Ci sono voluti 12 mesi perché la proposta di legge di iniziativa popolare contro il Gioco d’Azzardo patologico venisse discussa in Consiglio regionale, ma pochi minuti per bocciarla. 9 per
Ci sono voluti 12 mesi perché la proposta di legge di iniziativa popolare contro il Gioco d’Azzardo patologico venisse discussa in Consiglio regionale, ma pochi minuti per bocciarla. 9 per la precisione, sufficienti alla maggioranza a sostegno del Governatore Piemontese Alberto Cirio per cestinare, nella sua totalità, l’impianto normativo proposto da oltre 40 realtà piemontesi, 21 consigli comunali e sostenuta da 12mila elettrici ed elettori del Piemonte che hanno deciso di firmarla.
In questo periodo di forte crisi economica, continuare con una legge che genera questi livelli di spesa per il gioco è da considerarsi una scelta politica miope, incapace di vedere le fragilità di tanti, che si aggrappano al gioco nella falsa speranza di risolvere le proprie difficoltà.
Di fronte a questi volumi di spesa, ci chiediamo per quale ragione la nostra proposta di legge, sostenuta da 40 realtà, 21 comuni, appoggiata da 12mila elettrici ed elettori, sia stata bocciata in 9 minuti.
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