24 Novembre 2024 - 19:00

Lega Ippica Italiana. Tutto quello che è scommessa ippica produce risorse per il settore

“Cosa rischia la Filiera Ippica alla vigilia della definizione della Legge di Stabilità – chiede la Lega Ippica Italiana. Ad oggi l’operatività della Filiera Ippica è disciplinata dal DPR n.

31 Ottobre 2016

“Cosa rischia la Filiera Ippica alla vigilia della definizione della Legge di Stabilità – chiede la Lega Ippica Italiana.
Ad oggi l’operatività della Filiera Ippica è disciplinata dal DPR n. 169 del 8/4/1998. Questo atto, tuttora vigente, tutela la nostra filiera, affinché questa possa vivere, destinandole un prelievo da tutto quanto viene da lei stessa prodotto e da tutto quanto, appartenente al settore ippico internazionale, viene utilizzato in Italia per raccogliere gioco.
L’art. 12 cita: “sono stabilite le quote di prelievo sull’introito lordo delle scommesse sulle corse dei cavalli da destinare all’UNIRE (poi divenuto MIPAAF), al fine di garantire l’espletamento dei suoi compiti istituzionali, il montepremi ed il finanziamento delle provvidenze per l’allevamento”.
L’art. 13 riguardo al segnale televisivo per la trasmissione delle corse: “Il Ministro delle comunicazioni attribuisce la concessione per l’utilizzo del segnale televisivo per la trasmissione delle corse, anche al di fuori dei locali nei quali avviene l’accettazione delle scommesse, esclusivamente all’UNIRE (poi divenuto MIPAAF), che ne esercita la gestione secondo le modalità stabilite di concerto dal Ministro delle finanze con il Ministro per le politiche agricole”.
Sia chiaro a tutti quanto è importante per il settore, specialmente memori di quanto ci è stato portato via in passato, essere vigili affinché nessuno si permetta di togliere questo vincolo vitale tra scommesse e Ippica, un vincolo con un potenziale economico enorme che potrebbe, se ben gestito, determinare la rinascita del settore e senza il quale questa risulterebbe impossibile. Un vincolo ancor più efficace nel momento in cui si utilizzano le immagini delle corse italiane ed estere per raccogliere gioco con tutti gli strumenti oggi disponibili.
Alla vigilia della definizione della Legge di Stabilità del 2017, se volessimo chiederci cosa potrebbe questa contenere riguardo al settore ippico, sembra chiaro che nessuna modifica ad un provvedimento “regolativo” coma il DPR n.169, pensato unicamente per tutelare il settore, debba e possa qui essere inserita. Semmai questa può contenere argomenti di ordine finanziario quali ad esempio la determinazione dell’aliquota della tassa sul margine della quota fissa che è cosa buona e giusta.
L’introduzione del “palinsesto complementare”, ad oggi non previsto, e qualsiasi modifica della “proprietà” del segnale televisivo, regolata dalla 449/1999 (art.2 comma 5) e posta in carico oggi al MIPAAF, non possono essere messi in Legge di Stabilità in quanto argomenti di natura operativa e non finanziaria.
Inoltre l’imminente introduzione del “palinsesto complementare” non potrà comunque derogare dal principio base che le scommesse ippiche, di qualsiasi tipo, devono sempre contemplare un’aliquota destinata alla Filiera Ippica.
Sia chiaro quindi che tutto quello che sarà ippica nel “palinsesto complementare” dovrà portare risorse al settore e che il segnale televisivo ed i diritti su tutte le immagini delle corse italiane e delle corse estere utilizzate in Italia devono restare in capo al settore.
Questo principio è stato anche recentemente confermato a seguito del ricorso presentato al TAR, così come il diritto dell’aliquota da destinarsi all’ippica non era stato minimamente messo in discussione dalla stessa Avvocatura dello Stato considerandolo talmente ovvio da non ritenere nemmeno necessario ribadirlo in modo esplicito. Evidentemente il DPR n. 169 è un pilastro che noi dobbiamo difendere strenuamente se teniamo alla sopravvivenza del nostro settore.
Oggi più che mai occorre stare con occhi ben aperti perché in questi mesi si scriveranno le nuove regole sia del settore ippico che del mondo dei giochi in Italia, mondo dove la scommessa ippica, indiscussa Regina, si è trovata ad essere una misera Cenerentola.
Qui ci giochiamo le sorti dei prossimi vent’anni e, ancora una volta, si evidenzia la gravissima mancanza di una struttura operativa che lavori tutti i giorni per il bene del settore e ne curi i suoi interessi vitali”.

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