E’ stato presentato ufficialmente oggi il Manifesto per la cultura del gioco legale nel Lazio del coordinamento “Alleati per la legalità” promosso da: Acadi – Confcommercio, Acmi e Astro (aderenti a
E’ stato presentato ufficialmente oggi il Manifesto per la cultura del gioco legale nel Lazio del coordinamento “Alleati per la legalità” promosso da: Acadi – Confcommercio, Acmi e Astro (aderenti a Confindustria), Assotabaccai, Donne in Gioco, Egp – Fipe, Fit – Federazione Italiana Tabaccai, Sapar e Sts – Sindacato totoricevitori sportivi.
Presenti all’evento: Andrea Alemanni – Presidente Commissione Commercio Roma Capitale; Tommaso Amodeo – Presidente Commissione Urbanistica Roma Capitale; Sara Battisti – Presidente Commissione Sicurezza, lotta alla criminalità, antimafia Regione Lazio; Mauro Caliste – Presidente Municipio Roma V; Mauro Maria Marino – Presidente Commissione gioco illegale e disfunzioni gioco pubblico Senato; Massimiliano Maselli – Vice Presidente Commissione Sviluppo Economico Regione Lazio; Marietta Tidei – Presidente Commissione Sviluppo Economico Regione Lazio; Orlando Tripodi – Commissione Bilancio Regione Lazio.
Geronimo Cardia, presidente di Acadi ha letto la lettera inviata dal sottosegretario all’economia con delega ai giochi Federico Freni che ha ricordato l’importanza di un comparto come quello del gioco che finanzia la spesa pubblica e di come l’operatore possa essere partner dello Stato per tutelare ordine pubblico, entrate erariali e cittadini. “Ritengo – ha scritto Freni – che questa vostra iniziativa rappresenti il miglior sponsor per la realizzazione di uno dei principali obiettivi della legge delega, ormai in dirittura d’arrivo al Consiglio dei Ministri, relativo alla riaffermazione della funzione del gioco legale nel sistema sociale ed economico. Quello del gioco legale è un settore che genera benefici come occupazione, reddito, valore aggiunto e gettito fiscale che finanzia la spesa pubblica e questo settore può essere un partner formidabile dello Stato su legalità, salute, fiscalità, impresa e lavoro se lo Stato, attraverso regole chiare e stabili, decide di tornare a valorizzare il ruolo dei suoi concessionari e della filiera del gioco legale.
Mettere ordine, con regole uniformi per l’esercizio del gioco, comporterà necessariamente il coinvolgimento dei Comuni e delle Regioni nel procedimento di pianificazione della dislocazione territoriale della rete di raccolta che dovrà fondarsi sul complessivo ridimensionamento dell’offerta e su una distribuzione sul territorio dei punti di gioco che risulti sostenibile sotto il profilo dell’impatto sociale e dei controlli a salvaguardia sia della legalità sia dei soggetti maggiormente vulnerabili, dei minori e di coloro che sono affetti da disturbo da gioco d’azzardo patologico.
Sicuramente l’Intesa del 2017 ha rappresentato un ottimo punto di partenza ma rispetto a quella, si è ampliato il raggio di azione e si sono affrontati ulteriori aspetti ritenuti altrettanto importanti, primo fra i quali, la difesa e la promozione continua del gioco legale che va considerato come un sistema alternativo a quello illegale e come il miglior alleato ad ogni strategia di contenimento dei fenomeni criminali. Inoltre, garantire la tutela del giocatore attraverso le sale pubbliche in cui si esercita il gioco, definire un sistema coordinato sanitario, di comunità e di filiera per la lotta ai comportamenti patologici mediante l’attivazione di una rete integrata di soggetti che, dagli organismi di territorio agli operatori della filiera (a contatto con i giocatori, quindi con una formazione ad hoc), possa operare come un sistema di protezione e pronto intervento nei confronti dei soggetti a rischio, attraverso un approccio complessivo ai loro problemi di dipendenza.
Ecco, la legge delega sarà questo e tanto altro, il tutto caratterizzato da un unico denominatore: riformare per migliorare e sono convinto che le riforme vadano portate avanti tutti insieme in un dialogo continuo tra operatori enti locali e lo Stato in un’ottica che credo possa essere l’unica possibile e la più virtuosa.”.
“Le norme in vigore in regione Lazio, laddove entrassero a regime lederebbero la dignità di molti lavoratori. Il settore ha messo in atto un lavoro per elaborare un modello che considerasse la tutela della legalità, della salute, delle imprese e dell’erario” ha affermato Gabriele Perrone di Sapar. “Abbiamo preso spunto da alcune leggi regionali virtuose e dalla normativa nazionale che presto dovrebbe dare il via ad un’opera di riordino”.
“La serie di divieti fisici come limiti orari e distanze colpiscono i giocatori sociali e non i soggetti più vulnerabili. Questi limiti porteranno alla riduzione dei punti vendita con la perdita di molti redditi tra gli addetti e non” ha aggiunto Emmanuele Cangianelli della Fipe.
Andrea Alemanni, Presidente Commissione Commercio Roma Capitale, ha evidenziato come il settore del gioco vada attenzionato con intelligenza, ma anche in senso positivo. “In questa fase specifica che stiamo attraversando, quello del gioco resta uno dei pochi settori nei quali si possono realizzare interventi utili. Ai Comuni resta sempre la parte più antipatica di subire e spiegare la norma. Nel caso specifico, Roma dal punto di vista urbanistico fa caso a sé. Ci sono zone dove la concentrazione di sale è eccessiva, ma ci sono anche realtà nelle quali si potrebbe costruire un percorso virtuoso ma questo viene impedito dalla stessa applicazione delle regole. Anche in vista di una applicazione retroattiva della norma delle distanze in Regione Lazio credo che questa si possa declinare in maniera utile sui territori”.
Tommaso Amodeo, Presidente Commissione Urbanistica Roma Capitale ha affermato che: “Affrontare temi come quelli del gioco mettendo al primo posto la morale è un errore. Non è buttando il gioco sotto la coperta che si curano i ludopatici. Dobbiamo essere pragmatici e renderci conto di fatti reali. Espellere il gioco dal territorio vuol dire aprire alla possibilità dell’incremento dell’illegale con contestuale aumento dei ludopatici, di danni erariali e sull’occupazione. Oggi i concessionari sono grandi aziende molte delle quali multinazionali. La mia è una considerazione di buonsenso; i legislatori devono riformare per migliorare senza pregiudizi ideologici altrimenti creiamo un danno all’economia legale a vantaggio dell’illegalità”.
Mauro Maria Marino, presidente della Commissione di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico ha affermato: “Mentre sul gioco legale abbiamo la capacità di controllo, su quello illegale no. Questo dovrebbe farci riflettere. Dobbiamo ammettere che quello che abbiamo fatto negli ultimi anni non è stato moltissimo. Nel tempo la stratificazione normativa ha finito per essere contrastante. Dobbiamo creare armonia tra leggi nazionale e regionali. Dobbiamo valorizzare il lavoro dei concessionari rispetto al gioco legale ed essere oggettivi sul fatto che la fotografia del giocatore è fatta senza sfumature. La creazione di un ghetto è davvero un rischio, perché si rischia di danneggiare il giocatore sociale chiudendolo in un ghetto nel quale può cadere più facilmente nella dipendenza. Troppo spesso questo tema è legato a pregiudizi. Dobbiamo arrivare ad un risultato che contemperi esigenze ed obiettivi diversi. L’accordo Stato Regioni non è stato rispettato dagli stessi attori che lo hanno sottoscritto, a partire dalla mia regione, il Piemonte. Il 2020 è stato un anno di svolta perché la sospensione del gioco fisico ha fatto aumentare il gioco online – che sfugge ai controlli – e il gioco illegale. La raccolta degli apparecchi è diminuita di 46,5 miliardi. Bisogna tenere conto di questi numeri e fare in modo di non creare incentivi al gioco. Distanziamenti e limiti orari devono far riferimento ad una normativa nazionale. Le concessioni sono in stato di proroga e questo impedisce gli investimenti e impedisce la messa a bando delle gare. Un circolo virtuoso che impedisce in realtà di tutelare lavoratori, giocatori e entrate erariali. C’è coscienza da parte della Commissione di quello che sta succedendo e vogliamo contribuire ad un risultato positivo privo di pregiudizi”.
Marietta Tidei, Presidente Commissione Sviluppo Economico Regione Lazio ha evidenziato come abbia aderito lo scorso anno alla necessità di prorogare la legge regionale e la sua retroattività: “Dovremmo prorogare ancora quella norma in attesa di una riforma nazionale. I temi del contrasto all’illegalità ci devono far riflettere. Nessuno può negare i problemi di gioco patologico, un fenomeno da attenzionare con la massima cura, ma siamo i primi a pensare che chiudere gli esercizi e trasferirli nelle periferie possa risolvere il problema. Il proibizionismo non è stato la cura nemmeno in altri tipi di dipendenza. Il Manifesto presenta elementi di efficacia come il registro di autoesclusione e l’innalzamento qualitativo dei punti di gioco. La proroga della legge deve essere fatta in attesa delle norme nazionali. Dobbiamo provare a vedere se riusciremo a prorogare questa norma”.
“In Regione ho seguito attentamente gli sviluppi della norma relativa al gioco. Il primo nodo da sciogliere è che la Regione Lazio, come tutte le altre, dovrebbe aspettare la riorganizzazione della normativa nazionale” ha dichiarato Massimiliano Maselli, Vice Presidente Commissione Sviluppo Economico Regione Lazio.
“Oggi la confusione normativa è legata al fatto che anche la legge nazionale non ha un percorso ben dettagliato. Ogni regione ha legiferato in maniera autonoma. Serve una legge quadro che detti una serie di principi: solo così le regioni avranno dei binari su cui lavorare. E’ opportuno che i presidenti delle assemblee regionali si incontrino per portare avanti normative omogenee, la frammentazione porta danni alle imprese. La regione Lazio potrà diventare un modello se legifererà lontano dai pregiudizi” ha concluso Maselli.
Orlando Tripodi della Commissione Bilancio Regione Lazio ha riconosciuto l’importanza del lavoro del Governo per un riordino: “Presenteremo – ha detto – un emendamento per chiedere che la norma e la sua entrata in vigore nella Regione Lazio sia prorogata a dopo l’approvazione del riordino. Le attività e i lavoratori coinvolti sono moltissimi, forse di più di coloro che soffrono di ludopatia. Se vogliamo combattere la dipendenza dobbiamo ridurre l’offerta su tutti i tipi di giochi, non solo sulle slot ma anche con le lotterie”.
Sara Battisti, Presidente Commissione Sicurezza, lotta alla criminalità, antimafia Regione Lazio ha dichiarato in conclusione: “Dobbiamo tenere in considerazione le esigenze della categoria e dei posti di lavoro da un lato, e le persone che sono affette da patologia, dall’altro. Credo non si debba mai arrivare alla fine di questo percorso, la prevenzione e la sensibilizzazione sono i temi che devono vederci tutti impegnati. Sulla proroga mi sono astenuta, perché credo che serva una discussione che tenga insieme contrasto alla ludopatia e esigenze della categoria. Il tema non riguarda solo le sale da gioco ma tutto il mondo del gioco. Serve una battaglia senza strumentalizzazioni. Credo che occorra arrivare al Collegato in maniera consapevole sapendo che le azioni sono diversificate”.
A concludere l’evento le parole dell’Avv. Cardia che ha ricordato come “sia evidente l’esistenza di un distanziometro con caratteristiche che lo rendono espulsivo. A Frosinone, ad esempio è vietato il 99,98% del territorio. Questo lo rende un divieto assoluto. Da un divieto assoluto deriva un bagno di sangue sul piano occupazionale ed economico nei confronti di una categoria di imprese create dallo Stato. Capisco anche chi sul piano economico sia in imbarazzo, volendo mettere in primis gli interessi legati alla salute. Ma in realtà questo divieto assoluto ha un impatto anche sugli altri temi a cuore alla Costituzione. Il divieto assoluto crea problemi di illegalità, di gettito. Infine, l’effetto indiretto di un divieto assoluto è il fatto che non si risolve il profilo sanitario. Tutte le 21 regioni hanno regolamentato il fenomeno con il distanziometro esagerando il parametro urbanistico e più della metà è tornata poi sui suoi passi. Hanno quindi messo in campo politiche di autentico contrasto al gioco d’azzardo. L’intesa del 2017 aveva dettato ottimi principi, i punti di gioco sono stati ridotti come previsto, l’ADM ha messo a disposizione i dati del gioco a comuni e enti locali. La delega è partita, ma una legge delega avrà bisogno di decreti legislativi delegati. Ricordiamo che la tecnologia può aiutarci tantissimo nella prevenzione del gioco patologico. Gli operatori sono i principali alleati dello Stato in questo, in quanto incaricati di pubblico esercizio. Ma hanno bisogno di avere stabilità e sostenibilità delle misure che gli vengono imposte”.
L’evento può essere seguito sulla pagina facebook di PressGiochi.
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