LAURA MAZZA – Presidente di Federformazione, prof.ssa in materie economiche da più di 20 anni, direttore scientifico, membro del comitato scientifico dello Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali – Eurispes, nel CDA del Planet Life Economy Foundation. Delegata nazionale per la formazione finanziata e per la certificazione delle competenze, politiche attive e servizi al lavoro, Ambassador of Peace (progetto United Nations Leaders for Peace), segretario del Parlamento del Mediterraneo, ai tavoli dell’agenda2030 ONU per la formazione, parità di genere, sostenibilità.
Nel riordino del settore del gioco pubblico contenuto all’art. 15 della delega fiscale, tra i primi punti è previsto l’obbligo di formazione continua di gestori ed esercenti nell’ottica di miglioramento qualitativo dell’offerta e contrasto del disturbo da gioco d’azzardo. Secondo il suo punto di vista l’esercente può ricoprire un ruolo attivo nella lotta a questa dipendenza?
“Il ruolo attivo è fondamentale e necessario per dare valore agli esercenti, per l’importanza del loro ruolo nella formazione in chiave preventiva, per una sensibilizzazione continua del personale impiegato negli esercizi autorizzati alla pratica del gioco per la lotta alla ludopatia. Infatti gli esercenti avranno sempre più un ruolo attivo nel prevenire le situazioni di gioco problematico e patologico. La formazione diventa uno strumento per stimolare e valorizzare la sensibilità e la disponibilità a mettersi in gioco che hanno manifestato molti esercenti in questi anni”.
Quali azioni possono essere messe in atto per fare in modo che la formazione diventi un imperativo su scala nazionale e sia riconosciuta?
“Il gioco con vincita in denaro d’azzardo porta con sé un rischio che, in particolari gruppi di persone ad alta vulnerabilità, può sfociare in una vera e propria dipendenza comportamentale (Disturbo da Gioco d’Azzardo, DGA). Questa condizione è riconosciuta come un disturbo compulsivo complesso che può comportare gravi disagi per la persona, derivanti dall’incontrollabilità del proprio comportamento di gioco, e contemporaneamente la possibilità di entrare in contatto con il fenomeno dell’usura per sopperire alle difficoltà economiche. Pertanto la sensibilizzazione al cambio di mentalità, alla tutela dal punto di vista sociale passa da una sensibilizzazione e formazione come strumento di prevenzione nazionale. Il progetto di Federformazione intende rispondere alla necessità di valorizzare e promuovere percorsi formativi sul territorio nazionale innovativi e certificati. Il progetto di Federformazione che abbiamo ideato insieme al comitato scientifico di Federformazione del Gioco e della Legalità, rappresentato dalla direzione di Andrea Strata e Chiara Sambaldi, intende rispondere alla necessità di linee guida nazionali con l’obiettivo di fornire una soluzione realizzabile per fronteggiare il fenomeno del disturbo da gioco d’azzardo affrontando il problema sotto diversi punti di vista e proponendo strategie e modelli di intervento concreti, con la progettazione della formazione volta ad individuare i metodi, i contenuti e i tempi dell’intervento. Iniziando con l’analisi dei fabbisogni, cui seguono i momenti della gestione nazionale con enti accreditati alla formazione e rilascio di certificazione idonea nazionale. Ciò che per noi è vincente nei progetti innovativi e sperimentali sarà poi il monitoraggio dei tutor sul territorio, a cui riconoscere l’iscrizione ad un albo riconosciuto legalmente per creare nuove professionalità”.
Qual è la proposta di Federformazione?
“La proposta di Federformazione, è la creazione di un tavolo permanente multidisciplinare con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, i Procuratori della Repubblica, i Prefetti, associazioni rappresentative degli operatori del settore e del terzo settore, professionisti dell’area socio sanitaria, enti di formazione, enti di certificazione di Accredia. L’obiettivo è per la creazione di uno schema di certificazione di competenze nazionale per una figura professionale specifica per il settore sul territorio nazionale, con la possibilità di creare sia nuovi posti di lavoro che certificare le competenze degli esercenti con una figura innovativa che possa essere il tutor del gioco. Oltre che la creazione di un albo nazionale di certificatori delle competenze”.
Le tecnologie digitali potranno essere di aiuto in questo processo?
“In qualità di Presidente di Federformazione la transizione digitale l’abbiamo affrontata creando l’open badge 2.0 che è una certificazione digitale che racchiude la descrizione delle competenze, delle abilità e delle conoscenze che una persona ha acquisito attraverso una esperienza formativa. Per noi è la nuova moneta di scambio nel settore del gioco pubblico per la creazione di competenza nazionale multidisciplinare digitale, che possa rendere omaggio anche all’impegno delle associazioni specifiche del settore e degli esercenti che desiderano che il loro ambito sia nuovamente gioia del gioco!”.
Fonte immagine: https://depositphotos.com/
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