Si è tenuto questa mattina a Roma presso Palazzo Ferrajoli il convegno dal titolo “GIOCO LEGALE: LA NECESSITÀ DI RIORDINO – Proposte per una riforma organica del settore” organizzato dall’Istituto
Si è tenuto questa mattina a Roma presso Palazzo Ferrajoli il convegno dal titolo “GIOCO LEGALE: LA NECESSITÀ DI RIORDINO – Proposte per una riforma organica del settore” organizzato dall’Istituto Milton Friedman, con la partecipazione dell’Associazione Italiana Esercenti Giochi Pubblici (EGP-Fipe), del Sindacato Totoricevitori Sportivi e della Federazione Italiana Tabaccai.
Presente all’evento Giovani Kessler, già direttore generale dell’Olaf e già direttore Dogane e Monopoli, che ha affermato: “Parlo di giochi ma non rappresento nessuno se non me stesso. Il settore dei giochi è un’attività economica come le altre e ha stessa dignità ed interessi. Genera ricchezza e profitti. Genera entrate preziose per lo Stato, ma anche danni sociali come la dipendenza. Questo crea problemi di accettazione politica e sociale. Per questo ci vuole una strategia, una politica nazionale che sia unica. Serve una politica nazionale coerente conforme alle necessità anche della Ragioneria di Stato che non può perdere risorse dai giochi.
Il sistema dei limiti dell’offerta è una ipotesi che funziona poco nei confronti del contrasto alla ludopatia. Sono strumenti di decoro. Ci deve pur essere un limite all’offerta, e c’è. Ma anche questo non incide sulla dimensione dei danni sociali della ludopatia. Va fatta inoltre una considerazione: meno gioco legale uguale più gioco illegale non è proprio un’equazione matematica. Va dimostrata anche se statisticamente non si trasferisce tutto sul canale illegale. L’illegale va bloccato e non si fa abbastanza. Va dedicata una task force europea visto che l’illegale usa piattaforme estere. Ma la lotta all’illegale non si affronta riducendo la rete legale. La ludopatia non è legata all’illegalità dell’offerta ma all’abuso.
Servono sistemi di gioco che prevengano e blocchino la dipendenza da gioco e che possano essere fatti solo creando e ammettendo un gioco personalizzato, si può fare. La legislazione è molto indietro rispetto ai traguardi raggiunti dalla tecnologia. Servono quindi sistemi di gioco ritagliati sulla persona che blocchino0 l’abuso e si limitino all’intrattenimento. I giochi con le vlt possono essere programmati in tal senso. Al limite si può anche usare l’intelligenza artificiale. Questo comporta identificazione del giocatore nel sistema che può essere fatta senza che l’identità del giocatore venga conosciuta da gestore o concessionario.
Questo è il percorso da fare per prevenire comportamenti patologici e sociali del gioco e che potrebbe rendere il settore accettabile dal punto di vista sociale e politico. Questo renderebbe anacronistiche le vie esperite finora a livello locale”.
PressGiochi
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