“A quanto ammontino i crediti ippici motivati dai lodi arbitrali e dai mancati regolari pagamenti del dovuto ai concessionari delle scommesse ippiche nonché il patrimonio immobiliare del settore e la
“A quanto ammontino i crediti ippici motivati dai lodi arbitrali e dai mancati regolari pagamenti del dovuto ai concessionari delle scommesse ippiche nonché il patrimonio immobiliare del settore e la liquidità derivante dalla chiusura del contenzioso con il Ministero dell’economia e delle finanze e per quale motivo non si siano predisposti la valutazione degli ippodromi e lo svecchiamento delle scommesse ippiche così da rilanciare il settore, come più volte annunciato?”
A chiederlo diversi deputati del Movimento 5 Stelle che hanno presentato ieri in Commissione Agricoltura una interrogazione a risposta immediata per far luce sulla questione.
“La legge 7 agosto 2012, n. 135 – ha spiegato Giuseppe L’Abbate – ha stabilito la soppressione immediata dell’ASSI (subentrata all’UNIRE con legge 15 luglio 2011, n. 111 ma mai dotata di statuto) con il passaggio al Ministero competente, tra l’altro, di tutti i rapporti passivi ed attivi; a più di tre anni dalla soppressione dell’ASSI, decretata con effetto immediato (alla data del 14 agosto 2012), nulla ex novo si è registrato di concreto salvo la sospensione e, quindi, il ritardo dei pagamenti dovuti alla filiera ippica.
La rendicontazione di chiusura del bilancio alla data del 14 agosto 2012, nonché la rendicontazione al termine del 2012 hanno evidenziato residui attivi, in larga parte, imputabili a minori introiti previsti dal bando di concessione tra Agenzia delle dogane e dei monopoli e agenzie per l’accettazione di scommesse ippiche, il quale imponeva la corresponsione dei cosiddetti «minimi garantiti» e prelievi a favore del settore ippico, quale terzo beneficiario.
Tra i «residui attivi» compaiono i cosiddetti «lodi arbitrali». I lodi (all’esito delle procedure arbitrali promosse dai concessionari delle scommesse ippiche, che da verifica operata attraverso il totalizzatore SOGEI, al 19 ottobre 2012 ammontavano a oltre 44 milioni di euro) condannarono il Ministero dell’economia e delle finanze ed il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali al risarcimento dei danni subiti dai predetti per inadempimenti delle amministrazioni: risarcimento che i concessionari hanno operato nel corso degli anni tramite la trattenuta dalle somme da destinare all’ASSI (ex UNIRE); risulta validata dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli nell’agosto 2012, ed in precedenza dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, l’ipotesi di un nuovo regolamento delle scommesse formulato da una commissione Agenzia delle dogane e dei monopoli/ASSI, con la partecipazione di SOGEI (che prevedeva, tra l’altro, la riunificazione dei due totalizzatori, il restyling della scommessa, l’armonizzazione del regolamento a quelli degli altri Stati europei per meglio consentire l’accettazione delle scommesse a massa comune e altro).
Il decreto legislativo n. 449 del 1999 richiedeva la valutazione degli ippodromi nonché uno specifico elaborato risulta depositato presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, a seguito del lavoro svolto con la «socializzazione dei parametri» da un’apposita commissione composta in modo paritetico dai tecnici indicati dalle associazioni degli ippodromi e da quelli dell’ASSI. La valutazione prospettica si avvale del sistema matematico AHP.
La rendicontazione di chiusura dell’ASSI, al 14 agosto 2012, evidenziava un patrimonio immobiliare, dapprima dell’UNIRE, all’esito dell’accorpamento degli enti tecnici ippici. In sintesi, si trattava di: uffici alla via Sommacampagna in Roma; particelle (fabbricati e terreni) all’Arcoveggio in Bologna e fabbricati e terreni nel comune di Settimo Milanese (MI).
Le diverse proposte di legge (Russo-Faenzi, Lattuca, L’Abbate, Catania, Bordo-Palazzotto) sul rilancio del settore sono giunte ad essere unificate dalla Commissione agricoltura della Camera in un testo denominato Disposizioni per la promozione del settore ippico. Iter interrottosi con la discussione della cosiddetta delega fiscale; il Governo non ha esercitato il principio di delega contenuto nella legge n. 23 del 2014 (cosiddetta delega fiscale), lasciando scadere il termine per l’esercizio il 27 giugno 2015 per la tanto attesa riforma dell’ippica ed il relativo rilancio del settore. In data 1o luglio 2015, il sottosegretario con delega all’ippica Giuseppe Castiglione, annunciò che l’Agenzia delle entrate aveva rinunciato al contenzioso in corso con Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, liberando per le disponibilità del settore ippico 15 milioni di euro di credito iva vantato.
Con il decreto ministeriale prot. n. 73125 del 29 ottobre 2015, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, – ha concluso L’Abbate – prendendo atto che «le risorse finanziarie disponibili per la programmazione dell’attività ippica relativa al mese di novembre 2015 non consentono di assicurare l’attività di corse per l’intero mese» ha emanato un calendario sino al 15 novembre 2015”.
PressGiochi