Troppo spesso si tende a confondere la filantropia con la sostenibilità. In realtà, la sostenibilità dovrebbe essere parte integrante della strategia aziendale comprendendo tre pilastri fondamentali: ambiente, collettività e governance
Troppo spesso si tende a confondere la filantropia con la sostenibilità. In realtà, la sostenibilità dovrebbe essere parte integrante della strategia aziendale comprendendo tre pilastri fondamentali: ambiente, collettività e governance (ESG). Questi pilastri assumono un peso diverso e si combinano in modi variabili a seconda delle caratteristiche di mercato e dell’operatività del settore di riferimento.
Una corretta valutazione dell’importanza di ciascun elemento ESG è essenziale per il successo della strategia aziendale. Nel settore dei giochi con vincite in denaro, ad esempio, il pilastro della collettività risulta predominante rispetto a quello ambientale. La prevenzione del disturbo da gioco d’azzardo e del gioco minorile rappresenta una priorità, guidando le politiche e gli investimenti delle aziende di settore. Questo implica il coinvolgimento non solo dei concessionari, ma di tutti gli attori della filiera, integrando anche innovazioni di governance e best practice del settore.
Con il processo di riordino, la sostenibilità è entrata anche nella normativa primaria e secondaria. Il decreto legislativo n. 41 del 25 marzo 2024 ha introdotto elementi fondamentali per definire il perimetro della sostenibilità, con particolare attenzione alla tutela della salute dei giocatori e dei minori. Anche le normative secondarie più recenti, come le “Regole tecniche relative al rapporto di concessione” e la determinazione direttoriale del 25 ottobre 2024 Prot. 656848/RU sui Punti Vendita Ricarica, contengono, di fatto, elementi afferenti alla sostenibilità. Anche a livello europeo, l’approccio normativo sembra essere la strada prescelta per un’accelerazione dell’adozione delle pratiche, come dimostra la recente direttiva CSRD. Di fatto l’introduzione di una normativa permette di affermare e diffondere i principi della sostenibilità, offrendo alle aziende un insieme di regole condivise e un quadro di riferimento operativo omogeneo.
Ritornando al processo di riordino del gioco pubblico, elementi concreti della sostenibilità sono da individuarsi, ad esempio, all’articolo 6 del suddetto decreto “Giochi pubblici a distanza e sistema concessorio” con riferimento: al possesso, da parte dei richiedenti la concessione, di una definita capacità tecnico-infrastrutturale, di adeguati requisiti di solidità patrimoniale e di una certificazione in materia di responsabilità sociale e gioco responsabile oppure al titolo III “Tutela e protezione del giocatore” agli articoli 14 e 15 relativi rispettivamente alla tutela della salute del giocatore e alle misure di tutela e protezione del giocatore.
Se si pensa alle nuove concessioni del gioco online tutti questi elementi andranno a delineare un percorso innovativo rispetto al passato, che integra temi come il gioco responsabile e più in generale la sostenibilità nel core business aziendale superando la tradizionale logica del semplice adempimento.
Non bisogna, infatti, dimenticare che due attori fondamentali che incidono sul futuro del settore ovvero le banche e i giocatori sono estremamente sensibili ai temi della sostenibilità.
In particolare, nel caso del gioco online dall’analisi delle innovazioni normative emergono alcuni elementi fondamentali riconducibili alla sostenibilità di cui tener conto nell’ambito della pianificazione della strategia di sviluppo e di investimento dei prossimi anni. In particolare, si fa riferimento ad elementi come le certificazioni, l’utilizzo di sistemi predittivi e di analisi del comportamento del giocatore, la individuazione di alert e misure restrizionali sul giocatore, il rafforzamento delle misure di controllo dell’età. Un altro importante aspetto introdotto dalla norma riguarda il principio di prima attivazione, anche se ancora da chiarire nel suo meccanismo di funzionamento, prevede precise limitazioni in termini di tempo e di spesa per il giocatore in generale e per i giocatori nella fascia di età 18-24 nel caso in cui aprano per la prima volta il conto di gioco.
Tutti questi elementi delineano un nuovo quadro normativo con una rottura significativa rispetto alle pratiche del passato e impongono un sostanziale cambiamento del modello operativo oltre alla necessità di prevedere lo sviluppo di nuove competenze sulla sostenibilità. Considerare i nuovi obblighi esclusivamente come adempimenti rischia di trasformarli in semplici costi; il punto di svolta consiste, invece, nel convertirli in opportunità e strumenti per ottimizzare la gestione aziendale attraverso l’elaborazione di un piano d’azione dedicato.
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Laura D’Angeli è consulente direzionale e fondatrice dello “Studio D’Angeli” con esperienza ventennale nel lancio di start up e nella pianificazione strategica ed economico-finanziaria. Negli ultimi 15 anni la sua attività si è concentrata su progetti per l’innovazione, la sostenibilità e il marketing responsabile nel settore del gaming.
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