degli scontrini saranno decise da un provvedimento congiunto, scritto dalle due Agenzie interessate, Entrate e Dogane. In linea di massima, dovrebbe funzionare così: il consumatore, come prima cosa, scarica un codice dal portale delle lotterie. Avrà a disposizione un Qr che potrà mostrare, anche dal proprio telefonino, al commerciante per tutti gli acquisti superiori a un euro. Ogni mese verranno estratti tre premi, da 50 mila, 30 mila e 10 mila euro. E, una volta all’anno, verrà sorteggiato un superpremio da un milione di euro. I vincitori saranno avvisati per raccomandata o attraverso una Pec. Il montepremi annuale è di 48 milioni di euro. Il costo complessivo per l’Erario, tenendo conto degli oneri di gestione, è di 53 milioni, ovvero — come ha calcolato Banfi nel suo studio — lo 0,0048 per cento del gettito Iva del 2018.

 

La vera novità, si diceva, è un’altra. Il premio a chi si comporta bene. Finalmente, si potrebbe aggiungere, visto che negli anni sono stati gli evasori — con condoni, concordati, rottamazioni e via di seguito — ad essere oggetto di attenzioni non propriamente educative sotto il profilo degli obblighi di cittadinanza. Del resto non si capisce perché un sistema di premialità esista per esempio nel codice della strada o nella normativa sulle assicurazioni per danni, come l’Rc-Auto e non negli adempimenti fiscali. L’evasore non attenta all’incolumità pubblica, almeno direttamente, ma sicuramente alla sostenibilità dei conti dello Stato e, dunque, alla sua possibilità di garantire il finanziamento dei servizi comuni, tra cui la sanità, la sicurezza. La legge che ha introdotto la patente a punti è del 2003. C’era il governo Berlusconi. E prevede, per l’automobilista disciplinato che non commette infrazioni, un abbuono di due punti ogni due anni, fino a un massimo di trenta. La scatola nera sugli autoveicoli è stata disciplinata dalla legge sulla concorrenza, la 124 del 2017, e può comportare per chi l’adotta considerevoli sconti sui premi delle polizze. Nel 2018, nonostante le incertezze legate ai decreti attuativi, era presente in circa un quinto dei contratti Rc Auto. Se esistesse una sorta di rating fiscale che consentisse al contribuente in regola di ottenere un qualsiasi vantaggio, anche semplicemente procedurale, l’effetto sulla disciplina dei contribuenti, in particolare quelli che non hanno un prelievo diretto alla fonte come dipendenti e pensionati, non sarebbe trascurabile. Pensiamo soltanto al costo degli accertamenti, ai riflessi burocratici e alle perdite di tempo dei contenziosi di varia natura. Il contribuente con un rating elevato, che non ha commesso negli anni infrazioni al codice del Fisco, potrebbe godere di una presunzione di correttezza di valore non banale. E sentirsi nello stesso tempo più partecipe — perché considerato parte di un ipotetico club dei contribuenti attenti e regolari — alla costruzione del bene pubblico.

 

 

PressGiochi

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