I modelli di business nel settore dei videogiochi stanno ora favorendo sempre più l’uso delle funzionalità “pay-to-win”. Secondo studi recenti, gli sviluppatori di giochi possono generare fino al 25% delle
I modelli di business nel settore dei videogiochi stanno ora favorendo sempre più l’uso delle funzionalità “pay-to-win”. Secondo studi recenti, gli sviluppatori di giochi possono generare fino al 25% delle loro entrate da questa strategia di “bottino” o meglio conosciute come loot boxes, le scatole che pagando si aprono per fornire supporto nel percorso di gioco e strumenti utili al giocatore.
Come spiega in Commissione europea l’europarlamentare Emmanuel Maurel (S & D), “I giocatori acquistano i “bottini” nella speranza di raggiungere un nuovo livello di gioco o acquistare un oggetto che cambia le dinamiche, per esempio. Il fatto che però non abbiano idea di cosa potrebbe esserci nel “bottino” rende l’acquisto ancora più eccitante. Questo incoraggia i giocatori a continuare a comprare scatole finché non ottengono l’oggetto che desiderano, trasformando il videogioco in una forma di gioco d’azzardo.
Il gioco d’azzardo può essere pericolosamente avvincente tra i gruppi più vulnerabili come i giovani, che sono grandi consumatori di videogiochi. Alcuni Stati membri hanno chiesto il parere dei propri regolatori in merito a tali rischi e il problema è stato rilevato anche dalla stampa specializzata”.
Maurel ha quindi chiesto alla CE: “Al fine di accrescere la capacità dei consumatori di difendere i propri interessi, anche attraverso misure volte a proteggere la salute dei consumatori, l’Unione europea dovrebbe prendere in considerazione una legislazione che copra tali caratteristiche “pay-to-win”?”.
Nelle scorse settimane la questione delle loot boxes è stata sollevata dai regolatori dei più disparati paesi, e si è cercato di capire se questo tipo di prodotti possono essere classificati come azzardo. Anche se la risposta è stata nella maggior parte dei casi negativa, resta la preoccupazione per un fenomeno non nuovo ma sempre più diffuso, in particolare dopo il lancio della nuova edizione di Star Wars Battlefront II.
Nelle scorse settimane anche gli europarlamentari del PPE, Tiemo Wolken e McGuinness Mairead, avevano chiesto se le loot boxes potessero rientrare nella classificazione di giochi d’azzardo.
Staremo a vedere ora se la Commissione europea sposerà la linea interpretativa dei paesi europei, come Francia, Inghilterra e Belgio che si sono espressi sulla questione.
PressGiochi
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