23 Dicembre 2024 - 20:13

La Chiesa “scomunica” Wayne Rooney, icona del calcio inglese!

L’evidente voglia di guadagnarsi visibilità, ha portato il vescovo Saint Albans, Alan Smith, che è anche il portavoce della Chiesa d’Inghilterra per il gioco d’azzardo, a commettere uno scivolone senza

07 Gennaio 2020

L’evidente voglia di guadagnarsi visibilità, ha portato il vescovo Saint Albans, Alan Smith, che è anche il portavoce della Chiesa d’Inghilterra per il gioco d’azzardo, a commettere uno scivolone senza precedenti.

In questi giorni, sta circolando un video promozionale dove l’ex-stella del Manchester United e della Nazionale lancia dei messaggi invitando i ragazzi a giocare in maniera responsabile, promosso dal bookmaker 32Red.

L’attaccante racconta la sua esperienza: “Ero un ragazzo giovane, con un sacco di soldi in tasca. E quando andavo via con il Manchester United per una partita fuori casa, passavo diverso tempo in hotel. Così ti annoi e finisci per fare delle cose per riempire il tempo. E il gioco d’azzardo era una di queste. Non sembrava denaro vero, ma prima che tu te ne accorga, hai perso un bel po’di soldi senza renderti conto dell’importo che stai mettendo in gioco in quel momento”.

 

 

Ebbene, quello che a tutti è parso un intervento sincero da parte di Wayne Rooney per incoraggiare le persone a giocare in modo responsabile e ad affrontare i loro problemi di gioco compulsivo, per la Chiesa è stato oggetto di severa condanna, innanzitutto perché “Roonie” non avrebbe dovuto associare la propria immagine a quella di un operatore di scommesse. Figuriamoci un po’!

 

In effetti, la polemica sul Rooney uomo immagine della 32Red risale all’agosto scorso, quando il calciatore, di ritorno dall’esperienza negli States, venne ingaggiato dal Derby County F.C., squadra di seconda divisione dalle antiche tradizioni, e presentato alla stampa proprio con la maglia numero 32. Visto che la 32Red era già sponsor della squadra, qualcuno cercò di farla passare come una felice coincidenza; ma qualcun altro ha storto il naso, ritenendo che un campione della portata di Rooney non avrebbe dovuto scivolare così verso il basso, diventando un pratica un cartellone ambulante del bookmaker.

 

Se se ne fosse uscito all’epoca, il vescovo, avrebbe avuto anche le sue ragioni. Ma farlo ora, nel pieno della campagna Team Talk, che l’organizzazione no profit Derby County Community Trust ha ideato per sostenere le persone con disagio mentale nella regione – di cui il video di Rooney è parte integrante – ha l’effetto di una tardiva entrata a gamba tesa, non per prendere palla ma per far male all’avversario!

La stessa 32Red, in qualità di principale sponsor della squadra, è stata la prima a volersi impegnare in questo programma di assistenza, mettendoci un bel po’ di quattrini. Che sia “carità pelosa” possiamo pure sospettarlo, d’altra parte quando qualcuno fa del bene non è proprio il caso di fare gli schizzinosi.

 

Il vescovo Smith, pur ammettendo che l’iniziativa in cui Rooney è stato coinvolto non è pubblicità di gioco d’azzardo in quanto tale, ha affermato che la sua apparizione in un video sul tema, indossando per 6 minuti filati il logo della company, non è altro che un “annuncio esteso”, aggiungendo poi che “le soluzioni semplicistiche di Wayne Rooney saranno di scarso aiuto per coloro che hanno già subito danni dai prodotti forniti dai sostenitori della campagna, che sono progettati proprio per creare dipendenza.”

Parole che riteniamo inutile commentare, se non per dire che tutti i prodotti, di qualsiasi genere siano, sono studiati per creare dipendenza, altrimenti le aziende falliscono. Allora facciamo guerra pure al caffè, alla cioccolata e alla marmellata!

Più seriamente, ci viene da concludere che se per la Chiesa il vescovo Smith è il miglior esperto di gambling a sua disposizione, allora forse è meglio che faccia silenzio, e che si preoccupi solo di salvare le anime, come meglio sa fare!

 

MC – PressGiochi