25 Novembre 2024 - 05:06

Francesco Crudo, La rivoluzione nei pagamenti investe l’iGaming

Anche se la Banca centrale europea rassicura che anche in futuro il contante resterà il mezzo di pagamento convenzionale, i dati ci dicono che anno dopo anno cresce la percentuale

28 Maggio 2024

Anche se la Banca centrale europea rassicura che anche in futuro il contante resterà il mezzo di pagamento convenzionale, i dati ci dicono che anno dopo anno cresce la percentuale di pagamenti effettuati in maniera elettronica, e questo avviene anche in Italia dove il 53% della popolazione preferisce usare carte di debito, di credito, prepagate o digital wallet. Velocità e comodità risultano i principali driver di questo cambiamento attitudinale sospinto in prevalenza dai pagamenti più innovativi. Caratteristiche che ritroviamo anche nelle attitudini dei consumatori del settore dei giochi, specie quelli online. Un settore quello del gaming, pronto ad una profonda riforma normativa che non potrà non riguardare anche l’uso dei sistemi di pagamento.

“Un po’ come nel mondo dei giochi – ci spiega Francesco Crudo, esperto di sistemi di pagamento e gioco pubblico in una intervista pubblicata nella recente edizione di PressGiochi MAG -, anche il mondo dei pagamenti digitali è sull’orlo di una svolta con molti temi caldi da affrontare come l’introduzione dell’Euro digitale, la PSD3 etc… Ci sono tante innovazioni in corso con l’attesa per le nuove direttive europee che andranno a regolamentare tutto il mercato attuale. E’ un mondo in evoluzione ed in parallelo, come i giochi, sono dei settori che avranno dei momenti di intersezione molto interessanti. A questo aggiungiamo il fatto che l’Italia è molto rigida dal punto di vista normativo, sia in materia di gioco che di pagamenti digitali”.

A livello internazionale i pagamenti digitali si vanno sempre più sviluppando, ma la popolazione italiana è ancora molto legata all’uso del contante…

“Non così come sembrerebbe. Dai dati ufficiali nel 2023 eravamo a 444 miliardi di Euro di transazioni digitali su un totale di circa mille miliardi di Euro con una crescita a doppia cifra del 2023 sul 2022. Nel campo delle transazioni digitali la fanno da padrone l’uso delle carte ma crescono a doppia – se non a tripla cifra – i pagamenti realizzati attraverso i ‘wearables’ (dispositivi indossabili) come device mobili, anelli, bracciali etc. C’è una forte accelerazione guidata dalla generazione Z che ha una velocità e una istantaneità maggiore rispetto a chi è legato ancora alla plastica della carta di credito. C’è una resistenza al contante ma si sta abbassando. Ovviamente l’innalzamento della soglia dell’uso del contante a 4.999 euro non ha favorito la diffusione dei pagamenti elettronici anche se in Europa si sente parlare di una ideale soglia armonizzata a livello europeo di 10mila euro. Non siamo così lontani”.

Il Covid ha dato una enorme spinta al passaggio dei giocatori al canale online. Questo vale anche per i pagamenti elettronici?

“Certamente. Il lockdown non ha fatto altro che spingere la popolazione verso l’uso di questi pagamenti. Quella è stata l’occasione per scoprirli e per constatarne la facilità di uso e la comodità”.

Come dicevi, regolamentazione complessa per entrambi i settori. Dove si trova un punto di incontro per non appesantire eccessivamente la rete?

“Sarebbe auspicabile un maggiore confronto tra le istituzioni, tra Ministero dell’economia e delle finanze e la Banca d’Italia affinché si discutano questi temi attraverso tavoli di concertazione anche perché non si può prescindere dall’inserire nel testo normativo del gioco a distanza la previsione dei pagamenti elettronici senza essersi confrontati con chi vigila e monitora il settore, ovvero Banca d’Italia. La complessità è anche dovuta al fatto che gli operatori di gioco sono soggetti ad una duplice attività di antiriciclaggio. La normativa AML grava su tutti gli operatori di gioco con dei limiti anche inferiori a quelli della soglia dell’utilizzo del contante: nel momento in cui si adottano sistemi di pagamento – più evoluti rispetto alla carta di credito – per il caricamento del conto di gioco, tipo wallet digitali, che hanno bisogno di una presenza fisica diffusa e capillare sul territorio di operatori che come uno sportello bancario possono ricevere contanti per poterli trasformare in valuta digitale, a maggior ragione in quel caso anche il punto vendita assume un ruolo centrale e avrà obblighi ed adempimenti antiriciclaggio più stringenti.

Quindi nel caso in cui il punto vendita abbia la doppia veste sia di operatore di gioco che di operatore finanziario ovviamente avrà un combinato disposto molto importante da dover gestire”.

C’è il rischio che questo possa spingere l’utente verso un’offerta meno regolare?

“Il pagamento digitale è molto più rapido e veloce del pagamento del contante. Sicuramente va individuata la via mediana tra quelle che sono le opportunità e le regole affinché il giocatore non sia allontanato ma possa essere messo in condizione di fare un’esperienza di intrattenimento che non lo spinga verso pratiche meno sane e regolari”.

Il decreto per il riordino del gioco a distanza è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale. Ora si attende il bando di gara. Potrebbero esserci novità sul fronte delle regole relative all’uso dei pagamenti digitali per ricaricare i conti gioco?

“Su questo aspetto il decreto di per sé è già chiaro. Sulle regole tecniche mi aspetto solo i dettagli ma nulla di differente rispetto a quanto scritto: ovvero che alcuni strumenti di pagamento non tracciabili non potranno più essere usati, come voucher o scratch card, nel limite dei 100 euro, ma sembrerebbe abbastanza strano che il giocatore vada a comprare una scratch card per ricaricare quando invece può farlo in contanti”.

Sui PVR il Governo ha in definitiva scelto di non vietare totalmente l’uso del contante scegliendo una soglia di 100 euro settimanali…

“Dal punto di vista della tracciabilità, questo può esser considerato un buon compromesso anche se bisognerà vedere la configurazione che assumerà il PVR nel corso dei prossimi mesi: sarà solo un punto di commercializzazione del gioco o sarà un punto anche di commercializzazione di servizi finanziari?”

A quali costi andrà incontro la rete concessoria?

“Ovviamente ci saranno dei costi di compliance da subire, tutti gli adempimenti regolatori cogenti oltre a quelli volontari che vogliono assumersi i concessionari. L’AML è uno di questi importanti adempimenti che possono sembrare dei costi non occulti ma poi si dispiegano nel corso del tempo e possono diventare importanti. Non è stimabile il peso di questi costi, ma andranno tenuti in adeguata considerazione nella redazione dei budget”.

Quando si parla di pagamenti digitali si parla spesso anche dell’uso di criptovalute. A che punto siamo in Italia per la regolamentazione di questo strumento?

“Sicuramente anche il mondo delle cripto si sta regolamentando sempre di più. Sono sicuramente avvincenti ma sono ad appannaggio di una popolazione ancora giovane; è un mondo affascinante ma viene ancora visto con diffidenza per il semplice fatto di non essere ben definito a livello centrale ma legato ad una socialità diffusa”.

Cosa pensi dell’uso delle criptovalute per i pagamenti sui casino online?

“E’ uno strumento che va valutato con attenzione. Il mondo delle cripto all’interno del settore del gioco può esser visto come una doppia scommessa. Tuttavia è un fenomeno che va preso in considerazione, rappresenta un nuovo trend e come tale sia gli operatori di gioco che quelli finanziari devono prendere coscienza se vorranno rispondere adeguatamente alle nuove tendenze della domanda”.

 

Cristina Doganini – PressGiochi MAG

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