“Non possiamo continuare a lavorare con il timore che di punto in bianco un Comune decida di imporre orari di lavoro diversi o addirittura che una legge regionale ci faccia
“Non possiamo continuare a lavorare con il timore che di punto in bianco un Comune decida di imporre orari di lavoro diversi o addirittura che una legge regionale ci faccia chiudere. Un riordino non è necessario nel nostro interesse ma nell’interesse della collettività. Perché io, come cittadino e contribuente, mi sento parte dello Stato”.
Questa la conclusione dell’intervento di Domenico Distante, presidente di Sapar, all’incontro su “La regolamentazione del settore dei giochi: stato dell’arte e scenari futuri” che si è svolto questa mattina nella sede dell’I-Com, Istituto per la competitività, a Roma.
“Senza un accordo con la Conferenza Stato-Regioni non si arriva da nessuna parte” ha aggiunto “perché la situazione attuale ha portato a legislazioni regionali che hanno causato a volte la chiusura di aziende e la perdita di posti di lavoro. Ci sono Regioni che hanno salvaguardato le attività esistenti e altre che le hanno completamente cancellate. Succede che un bar deve rinunciare a un introito legittimo, che magari può arrivare a 10mila euro all’anno, a volte essenziale per la sopravvivenza di quell’attività. E questo per rispettare delle distanze dai cosiddetti luoghi sensibili che abbiamo visto essere del tutto inefficaci”.
PressGiochi
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