Matteo Iori, esperto dell’Osservatorio Nazionale sull’azzardo e presidente della fondazione “Giovanni XXIII analizza il cambiamento della tipologia degli ospiti della comunità. “Sono sensibilmente cambiati, nel tempo, gli ospiti della Comunità
Matteo Iori, esperto dell’Osservatorio Nazionale sull’azzardo e presidente della fondazione “Giovanni XXIII analizza il cambiamento della tipologia degli ospiti della comunità.
“Sono sensibilmente cambiati, nel tempo, gli ospiti della Comunità fondata da don Ercole Artoni- ha commentato Iori alla Gazzetta di Reggio- L’attività svolta nel 2016 si articola per il 20% in impegni di carattere sociale che va dai semplici dormitori all’ospitalità di mamme con bambini piccoli. Una percentuale analoga è riservata agli immigrati che sono in palese crescita. Un altro 11% riguarda chi patisce per il gioco d’azzardo. La maggior parte, il 49%, resta destinata alla cura e recupero dei tossicodipendenti. Nel 2016 nelle comunità residenziali abbiamo accolto 602 persone. Di queste 282 erano dipendenti da droghe, 218 migranti inseriti soprattutto nelle sedi di Reggio e Modena, 36 mamme con bimbi e 66 con il vizio del gioco”.
“Per il gioco d’azzardo- ha concluso Iori- registriamo adulti almeno quarantenni che hanno il vizio da lungo tempo. Mi preme annotare che è molto difficile uscire dall’uso di droghe ma se si riesce dopo si resiste mentre chi ha la malattia del gioco spesso finisce per ricaderci”.
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