24 Novembre 2024 - 09:40

Jarre (Asl To 3): “I giochi, quelli veri, si fanno con interventi di politiche pubbliche nel contenimento dell’offerta di gioco”

“Occuparsi di chi chiede aiuto per smettere di giocare d’azzardo significa occuparsi di una piccola parte del problema. Tutt’ora, chi si rivolge ai servizi, è una minima parte, circa meno

24 Maggio 2022

“Occuparsi di chi chiede aiuto per smettere di giocare d’azzardo significa occuparsi di una piccola parte del problema. Tutt’ora, chi si rivolge ai servizi, è una minima parte, circa meno del 5%. I giochi si fanno fuori dagli ambienti sanitari e si fanno con politiche pubbliche di contenimento dell’offerta e nella regolazione del gioco in denaro”.

Ad affermarlo il dottor Paolo Jarre Direttore del Dipartimento delle patologie da dipendenza della Asl Torino 3 in collaborazione con la campagna Se questo è un gioco.

“Tutto quello che viene offerto come gioco lecito in denaro in Italia non viene definito gioco d’azzardo – spiega – ma gioco di abilità con vincita o in altri modi ma in realtà è tutto gioco d’azzardo. Questa è una grande ipocrisia. Tutti i 50 tipi di giochi offerti sotto l’egida dei Monopoli di Stato tramite i concessionari, sia online che nelle sale, è gioco d’azzardo a tutti gli effetti perché si gioca con il denaro e l’esito dipende in gran parte dal caso.

Lo stato in modo sensato ha pensato di offrire il gioco come pratica lecita non si è limitato a regolare ma è diventato rapidamente socio d’impresa dei concessionari.

Tutti i giochi leciti in denaro fanno perdere chi li pratica. Lo Stato e i Monopoli parlano di spesa, come se si andasse al cinema, ma se si fanno i conti ci rendiamo conto velocemente che con una slot è possibile spendere diverse centinaia di euro. Per cui i soldi si perdono, e man mano che si gioca si perde quanto il banco ha stabilito.

Cambiano le modalità tra giochi ma si perde inesorabilmente.

Per non perdere al gioco ci si deve limitare a giocare tre volte nella vita, quindi non essere giocatori e renderci conto che il gioco serve solo a far vincere il banco.

Non esiste il gioco sociale, perché anche i luoghi nei quali si spaccia il gioco sociale come i bingo sono luoghi fatti per far perdere le persone e guadagnare chi i bingo li gestisce e dividere i soldi con lo Stato. Meglio pareggiare e non giocare affatto”.

PressGiochi

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