“Da marzo 2020 siamo stati colpiti da un evento inaspettato, ci siamo organizzati, abbiamo fatto investimenti, abbiamo provveduto a mettere in sicurezza le nostre sale, per i nostri clienti, i
“Da marzo 2020 siamo stati colpiti da un evento inaspettato, ci siamo organizzati, abbiamo fatto investimenti, abbiamo provveduto a mettere in sicurezza le nostre sale, per i nostri clienti, i bambini, le famiglie, per garantire a tutti il divertimento. Siamo ancora fermi, dobbiamo ricominciare a lavorare certamente garantendo la qualità, la sanificazione e la salute dei nostri clienti, ma dobbiamo ricominciare a lavorare per non sparire senza avere la possibilità di rivedere i sorrisi dei nostri clienti”.
Questo il messaggio di Alessandro Lama di Federamusement realizzato con la collaborazione di New Asgi Italia e Consorzio Fees e seguito da quello di tutti gli altri operatori italiani dell’amusement che chiedono di riaprire in sicurezza.
Un grido di allarme – scrivono gli operatori anche in una nota -. Un’invocazione a ripartire in sicurezza al più presto. Il comparto del “puro amusement”, il mondo del gioco senza vincita in denaro dedicato al divertimento delle famiglie, lancia un SOS compatto. Sta diventando virale in rete un video firmato da tutte le sigle del settore -Federamusement, Consorzio Fee e Associazione New Asgi Italia -, in cui si chiede a gran voce la riapertura delle attività. In palio c’è la sopravvivenza stessa del settore, seriamente a rischio di chiudere i battenti per sempre.
“Siamo stati i primi a chiudere e ancora non abbiamo date di riapertura- continua Lama -, quando molte attività con protocolli di sicurezza di meno facile applicazione rispetto ai nostri hanno già a più riprese riaperto in questi lunghi mesi di emergenza, secondo un ‘doppio pesismo’ inspiegabile.
Rappresentiamo importatori e produttori di giochi quantificabili in circa 1000 addetti e gestori di sale gioco per famiglia: queste in Italia sono circa 1000, danno lavoro a 5000 impiegati diretti e 50mila di indotto, ospitano una media di 10mila persone l’anno ciascuna, incassano un fatturato medio annuo di 250mila euro per esercizio.
Non facciamo rumore perché, come si può evincere da questi dati, il nostro è un settore che non sposta somme ingenti di denaro e non riguarda numeri enormi di persone – sottolinea Lama -. Ma queste migliaia di lavoratori silenziosi e onesti – che rappresentano una nicchia di made in Italy specializzato di qualità e una lunga e felice tradizione di intrattenimento per le nostre famiglie e il nostro turismo – stanno per restare vittima della pandemia per l’indifferenza della politica. Non lasciateci morire: ora riapriamo in sicurezza”.
PressGiochi
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